Io, insegnante precario dal 2006, oggi sono stato nominato ordinario. Felice, ma stanco.
di Roberto Donati
Prendi Ottimo alle Medie. Prendi 100 alle Superiori. Prendi 110 e lode all’Università, Lettere Moderne, Roma. Vuoi fare il regista, lo sceneggiatore, il fumettista. Vuoi fare insomma “l’autore”, collabori con nomi importanti (Garrone, Angelini, ecc.), ma portano quasi a niente purtroppo. Cominci a insegnare – saltuariamente dal 2006, regolarmente dal 2008. Nessuna abilitazione specifica, ma comunque scuole pubbliche, istituti o licei non scientifico-classici. Ti cominciano a ridurre la tua materia d’insegnamento d’elezione nel 2011, nel 2013 è già esaurita. Metastasi fulminante. Pensi che non insegnerai mai più. Riesci a rinascere in altra classe di concorso. Ti reinventi. In mezzo vinci il Concorso 2012, ma con riserva e tocca aspettare. Fai due anni di supplenze, in due e tre scuole diverse e lontane fra loro. Prendi 100 a una prima abilitazione (PAS) in classe di concorso che, per strani giri, non ti servirà mai a niente. Per non sbagliare, e un po’ per acqua alla gola, prendi un Certificato Linguistico, la Patente Informatica Europea e un Attestato LIM perché fanno punteggio. Superi la pre-selezione per entrare al Corso di Specializzazione sul Sostegno, che congeli perché intanto prendi 100 a una seconda abilitazione (TFA) nell’altra classe di concorso in cui sei rinato. E’ in assoluto l’esperienza più umiliante e avvilente della tua vita, nemmeno finirla ti garantirà catarsi e soddisfazione. Dal grigiore accademico italiano non se ne esce.
E’ il 29 luglio 2015 quando questo succede, oggi. Torni a casa. Scopri che nello stesso giorno, sempre oggi, il tuo Independence Day da ora in avanti, a seguito dello scioglimento della riserva sei un vincitore ordinario di concorso e sei stato ufficialmente nominato di ruolo su Lettere alle Superiori, esattamente dove avresti voluto essere nominato (sede ancora da decidersi a parte). Sorridi per l’ironica coincidenza della sorte. Ti dici che in fondo sei stato quasi fortunato, meno di dieci anni di precariato. Ma in realtà sei solo un po’ stanchino: te lo sei fottutamente meritato.
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Photo Robin Williams – L’Attimo Fuggente