Da Gogol a Lattuada: a Berlino proiezione speciale di Il cappotto
E Pietroburgo rimase senza Akakij Akakievič, come se non ci fosse mai neanche esistito. Si dileguò, scomparve un essere che non era protetto da nessuno, a nessuno caro, e che non interessava nessuno; che non aveva richiamato su di sé l’attenzione neppure del naturalista, il quale non manca di infilzare nello spillo anche una comune mosca e studiarla al microscopio; un essere che aveva sofferto umilmente ogni beffa dei compagni d’ufficio, e che era disceso nella tomba senza aver compiuto nulla di notevole nella vita, ma a cui, tuttavia, sia pure all’estremo declino della vita, era comparso fuggevolmente l’ospite luminoso nelle parvenze di un cappotto, ravvivando per un fugace istante la sua misera esistenza; ma sul cui capo si era poi abbattuta ineluttabilmente la sventura, così come essa si abbatte sopra i potenti della terra!
Il Cappotto, Nikolaj Vasil’evič Gogol, 1842
Niente Russia, ma Pianura Padana, eppure nell’omonima trasposizione cinematografica di Alberto Lattuada di Il cappotto permangono le medesime atmosfere grottesche e paradossali create da Nikolaj Vasil’evič Gogol nell’omonimo romanzo pubblicato per la prima volta nel 1842. Si racconta la storia di Carmine, un pacato uomo della provincia ingiustamente e continuamente offeso dai suoi datori di lavoro la cui massima ambizione è farsi confezionare un nuovo cappotto per l’inverno che verrà. È una metafora di un tentativo di ascesa sociale per dare finalmente un senso alla propria vita. Purtroppo i suoi piani non andranno come previsto.
La critica. Come ben riporta AGR, nella sua recensione pubblicata sull’Europeo il 22 ottobre del 1952 Alberto Moravia scrisse di Il cappotto: “Lattuada ha fatto il suo miglior film, ben dosato, compatto, senza vuoti, ben narrato. Questa virtù narrativa è quanto più colpisce, sopratutto se paragonata alle prove precedenti del regista”. Ad aiutare in fase di sceneggiatura il regista, all’epoca reduce dai successi di Il bandito, Il mulino del Po e Anna, parteciparono Luigi Malerba, Cesare Zavattini, Giorgio Prosperi e Leonardo Sinisgalli. La pellicola fu presentata al Festival di Cannes del 1952 e conquistò un Nastro d’Argento per l’interpretazione di Renato Rascel.
L’evento di Berlino. Una speciale proiezione di Il cappotto andrà in scena domenica 21 agosto 2016 presso il cinema Babylon con sottotitoli in inglese. A seguire aperitivo a base di pizza e spritz e discussione sul film con la co-organizzatrice Mara Martinoli.
Cosa è il CinemAperitivo. È una rassegna di film italiani che ogni domenica alle 16.00 occupa una delle sale del cinema Babylon. Ha vita da 12 anni. Dopo ogni proiezione (sempre con sottotitoli o tedeschi o inglesi) è offerto un aperitivo e una discussione con moderatore e, normalmente, un ospite. Curatori della rassegna sono Mara Martinoli e Andrea D’Addio, rispettivamente responsabile cinema e direttore di Berlino Magazine. Se volete rimanere aggiornati con tutti gli appuntamenti del CinemAperitivo cliccate qui
Il cappotto
di Alberto Lattuada, 1952
proiezione e aperitivo
versione originale con sottotitoli in inglese
domenica 21 agosto 2016 ore 16.00
presso il cinema Babylon
Rosa-Luxemburg-Straße 30, Berlin
biglietto 9 € acquistabile alla cassa o qui
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