50 anni di Union Berlin, la squadra punk di Berlino Est che inneggiava contro la Stasi
Sportivamente parlando, Berlino è molto quotata per quanto riguarda il basket e l’hockey su ghiaccio. Il calcio invece, divide in due la città. L’ipotetico muro della fede calcistica vede da una parte l’Hertha Berlin, uno dei club più antichi di Germania che spesso lotta per la salvezza in Bundesliga (quest’anno invece sta andando benissimo) e dall’altra l’Union Berlin, società pressochè sconosciuta a livello europeo che invece attira le simpatie di moltissimi nuovi berlinesi. Nelle ultime stagioni, l’Union ha giocato nel secondo campionato di Germania, la Zweite Bundesliga, e quest’anno si è celebrato il cinquantesimo anno di attività di questa società che è l’unica a Berlino ad avere origini “umili”. In contrapposizione con gli altri club di origini elitarie, Hertha compreso, l’Union Berlin nacque per il volere di alcuni metalmeccanici appassionati di calcio e durante il periodo della DDR è stata la squadra patrocinata dal sindacato degli operai.
Eisern Union, anima e sangue della squadra
Fortemente politicizzata, la tifoseria dell’Union Berlin, gli Eisern Union (un gioco di parole che si traduce come “unione di ferro” facendo comunque riferimento al lavoro in fabbrica) sono il principale motivo per cui l’Union Berlin attira cosi tante simpatie a sé. Negli anni, i tifosi hanno dimostrato un attaccamento alla maglia bianco-rossa fuori dal comune e soprattutto una creatività quasi unica; A dimostrarlo ci sono iniziative promosse negli anni che hanno fatto la storia.
Quella più clamorosa è stata senz’altro la WM Wohnzimmer per cui la società (anch’essa composta da tifosi, a partire dal presidente) ha permesso a 800 fan di portare all’interno del campo da gioco altrettanti divani per guardare le partite della Coppa del Mondo del 2014. Oltre ad aver vinto dei premi come il Fan Experience a Barcellona, questo evento ha fatto conoscere l’Union a molti nuovi berlinesi.
Ed è proprio il sangue dei tifosi ad essere stato la salvezza della società, letteralmente. L’Union Berlin ha infatti vissuto il periodo successivo alla reunificazione tedesca tra mille difficoltà economiche, tanto che per ben due volte non ha ottenuto il certificato per giocare in Zweite-Liga nonostante la promozione ottenuta sul campo e nel 2004, con un ammanco di un milione e mezzo di euro, gli Eisern hanno promosso un’iniziativa per vendere il proprio sangue alle emeroteche degli ospedali in modo da donare il ricavato alla società. L’iniziativa è stata molto seguita tant’è che l’allora sindaco di Berlino, Klaus Wowereit, ha donato un prelievo del suo sangue e molte celebrità hanno fatto lo stesso. Fondamentale è stato l’aiuto arrivato dalla tifoseria gemellata del St. Pauli.
Quattro anni dopo, i tifosi hanno salvato di nuovo la società garantendo l’omologazione del vecchio stadio Alte Försterei di Köpenick: la società mancava di fondi per i necessari lavori di ristrutturazione e cosi oltre 2000 tifosi hanno letteralmente ricostruito lo stadio dopo 140mila ore di lavoro.
Le origini povere dell’Union Berlin si sono incrociate con la storia della Germania stessa e non è un caso che la Dynamo Berlin, temibile (e temuta) squadra della STASI, fosse l’acerrima rivale degli Eisern. Anche per questo motivo gli spalti delle partite dell’Union si sono riempiti di punk e hippy che trovavano nelle tribune dello stadio un luogo di momentanea libertà. Massima espressione di questo fenomeno è l’inno dalla squadra composto da una leggenda del punk mondiale: tifosa della prima ora, Nina Hagen ha composto nel 1998 Eisern Union, canzone che viene ascoltata prima di ogni incontro casalingo dell’Union.
Uno dei momenti migliori per avvicinarsi alla cultura dei tifosi dell’Union è Natale, quando lo stadio viene aperto a tutti e si festeggia a suon di glühwein. Qui le canzoni di natale sono alternate con i cori che la tifoseria canta durante le partite. Il tutto è nato nel 2003 quando una settantina di tifosi si riunirono allo stadio per fare festa, quest’anno erano presenti circa 25.000 persone.
20 Gennaio 1966: nasce l’Union
Il 24 gennaio 2016 si è giocata all’Alte Försterei l’amichevole contro il Borussia Dortmund. L’incontro, vinto 3-1 dal Dortmund, celebrava il mezzo secolo di attività dei bianco-rossi, esattamente cinquant’anni prima nasceva l’1. FC Union Berlin. Le origini della squadra in realtà, sono riconducibili fino al 1906, quando nacque l’Olympia Oberschöneweide. Poi le vicissitudini delle guerre e della divisione portano il club a cambiare nome e sede molte volte. Nel 1961, con la costruzione del Muro, molti giocatori si spostano a ovest e formano una Union Berlin che gioca con le squadre occidentali e nel ’66, la squadra ad est prende l’attuale nome. Inizia cosi un andamento di prestazioni altalenanti che vedono la squadra scendere e salire dalla DDR-liga mentre la Dynamo vince stranamente dieci campionati di fila. L’unico trofeo conquistato è la Coppa di Germania Est del 1968 (foto di copertina).
Quando, nel 1990, la Germania torna ad essere una sola nazione, l’Union naviga in cattive acque finanziarie e nel ’93 e nel ’94 è costretta a rimanere nella Oberliga vedendosi negata l’iscrizione alla Zweite Liga nonostante la vittoria del campionato. Ma il migliore momento della cinquantennale storia dell’Union è all’inizio del nuovo millennio quando nella stagione 2000/01 riesce finalmente a qualificarsi alla seconda divisione tedesca ed addirittura arriva in finale di Coppa di Germania che perderà contro lo Schalke 04. L’anno successivo, da neopromossa in Zweite Liga, la squadra chiude la stagione in sesta posizione e riesce anche ad arrivare al secondo turno di Coppa UEFA, il tagliando per la competizione europea è arrivato grazie alla finale dell’anno prima. Nonostante i risultati però, la situazione finanziaria si aggrava e nel 2004 la squadra sprofonda nei campionati regionali e viene salvata solo grazie al sangue dei tifosi. Il 2007 è l’anno della resurrezione e da allora l’Union Berlin milita in Zweite Liga, quest’anno la squadra sta avendo delle difficoltà e un cambio di allenatore potrebbe essere la svolta per allontanarsi dalla zona retrocessione.
Nonostante giochi in un campionato minore, l’Union attira a sé le simpatie di molti berlinesi e anche chi segue il più serio Hertha, non può non subire il fascino di una squadra di calcio che ha una storia simile alla città in cui risiede fatta di divisioni e problemi economici, ma anche di creatività e spirito fuori dal convenzionale. Arrivata al traguardo dei cinquanta, non si può non augurare alla squadra un altro mezzo secolo di attività, magari senza trofei importanti, ma sempre con divani in campo ed un inno punk.