21 iconici club di Berlino che hanno chiuso dal 2010 ad oggi
Watergate e il Wilde Renate gli ultimi club a Berlino chiusi. La scena dei club di Berlino è passata dagli ideali di “Love and Peace” a un techno-turismo.
La scena dei club di Berlino è probabilmente unica al mondo. Dopo il crollo del muro e la riunificazione della Germania, Berlino-est è stata terreno fertile per la crescita della “Club-Kultur” con la techno arrivata da Detroit. Palazzi abbandonati sparsi per tutta la parte est di Berlino hanno reso possibile la nascita di un’inedita scena culturale sotterranea, disinteressata a qualsiasi preconcetto sociale.
Berlino, però, con il passare degli anni si è dovuta sviluppare ed è dovuta crescere, per stare al passo con le necessità di una capitale nel nuovo contesto politico della Germania riunificata. Le disparità tra Est e Ovest dopo l’eliminazione della cortina di ferro hanno portato sempre più parti di Berlino a diventare luoghi di riqualificazione. Tanti palazzi occupati, adibiti a club improvvisati, sono stati sgomberati per ripulire la città. Dietro questo fenomeno di gentrificazione a Berlino si nascondono spesso nomi di grandi investitori immobiliari come quello del signor Gijora Padovicz, proprietario del Watergate e del Wilde Renate, locali che chiuderanno a breve.
Per affittare un qualsiasi spazio commerciale a Berlino ormai è necessario avere una stabilità economica notevole, con piccoli locali che vengono spesso acquistati da grandi catene multinazionali. La scena dei club di Berlino, ma soprattutto la techno underground e i suoi ideali fondanti si trova in difficoltà con sempre più club di Berlino che chiudono. Rummels Bucht, Griessmühle, Ipse, Chalet, Rosis Berlin o il Bar25 sono solo alcuni dei club che negli ultimi 14 anni hanno chiuso definitivamente.
“Club-Kultur” a Berlino
Dopo la caduta del muro di Berlino, i gravi problemi di natura politica, sociale e infrastrutturale fecero passare in secondo piano il fatto che intere aree urbane a est della città fossero totalmente abbandonate.
È così che, sfruttando questi vuoti, nacque una scena alternativa underground basata su una nuova e inedita musica elettronica proveniente da Detroit, trasformata nella colonna sonora berlinese. La scena dei club a Ovest della città era caratterizzata da ambienti sofisticati e chic, mentre a Est interi palazzi venivano occupati e adibiti a club improvvisati di musica techno oltre che a luoghi di sperimentazione artistica e rifugi per collettivi sociali. Entrando in queste realtà si accedeva a luoghi dove sembrava non valessero regole. L’individualismo e la libertà di espressione erano gli ideali fondanti alla base della “Club Kultur” berlinese.
Con il passare degli anni, però, la scena dei club di Berlino è diventata sempre più popolare a livello nazionale e internazionale. Questo hype ha comportato un crescente numero di turisti in città e di conseguenza investitori immobiliari interessati a lucrare su un fenomeno molto remunerativo. Arrivando agli anni 2000, club nati in quartieri che prima erano totalmente abbandonati si sono ritrovati nel mezzo di progetti di riqualificazione di intere aree urbane.
Gijora Padovicz: promotore della gentrificazione
Uno dei nomi più conosciuti a Berlino sul tema gentrificazione è Gijora Padovicz, molto noto per un metodo senza scrupoli nello sfrattare e riqualificare immobili. Acquistare edifici occupati, cacciare gli inquilini e fare profitti utilizzando incentivi statali è una prassi ormai alquanto ricorrente di questo signore, che dagli anni Novanta ad oggi ha costretto alla chiusura di diversi club a Berlino. Le ultime vittime del metodo Padovicz nella scena dei club di Berlino sono state il Watergate e il Wilde Renate, che chiuderanno definitivamente il primo a fine 2024 il secondo nel 2025.
Già nel 2007 Padovicz e la sua agenzia immobiliare risultavano proprietari di oltre 200 immobili solamente a Friedrichshain. Secondo quanto riportato dal sito taz.de, affittare un appartamento di 50mq porta introiti intorno ai 600 Euro mensili. Con l’utilizzo di incentivi statali, invece, per mettere a disposizione appartamenti a migranti si può arrivare a introiti di 6000 Euro al mese, tenendo conto della tariffa giornaliera di 29,90 Euro per migrante. Questa può essere vista come una delle ragioni per cui sfrattare palazzi occupati è diventato così appetibile agli occhi di chi non ha altri interessi, che quelli economici. Per sfrattare persone che vivono in questi palazzi i proprietari fanno ricorso a tattiche che vanno dalla chiusura dell’acqua calda a guasti improvvisi alle caldaie.
Techno-turismo
Il problema degli affitti esorbitanti che colpisce anche la scena dei club di Berlino, sembra forse trovare una soluzione nello sfruttamento commerciale di un recente trend, intorno a Berlino e alla sua scena techno. Tiktok e Instagram hanno portato a una reinterpretazione della cultura techno, distorcendone gli ideali fondanti. Questo trend sposta il focus della techno di Berlino, dalla voglia di ballare ai ritmi dei propri DJ preferiti alla mera esperienza di non farsi rimbalzare all’ingresso del Berghain. Non poter fare foto all’interno dei club cozza con una società che deve costantemente ostentare tutto ciò che fa, pur di non cadere in una FOMO (paura di essere tagliati fuori) onnipresente. Perciò anche solo mostrare tutti i privacy sticker dei club nei quali si è stati, pare più importante dell’esperienza techno in sè.
