Bio e km 0? In Germania la truffa delle uova del Brandeburgo

Anche se contrassegnati come biologici, molti allevamenti di galline ovaiole nella regione tedesca del Brandeburgo utilizzano in realtà forme di allevamento intensivo.

Dietro le uova biologiche del Brandeburgo si nasconde una grande truffa. Molti degli allevamenti che “rispettano” le normative europee sul biologico utilizzano in realtà forme di allevamento intensivo, con pollai che arrivano a contenere fino a 30.000/40.000 galline. Come riportato da rbb, che ha condotto le ricerche sul caso, questa situazione riguarda il 90% delle galline biologiche del Brandeburgo e una gallina biologica su due in Germania. «Questo non ha purtroppo nulla a che vedere con ciò che il cliente si aspetta da un prodotto biologico» ha dichiarato Luise Molling dell’associazione per la tutela del consumatore Foodwatch.

Gli allevamenti bio-intensivi del Brandeburgo

È il caso per esempio della fattoria Wriezen Landfrisch Bio GmbH che rifornisce il discount tedesco Aldi, ma altri stabilimenti dello stesso genere sono in fase di pianificazione a Oranienburg e Löpten. L’Ufficio tedesco per la protezione animali dispone di materiale video che stando alle dichiarazioni dovrebbe riferirsi proprio all’allevamento di Wriezen, il quale ha proibito a rbb di divulgare tali immagini. In proposito un attivista dell’Ufficio ha riferito indignato: «È un allevamento intensivo. Gli animali vengono schiacciati dentro i pollai e vivono uno sopra l’altro. Non c’è spazio perché possano stare a terra». Il gestore della fattoria ha respinto le accuse dell’Ufficio, sostenendo di lavorare in conformità con le direttive europee.

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Il problema dell’interpretazione tedesca delle normative EU sul biologico

Secondo le direttive europee, perché si possa parlare di allevamento biologico, un pollaio non deve contenere più di 3.000 galline. Come è possibile dunque che allevamenti come quelli sopracitati ospitino fino a 40.000 animali e che ciononostante le loro uova riportino il numero 0 (simbolo del biologico)? Come dichiarato da Luise Molling a Berliner Zeitung, c’è un problema di interpretazione delle normative europee in materia di biologico da parte delle autorità tedesche. In particolare l’Associazione federale dell’agricoltura biologica, organo responsabile fra le altre cose proprio dell’interpretazione delle direttive europee sul biologico, interpreta la direttiva come segue: «Per pollaio si intende lo scompartimento di un pollaio, dunque 3.000 galline non si riferiscono a un intero edificio comprendente più pollai. È sufficiente inserire una parete di di legno per suddividere lo spazio abilmente e riuscire così a ospitare fino a 50.000 galline in un unico stabilimento» queste le parole di Molling.

Quali uova scegliere

Rbb invita il consumatore a scegliere le uova che riportano i nomi demeter e Bioland, associazioni con norme molto più rigide in materia di biologico che assicurano che il numero di galline in un pollaio non superi i 3.000. Gli allevamenti migliori che concedono più spazio agli animali sono quelli che prevedono i cosiddetti “pollai mobili”, come per esempio nel villaggio ecologico Brodowin: i “pollai mobili” consentono di trasportare velocemente e agevolmente le galline in aree in cui l’erba è ancora verde e fresca, permettendo così alla sezione di prato consumata di rigenerarsi.

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Foto di copertina © moigram CC0