Caos migranti a Berlino. Arriva l’inverno e gli alloggi non sono ancora pronti
Confusione a Berlino sulle soluzioni abitative per i rifugiati. Nel 2016, in particolar modo dopo l’accordo Ue-Turchia, i flussi migratori verso la Germania sono drasticamente calati, ma nella capitale tedesca circa 4200 migranti continuano a vivere in sistemazioni di fortuna come palestre, palazzetti dello sport o gli hangar dell’ex aeroporto di Tempelhof. Una situazione che non garantisce ai migranti condizioni igienico-sanitarie dignitose, diritti fondamentali e sicurezza e allunga lo stato d’emergenza. La soluzione? Le cosiddette Tempohomes, i container provvisori voluti dall’amministrazione di Berlino per la fine del 2016. E che, come scrive il Berliner Morgenpost, potrebbero essere pronti in ritardo, peraltro con notevoli costi aggiuntivi.
Problemi con le Tempohomes. La direttiva che prevede lo sgombero degli hangar di Tempelhof fa parte di una serie di manovre volute dal governo berlinese per la gestione dell’emergenza migranti. I rifugiati saranno alloggiati all’interno delle Tempohomes, “condomini” container con mini-appartamenti di circa 15 metri quadrati normalmente pensati per massimo quattro persone. Quelli di Tempelhof saranno collocati negli spazi antistanti l’aeroporto e avranno una capienza di circa 280 posti ciascuno. La costruzione di queste “abitazioni” ha creato un polverone per due ordini di ragioni: i costi e le tempistiche. La spesa per le Tempohomes di Tempelhof, secondo i responsabili della Berliner Immobilien Management GmbH, dovrebbe aumentare di 4,5 milioni di euro. Il costo iniziale previsto, 12,4 milioni di euro, è lievitato fino a 17 milioni soprattutto a causa dei ritardi e dei cambiamenti di progetto in corso d’opera. Una cifra molto alta, quasi il doppio rispetto ad altre Tempohomes di Berlino. E un investimento notevole, se si tiene conto che le case-container non saranno pronte prima di maggio 2017 (la data prevista era settembre) e che, in ogni caso, dovranno essere smantellate per fine 2019. Una volta pronti, gli alloggi provvisori di Tempelhof saranno occupati dai rifugiati attualmente ospitati all’interno degli hangar dell’ex aeroporto. Meno chiara la sorte degli altri migranti alloggiati nelle palestre della capitale, il cui trasferimento nei container era stato garantito dal sindaco Müller per la fine del 2016. Al momento, però, dei nove villaggi-container da terminare entro il 2016, soltanto due sono pronti e già abitati.
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Non c’è un piano B. Nei quattro container di Tempelhof troverebbero alloggio circa 1100 rifugiati che abbandonerebbero le disastrose condizioni di vita degli hangar. Diverse sono state le denunce degli attivisti che hanno dichiarato invivibile la situazione negli alloggi di fortuna dell’ex aeroporto per la mancanza di sufficienti servizi sanitari e idrici che possano garantire condizioni igieniche di base. È pur vero che altrove, in Europa, le condizioni dei profughi non sono migliori e che la Germania ha dispiegato uno sforzo economico notevole per fronteggiare l’emergenza migranti. Le Tempohomes, per ora, sembrano l’unica soluzione alternativa possibile a Berlino. Non ci sono piani B e la costruzione dei costosi container è la sola via per sgombrare gli hangar e le palestre e offrire, al contempo, una sistemazione più dignitosa alle migliaia di rifugiati ospitati dalla capitale tedesca.
La scadenza ravvicinata. Il progetto delle Tempohomes, però, rischia di avere i giorni contati ancor prima di nascere, perché lo spazio antistante Tempelhof e il parco cittadino creato nei luoghi dismessi del vecchio aeroporto è un luogo custodito gelosamente dai cittadini della capitale: nel maggio 2014 oltre 740.000 berlinesi votarono per mantenere libero lo spazio di Tempelhof e farne un parco pubblico. Occuparlo con gli alloggi per rifugiati costituirebbe un tradimento della volontà popolare che, pertanto, non può essere portato oltre i tempi necessari per l’emergenza, stimata in circa due anni. Questi i motivi che hanno fatto ricadere la scelta su dei container a breve termine, facili da smantellare al termine dell’uso. Ad ogni modo, la costruzione delle quattro Tempohomes interesserà solo la parte orientale dell’ex aeroporto. La parte occidentale, così, potrà essere utilizzata già dal 2017 per la cultura: ospiterà, in particolare, il Museo degli Alleati e un teatro popolare.
Foto di copertina: Bambine giocano nel centro di accoglienza di Tempelhof © Maria Paula Fernandez Neglia