Le 9 cose che ti mancano di Berlino quando non sei a Berlino

di Monica Manzoni*

Cosa mi manca di Berlino

Può capitare che, dopo aver vissuto a Berlino per un po’, dobbiate allontanarvene per qualche tempo. Può capitare specialmente se siete freelance e a un certo punto vi ritrovate ad avere più scarpe che piedi. Può capitare se avete una relazione a distanza. Quando sarete lontani ci saranno alcune cose che vi mancheranno. Ecco la lista delle mie. Personalmente sono sempre stata appassionata di liste, ma da quando vanno di moda sul web sono un po’ indispettita. Così ho voluto sfuggire all’obbligo di stilare i canonici 10 punti. E ne ho scritti 9.

1. L’odore della metro

Difficile da descrivere, ma inconfondibile. Né piacevole, né spiacevole. Le vostre narici lo registrano senza che ve ne rendiate conto. Alla vostra prima assenza nemmeno ci pensate, poi ritornate, lo ritrovate e vi si apre un mondo. L’odore della metro diventa l’odore “che fa Berlino” e se non lo sentite vi manca. Almeno, a me è successo così.

2. I mezzi pubblici che nel week end funzionano 24 ore su 24

C’è bisogno di aggiungere altro?

3. Il gusto del mango

No, non mi riferisco al mercato berlinese della frutta esotica, ma prendo in prestito un’espressione di Adam Fletcher – inglese autore di bestseller come How to be German o Denglish for Better Knowers. All’inizio del suo ultimo successo, Make Me German, Adam spiega alla perfezione perché il primo periodo vissuto all’estero è solitamente così esaltante: in una città straniera non siamo più uno tra tanti. Siamo diversi. Speciali. Interessanti. Esotici. Come un mango fresco.

4. La “modalità aereo” sui mezzi pubblici

Non importa quanto possiate sapere bene il tedesco. Per il vostro cervello sarà sempre relativamente facile “staccare la spina” quando siete sulla S-Bahn o sull’U-Bahn e non avete voglia di sentire le chiacchiere dei vostri vicini, bensì solo di concentrarvi sul vostro libro o i vostri pensieri. Sarete presenti, ma assenti. “Accesi”, ma non “ricettivi”, come un cellulare in modalità aereo, appunto. In patria, ahimè, questo è impossibile. Vi arriveranno sempre frammenti di conversazioni non richieste, purtroppo spesso a volume troppo alto.

5. I prezzi per mangiare fuori o andare a bere qualcosa

Dovunque andiate, in Italia vi sembra tutto più caro (e il portafogli soffre). Dato di fatto o impressione condizionata dai luoghi comuni? Sia come sia, se non ordinate da bere a pranzo sembrerete un marziano, mentre a Berlino accade esattamente il contrario.

6. Il tempo

Sì, proprio nel senso di tempo atmosferico. Se a Berlino c’è un tempo infame, alzate le spalle, del resto ve lo eravate immaginato. Se invece è bel tempo… ottimo! Insomma, in Germania avete un win-win: o il tempo vi riconferma nelle vostre aspettative (e a chi non piace avere ragione?), o vi sorprende piacevolmente. Toll!

7. I WG Party

Sorta di bolle spazio-temporali che vi permettono di sentirvi eternamente ventenni ma mai ridicoli, i WG Party sono un affascinante condensato dell’essenza festaiola ma rilassata e non pretenziosa di Berlino. Una bottiglia di vino come lasciapassare – e il bello è che basta pure quello del Netto da 2 euro, l’importante non è cosa portate, ma l’atteggiamento con cui arrivate – e siete pronti a lanciarvi in nuove appassionanti conoscenze, dai 18 ai 35 anni. Cioè, dai 20 ai 20 anni, dicevamo.

8. La torre della tv di Alexanderplatz

 Non vederla più sbucare da ogni angolo e occupare ogni punto cardinale è semplicemente destabilizzante. È come le (rarissime) volte in cui siete a Berlino e non la vedete e vi prende il panico: “Ma dove sono finito? Oddio, non sono più a Berlino?” Eh, già.

9. Il doch

Si può discutere quanto si vuole della lingua italiana e della lingua tedesca, dei rispettivi pregi e difetti, ma una cosa a mio parere è innegabile: l’oggettiva utilità del doch. Ci vuole parecchia pratica perché il doch diventi naturale, ma quando finalmente il miracolo si compie, non si torna più indietro. “Non hai mandato quella mail al cliente?” vi rimprovererà un giorno il vostro capo italiano. Vorrete rispondergli, calmi e sicuri di voi: “Doch!” E invece vi usciranno prima un “sì” e un “no” smozzicati e poi una contorta frase esplicativa che il vostro capo non sentirà mai, perché avrà già smesso di darvi attenzione da almeno 30 secondi, certo della vostra inefficienza. Così, senza il doch non avrete mai una promozione.

Ci saranno anche delle cose di Berlino che non vi mancheranno, quando sarete lontani. Almeno così si dice. Ne riparliamo però quando mi sarà un po’ passata l’Heimweh (nostalgia)

*Monica Manzoni: Autrice, editor e traduttrice, vive a Berlino dall’inizio del 2014 e si divide tra la Germania e l’Italia, per lavoro e per amore. Cerca di fare piani a lungo termine, ma per ora procrastina splendidamente. 

Berlino Schule tedesco a Berlino

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