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Cronaca di un miracolo: in 3 settimane ho trovato una casa a Berlino

La cronaca del miracolo della casa a Berlino é la storia, iniziata qui, di un’incredibile colpo di fortuna che mi ha permesso di trovare un appartamento per andare a vivere da sola nella capitale tedesca. La cosa più sorprendente però non riguarda tanto le caratteristiche della mia casa dei sogni, quanto la velocità con cui i sogni sono diventati realtà.

Mercoledì 26 agosto sera sono tornata a casa dal lavoro e ho preso la posta dalla cassetta delle lettere. Poiché ero stanca però non ho aperto nulla, ma ho lasciato tutto sul tavolo.

Giovedì 27 mattina alle 8:00, assonnata, ho aperto la lettera piuttosto pesantuccia che avevo ricevuto il giorno precedente e, dopo aver letto solo un paio di righe, ho capito di che cosa si trattasse e ho iniziato a lanciare urletti di gioia. L’ufficio della  Wohnungsbaugenossenschaft (associazioni cooperative per l’edilizia) WBM mi aveva contattata per informarmi che avevano un appartamento che rispondeva alle mie esigenze e mi invitavano quindi ad andare a vederlo. Senza sprecare un attimo, mi sono subito messa al computer a scrivere una lettera in cui esprimevo il mio interesse per l’appartamento proposto e li pregavo di prendere in considerazione la mia candidatura. Ho stampato tutti i documenti richiesti nella lettera inviata da WBM (registrazione a Berlino, ultime buste paghe, fotocopia carta di identità, schufa – vecchia di due anni) e sono corsa all’ufficio ad Alexanderplatz alle 9:00. L’impiegata, alquanto stupita della mia efficienza (dopo tutto, abito da quasi quattro anni in Germania!), mi ha detto che prima di poter accettare i miei documenti dovevo andare a vedere l’appartamento di persona. Ho chiamato quindi in ufficio avvisando che quella mattina sarei arrivata piú tardi e, con le chiavi datemi dall’agenzia, mi sono diretta verso il nuovo appartamento. Stupita del fatto che fosse possibile visitarlo senza prendere appuntamento e andandoci da sola (senza la famosa fila di possibili pretendenti!) sono entrata in questa casa alle 9:30 sentendola giá mia. Il sole splendeva dalle vetrate che occupano tutta una parete dell’appartamento e l’odore di casa nuova era piuttosto marcato. La casa era vuota, ma la mia mente aveva giá iniziato ad arredarla col pensiero. Ho fatto quindi un paio di foto col cellulare e sono tornata nell’ufficio WBM di fretta, per confermare la mia intenzione di affittare questa casa. Nel giro di mezz’ora ho compilato un foglio che autorizzava WBM a richiedere la schufa aggiornata e un paio di fogli con i miei dati personali, dopo di che sono corsa in ufficio, euforica. L’impiegata di WBM mi ha spiegato che prima di me c’era una ragazza madre che aveva diritto a questo appartamento ma, poiché i lavori di ristrutturazione non erano ancora completati, probabilmente per via del bambino piccolo e del disagio causato dai lavori non avrebbe accettato l’offerta.

Quell’ultimo weekend di agosto è stato tesissimo poiché aspettavo una risposta che sapevo dover arrivare a breve, ma non avevo idea di quando con esattezza. Volevo condividere la mia euforia con gli amici qui a Berlino e quelli in Italia, ma allo stesso tempo non volevo festeggiare troppo in fretta, per non auto illudermi e poi restarci ancora piú male se per qualche motivo quella casa non fosse diventata la mia casa a Berlino.

Lunedì 31 agosto mattina mentre ero in ufficio ho sentito il cellulare vibrare e sono uscita per rispondere a una chiamata da un numero di un telefono fisso di Berlino che non conoscevo. Non c’é voluto molto per capire che si trattava dell’impiegata di WBM. La signora mi ha comunicato che la persona che aveva visto l’appartamento prima di me, la mamma col bambino, non era interessata ad affittarlo, quindi potevo averlo io. La mia schufa, la cui richiesta era stata inoltrata giovedì, era arrivata già venerdì all’ufficio WBM e l’associazione era molto felice di vedere che ho tutte le carte in regola per affittare uno dei loro appartamenti. Ho iniziato a fare i salti di gioia e mi si é stampato un mega sorrisone in viso che é rimasto lí fino alla pausa pranzo. Prima di chiudere la telefonata ci siamo accordate per quando passare nel loro ufficio, dopo di che ho iniziato a scrivere a tutti i miei amici più stretti per annunciare la buona notizia.

