9 curiosità sulla storia della birra tedesca che non tutti conoscono
La storia della birra tedesca è segnata da alcuni avvenimenti memorabili, sconosciuti ai più
Nessuno ignora la fama della birra tedesca. La sua storia è invece costellata di eventi curiosi che non tutti conoscono, dal Decreto di Genuinità del 1516 all’impiego di funghi velenosi come conservanti passando per le origini dell’Oktoberfest di Monaco di Baviera. Di seguito riportiamo 9 fatti curiosi sulla storia della birra tedesca che bisognerebbe conoscere assolutamente.
1.
Nel 1516 il Duca Guglielmo IV di Baviera fece emettere un’ordinanza destinata a cambiare la storia della birra tedesca. Il Reinheitsgebot, letteralmente Decreto di Genuinità, obbligava i birrai bavaresi a impiegare soltanto tre ingredienti nella preparazione: orzo, luppolo e acqua. La legge prevedeva multe e sequestri per i trasgressori. Nel 1871, anno di unificazione della Germania, la Baviera pose come requisito fondamentale della sua adesione al nuovo Stato l’estensione del Decreto di Genuinità a tutto il Paese. Ciò avvenne probabilmente per tutelarsi dalla concorrenza delle birrerie settentrionali, che impiegavano anche altri ingredienti come ad esempio il malto di frumento e producevano addirittura birre aromatizzate (famose quelle alla ciliegia). La legge, ancora in vigore negli anni della Guerra fredda, fu interpretata dai birrai stranieri come una misura protezionistica volta a scoraggiare le importazioni.
2.
Nel Decreto di Genuinità non era menzionato il lievito, ingrediente fondamentale nella preparazione della birra. Questo fu scoperto soltanto nel XIX secolo dal chimico francese Louis Pasteur. Pur ignorando l’esistenza dei microorganismi responsabili della fermentazione, la tradizione dei secoli precedenti insegnava ai mastri birrai che il fondo di una preparazione doveva essere aggiunta a quella successiva, permettendo così il processo. Inoltre l’aria che circolava nelle birrerie era satura di spore di lievito, che aiutavano la preparazione. Ai birrai dell’Alto Medioevo, la fermentazione della birra appariva come una sorta di miracolo inspiegabile.
3.
La tradizione birraia tedesca è strettamente legata ai monasteri. I monaci erano soliti consumare birra nei periodi di digiuno, della durata di 40 giorni. Paragonata a una sorta di zuppa, la birra era chiamata dai monaci “pane liquido”. L’abbazia di Weihenstephan, in Baviera, iniziò a produrre birra nell’VIII secolo. Un documento riporta che nel 1040 la città di Frisinga autorizzò effettivamente la produzione di birra nel monastero. Secolarizzato da Napoleone nel 1803 e ancora in funzione, Weihenstephan è il birrificio più antico del mondo ancora in funzione.
4.
Anche nel Medioevo i maestri birrai avevano l’esigenza di conservare il loro prodotto. Non disponendo di conservanti industriali, utilizzavano principalmente il luppolo e l’ortica, ma in alcuni casi anche ingredienti dai dubbi effetti sulla salute come la fuliggine e l’amanita muscaria. Quest’ultimo è un fungo estremamente velenoso, usato sin dall’antichità come insetticida, da cui il nome amanita muscaria (da musca, mosca). Dopo l’introduzione del Decreto di Genuinità fu utilizzato soltanto il luppolo, come prescritto dalla legge.
5.
Il termine Lager deriva dal tedesco lagern, conservare. Il prototipo della moderna birra Lager nacque infatti in Baviera nel 1539, con l’introduzione di una legge che obbligava i birrai a lavorare soltanto nei mesi freddi dell’anno, tra le due importanti festività di San Michele (29 settembre) e San Giorgio (23 aprile). Per garantire le forniture anche durante l’estate, i birrifici iniziarono a conservare le botti dentro cantine buie e fredde, spesso sotto grandi blocchi di ghiaccio. Conservare la birra per un periodo di tempo superiore a un mese permette ai residui di sostanze come il lievito e il luppolo di depositarsi sul fondo, conferendo alla Lager la sua nota trasparenza (processo di autofiltraggio).
6.
La più famosa delle birre lager è la Pilsner (cioè di Pilsen; Plzeň in lingua ceca). Questa fu inventata nell’omonima città della Boemia all’inizio del XIX secolo. Autore della scoperta fu il birraio bavarese Josef Groll, invitato a Pilsen dal birrificio Mestansky Pivovar. L’esperienza di Groll, unita al gusto tipico del luppolo di Saaz e alle acque morbide di Plzeň, produssero una lager diversa dal solito, di colore dorato e dal caratteristico aroma di luppolo.
7.
Federico II Hoenzollern, re di Prussia, nel 1777 decretò: «È vergognoso questo incremento nella quantità di caffè consumata dai miei sudditi e l’ammontare di denaro che conseguentemente esce dal Paese. La mia gente deve bere birra. Sua Maestà è stata cresciuta a birra e così i suoi avi». La misura protezionista era volta a scoraggiare le importazioni di caffè e a difendere i produttori di birra dalla concorrenza della nuova bevanda, sempre più diffusa anche tra i ceti umili. Nel 1781, quattro anni dopo, lo stesso re dichiarò il caffè monopolio di stato. Per assicurare il rispetto della norma, inviò nelle strade delle spie con il compito di annusare l’aria e scoprire eventuali contrabbandieri.
8.
Nel 1648 si aprirono le trattative che avrebbero condotto alla Pace di Westfalia, atto conclusivo della Guerra dei Trent’anni. L’accordo avrebbe sancito la fine delle aspirazioni asburgiche di imporre il cattolicesimo come religione ufficiale del Sacro Romano Impero e la conseguente affermazione del protestantesimo. Ai negoziati partecipò come legato pontificio il cardinale Fabio Chigi, che sarebbe diventato papa pochi anni dopo con il nome di Alessandro VII. Nonostante la disfatta diplomatica, il cardinale ebbe tempo di fermarsi a Münster per assaggiare la famigerata Altbier (birra vecchia) importata da Düsseldorf e la trovò ottima. L’aneddoto si mostra sotto un’altra luce se si tiene presente l’eterna rivalità birraia tra le tifoserie della scura Altbier di Düsseldorf e della lager Kölsch di Colonia.
9.
L’Oktoberfest è la festa della birra più famosa al mondo, ma non tutti ne conoscono le origini. Il 12 ottobre 1810 a Monaco di Baviera si sposarono il principe Ludwig e la principessina Teresa. Ai festeggiamenti parteciparono anche i loro sudditi. I regnanti comandarono una grande festa in una piazza della città, che a partire da quel momento prese il nome di Theresienwiese, “il prato di Teresa”. Da allora i veri abitanti di Monaco si riferiscono all’Oktoberfest con l’appellativo di die Wies’n, il prato.
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Immagine di copertina: beer, © Yukiko Matsuoka, CC BY 2.0