Nonostante la qualità dell’offerta musicale, riconosciuta a livello internazionale, questa commercializzazione non ha più niente a che fare con gli ideali iniziali di totale uguaglianza della techno underground. Ormai per entrare nei club i prezzi dei biglietti hanno raggiunto livelli delle altre principali città europee, accostando la possibilità di divertirsi alla possibilità di riuscire a pagare un determinato prezzo. “Love and Peace” è stato costretto a fare spazio al mainstream commerciale. Molti club prima di chiudere cercano di incrementare gli introiti aumentando le entrate. Il Wilde Renate per esempio, che chiuderà a fine 2025, ha allentato drasticamente la rigida selezione all’entrata del club. Basta mettersi in fila e seguire alcune regole base su abbigliamento e comportamento e si viene ammessi.
Il futuro di Berlino e i club chiusi fino ad oggi
Negli ultimi 14 anni, Berlino ha perso 21 dei suoi iconici club, ciascuno dei quali ha lasciato un vuoto difficilmente colmabile nella scena culturale cittadina. Dallo storico Tresor nella sua prima sede agli spazi underground come il Stattbad Wedding, ogni chiusura è una ferita per l’identità collettiva di Berlino. Eppure, ciò che definisce la città non è solo la sua capacità di ospitare eventi musicali, ma la resilienza della sua comunità a reinventarsi. Mentre alcuni dei nomi più iconici lasciano il posto a nuove realtà o si spengono del tutto, la sfida per il futuro sarà proprio questa: mantenere viva una tradizione di apertura e sperimentazione che possa accogliere la prossima generazione di clubber senza tradire le proprie radici.
Di seguito alcuni dei club che hanno chiuso:
2021
Rummels Bucht
Con due “dance floors” e un’ampia area esterna che comprendeva atelier e laboratori creativi, il Rummels Bucht ha chiuso per far spazio alla nuova stazione Ostkreuz, edifici residenziali e all’acquario Coral World.
2020
Griessmühle
Un club dallo stile improvvisato ma con un fascino tipicamente berlinese. Due main floors di musica techno e un allestimento minimalista hanno caratterizzato questo locale, chiuso definitivamente nel 2020.
Ipse club
Dopo un incendio doloso, il club che offriva una vasta area esterna affacciata sul Flutgraben ha dovuto chiudere.
2019
Chalet club
Situato in un edificio di mattoni, con interni curati e un grande giardino esterno, il Chalet ha chiuso per problemi di affitto. Era una meta per gli amanti della house e techno.
Farbfernseher Club Berlin
Un locale hipster a Kreuzberg, famoso per essere situato in un vecchio negozio di televisori, ha dovuto chiudere per questioni legate all’affitto.
2018
Rosis
A Friedrichshain, ha chiuso a fine 2018 per lasciare spazio a edifici per uffici con negozi e parcheggi al piano terra.
2016
Horns & Hooves
Questo club offriva uno spettacolo variegato, dal cabaret al jazz-bar fino al circo con mangiatrice di spade. Chiuse nel 2016.
2015
Neue Heimat
Un polo culturale che ospitava esposizioni d’arte, proiezioni di film, concerti, teatro, pop-up stores e ristoranti. Ha chiuso a settembre 2015 per mancata concessione del comune di Friedrichshain-Kreuzberg.
Bang Bang Club
Centro nevralgico della musica indie e location per concerti e feste. Dopo un primo periodo a Hackescher Markt, si era trasferito nel vecchio Schwutz a Kreuzberg, ma ha chiuso definitivamente.
Fritz club
Locale situato in un ex magazzino, offriva tre dance floors con generi che spaziavano dal rock alla black music, house ed elettronica.
Stadtbad Wedding
Una vecchia piscina pubblica a Wedding convertita in un luogo per esposizioni di street art, performance e feste. Chiuso perché non aveva alcuna concessione ufficiale per eventi.
2014
Cookies
Un club leggendario per le serate e la musica ad alto volume, trasformato successivamente in un ristorante vegetariano fine-dining.
Magdalena
Conosciuto per la musica elettronica, offriva un ampio spazio per i suoi eventi, ma ha chiuso definitivamente nel 2014.
Lovelite club
Un piccolo locale underground famoso per il caldo e l’atmosfera affollata, frequentato dalla scena techno underground di Berlino. Ha chiuso nell’estate del 2014.
Picknick
Un club a Berlin-Mitte molto amato dalla scena hippie, ha dovuto chiudere i battenti all’inizio del 2014.
KingKongKlub
Questo club esotico con bevande economiche e musica post-punk, electro-rock e wave, ha chiuso per mancanza di rinnovo del contratto d’affitto a causa di un progetto di ristrutturazione dell’edificio.
2013
ZMF – Zur Möbelfabrik
Situato a Berlin-Mitte, era un punto di riferimento per la techno alternativa. Ha chiuso per decisione personale del proprietario delle mura.
Horst Krzbrg
Fondato dal creatore del Tresor, Johnnie Stieler, offriva una line-up di artisti importanti di techno, house e dub. Ha chiuso nel 2013.
2010
Bar25
Uno dei club più iconici di Berlino, famoso a livello internazionale per il suo stile unico, che combinava festa, arte e cultura alternativa. Dopo soli sette anni di attività, ha chiuso nel 2010, segnando la fine di un’era.
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