Berlino, il Berghain diventa “luogo d’interesse culturale”. Pagherà tasse come la Philharmonie
«Il Berghain non si limita a offrire divertimento ai suoi frequentatori ma, con le sue serate techno, produce vera cultura»: non è l’opinione parziale di qualche appassionato frequentatore, ma la sentenza emessa dal Finanzgericht Berlin-Brandenburg, il tribunale che decide in materia fiscale nella capitale tedesca. La notizia, riportata originariamente da Der Spiegel e poi rimbalzata su diversi media tedeschi, segna un punto importante per il celebre club di Ostbahnhof, che vede così ufficialmente riconosciuto il suo ruolo culturale nella storia della città. Ma, prima di tutto, si tratta di una questione di tasse: vediamo perché.
Tasse e cultura. ll diritto tributario tedesco prevede un imposta del 19% per club e locali che si limitano a offrire eventi ricreativi, mentre la pressione fiscale scende al 7% – quasi un terzo – per enti e associazioni culturali. Fino al 2008 il Berghain rientrava in questa seconda categoria, poi l’amministrazione berlinese ha deciso di “declassarlo”. Il noto tempio della techno ha dunque fatto ricorso e giovedì scorso è arrivata la sentenza del Finanzgericht a dargli ragione. Davanti al tribunale è così andata in scena un’autentica disputa culturale, con il Finanzamt competente a sostenere che nel Berghain si offre puro intrattenimento, in quanto lì «si balla, si beve, ci si droga e ci si lascia inebriare dalla musica» e i difensori del club a controbattere che si può essere pervasi da un tale sentimento anche di fronte a un’esibizione di musica classica.
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Ai posteri l’ardua sentenza. Senza avventurarci in una discussione estetica che ci condurrebbe troppo lontano, ci limiteremo a ricordare l’importanza del dionisiaco e dei baccanali fin dal mondo greco-romano e della famosa massima di Nietzsche secondo cui la vita, senza musica, sarebbe un errore. Ora il nodo gordiano, probabilmente, è stabilire se quanto avviene tra le mura del Berghain è musica e arte nel senso alto dei termini. Qui le opinioni si divideranno necessariamente. Il Finanzgericht di Berlino, intanto, ha sancito una verità giudiziale (e dunque provvisoria): in Germania la techno è cultura, e come tale deve essere tassata.
Foto di copertina © Giovanna Ruscitti