Giovedì 3 settembre sono andata all’ufficio WBM alle 9:00 per firmare il contratto: un documento di 30 pagine, disponibile solo in tedesco ovviamente. Ad ogni modo, presa dall’emozione e dalla gioia di avere tra le mani il contratto della mia prima casa dove andare ad abitare da sola, non mi sono lasciata spaventare. Mi sono seduta e ho iniziato a leggere. Ho chiesto alla gentile impiegata di riassumermi brevemente il contenuto di ogni articolo del contratto e ho letto velocemente per assicurarmi di aver compreso il concetto. Ogni volta che ho notato un punto da lei non menzionato e a me non chiaro per via della lingua, le ho chiesto di parafrasarmi la frase o fornirmi un esempio. Non avevo assolutamente intenzione di farmi fregare o firmare qualcosa di cui poi mi sarei potuta pentire, quindi da sola, lentamente ma sicura, sono rimasta in quell’ufficio fino a quando non ho avuto la certezza di aver compreso tutte e 30 le pagine, allegati compresi. Mi é servita un’ora e mezza prima di arrivare alla fine del documento e poter mettere la mia firma, ma sono uscita da quell’ufficio con una sensazione di auto realizzazione immensa. Una marea di emozioni e ricordi hanno affollato la mia testa e mi sono resa conto di come tutto questo non sarebbe stato possibile un paio di anni fa, quando sono arrivata a Berlino senza conoscere la lingua, quando affiancavo al lavoro in inglese il corso intensivo di tedesco per cercare di imparare in fretta questa lingua così diversa dall’italiano, quando ero contenta di vivere in un appartamento condiviso per non sentirmi da sola. Il 3 settembre ho firmato ben più di un contratto di affitto a tempo indeterminato a Berlino. Ho firmato la presa di coscienza di essere diventata una donna indipendente.

Venerdì 4 settembre mattina prima di andare al lavoro sono tornata all’ufficio WBM per chiedere le chiavi del mio appartamento perché questa volta, con più calma, volevo prendere le misure per potermi organizzare ed iniziare i lavori di restauro rimasti da fare. L’appartamento era stato già sistemato: il pavimento era stato rifatto completamente e tutti i cavi e le prese elettriche erano state cambiate. Tuttavia, per rifare l’impianto elettrico, gli operai avevano dovuto togliere pezzi di carta da pareti e rompere dei muri, che poi sono stati richiusi ma non ritappezzati né pitturati. Per questo motivo l’agenzia mi ha ridotto l’affitto di una mensilità e mi ha concesso di avere le chiavi dell’appartamento da metà settembre. Spettava a me finire il tutto.

Venerdì 18 settembre, sempre prima di correre in ufficio (se non l’avete ancora capito, lavoro in una start-up dove gli orari per fortuna sono molto flessibili!), mi sono recata nella mia casa nuova e ho incontrato il custode del palazzo per la consegna delle chiavi e la lettura dei contatori. Quel venerdì é stato quando il miracolo della casa a Berlino si è realizzato, a solo un mese di distanza dall’inizio della ricerca di un appartamento tutto mio.

trasloco casa a Berlino

I successivi 12 giorni sono stati giorni pienissimi in cui dopo le 8 ore in ufficio continuavo a lavorare altre 6 ore nell’appartamento nuovo, guardando video su YouTube per imparare come diventare un esperto operaio in un paio di giorni e organizzando turni di amici volenterosi che sono venuti a sporcarsi le mani per aiutarmi a rendere l’appartamento vivibile entro fine settembre. E’ proprio il caso di dire che gli amici si vedono nel momento del bisogno, quando le amiche decidono di rovinarsi le unghie e i capelli per passare il fine settimana a incollare carta da parati e dipingere un intero appartamento. In tutto questo trambusto sono riuscita anche a trovare una nuova coinquilina per la mia camera nel vecchio WG dove abitato prima (se non siete familiari con le fatiche di trovare una stanza a Berlino, leggete qui) e a trovare su eBay Kleinanzeigen tutto il minimo essenziale per vivere nella casa nuova. Letto, un paio di lampadine, armadio, frigo e lavatrice sono stati i miei primi acquisti che sono andati a fare compagnia ai 16 scatoloni di cartone accatastati nel nuovo appartamento.

Mercoledì 30 settembre sera, all’1:30 di notte, ho finito di fare il trasloco delle ultime cose dalla casa vecchia alla nuova e mi sono chiusa la porta del vecchio WG alle spalle lasciando la mia copia delle chiavi sul tavolo. Addio vita da studentessa, il miracolo si è avverato e sono diventata grande!

Foto di copertina: der letzte macht das Licht aus 359/365 ©Dennis Skley CC BY SA 2.0

Foto: still packing © Joel Bez CC BY SA 2.0

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