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Berlino, annullato il concerto dei Murder Capital per solidarietà alla Palestina

In Germania cresce la pressione sulle espressioni di solidarietà verso la Palestina. Dopo le proteste, anche la scena musicale finisce nel mirino di censure e divieti

Il concerto dei Murder Capital a Berlino è stato cancellato per aver esposto la bandiera palestinese durante le date precedenti del tour. Dichiararsi pro-Palestina è diventato sempre più complesso in Germania. Dopo episodi di repressione sfociati in multe salate e arresti di manifestanti pro-Palestina — tra cui un italiano nel 2023 — anche il mondo della musica ne subisce le conseguenze.

Murder Capital: concerto cancellato a Berlino per la bandiera palestinese

L’ultimo caso ha coinvolto i Murder Capital, band post-punk irlandese, che si è vista cancellare il concerto previsto a Berlino il 10 maggio scorso. La causa? Aver esposto la bandiera palestinese durante le precedenti tappe del tour mondiale.

Lo show era in programma al Club Gretchen, nel quartiere di Kreuzberg, per promuovere il terzo album della band, “Blindness”, pubblicato a febbraio. I membri del gruppo hanno saputo della cancellazione solo all’arrivo nella capitale tedesca.

La reazione della band

I Murder Capital hanno appreso la notizia la mattina stessa del concerto, ormai già atterrati nella capitale tedesca. Increduli dell’accaduto, i membri del gruppo hanno protestato nel pomeriggio davanti al Club Gretchen, esponendo proprio la bandiera della Palestina che avrebbero appeso sul palco la sera della performance. James McGovern, frontman del gruppo, ha preso parola a nome dell’intera band, dichiarando davanti ad un gruppo numeroso di fan,

Abbiamo parlato a lungo, per circa un’ora, su cosa fare. Alla fine abbiamo deciso che la bandiera sarebbe rimasta sul palco. È stata una scelta presa con convinzione, anche se abbiamo valutato le possibili conseguenze — tipo: e se decidono di cancellare il concerto? Abbiamo pensato molto a voi, perché per noi contate davvero, lo dico con sincerità. E alla fine abbiamo scelto di non togliere la bandiera.

 

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“Non è politica, è umanità”

Il gruppo aveva preso in considerazione l’idea di sostituire la bandiera con uno striscione con scritto “Free Palestine”, ma le autorità non l’avrebbero comunque permesso. Un divieto che confermerebbe, secondo McGovern, la repressione tedesca non solo nei confronti delle bandiere nazionali, ma anche di ogni forma di dichiarazione politica, specificando che per loro

Non è solo una dichiarazione politica, ma umanitaria. Lo ripetiamo da sempre in tutte le interviste: non è una questione di politica, ma di persone che stanno morendo e venendo massacrate ogni giorno, e tutto ciò sta accadendo ora.

In qualità di band che ha ormai portato questa bandiera sul palco in innumerevoli concerti, sarebbe sbagliato rimuoverla dal palco solo per accontentare il locale. Non siamo d’accordo con questa scelta.

I Murder Capital hanno poi espresso il desiderio di vivere in un mondo in cui la musica dal vivo, il teatro e l’arte in generale non vengano influenzati dalle discussioni politiche.
La protesta è terminata con uno spontaneo live in acustico di fronte al locale.

 

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La legge tedesca 

La Germania ha leggi molto rigide contro l’incitamento all’odio e l’antisemitismo. Recentemente, anche i concerti dei Kneecap, un altro gruppo irlandese, previsti in Germania sono stati annullati a causa delle dichiarazioni pubbliche della band al Coachella contro le operazioni del governo israeliano in corso a Gaza.

La censura contro i Kneecap ha suscitato una forte risposta nel mondo musicale: numerosi artisti — tra cui Pulp, IDLES, Fontaines D.C. —hanno firmato una lettera diffusa successivamente dalla loro etichetta, Heavenly , in difesa della libertà di espressione degli artisti. Nella lettera si legge:

In una democrazia, nessun politico o partito dovrebbe avere il potere di decidere chi può o non può esibirsi in festival o concerti seguiti da migliaia di persone.

I recenti annullamenti di concerti in Germania evidenziano le crescenti tensioni tra espressione artistica e normativa politica, in un contesto segnato da sensibilità elevate sul conflitto israelo-palestinese. Mentre il dibattito sulla libertà d’espressione si fa sempre più acceso, resta aperta la questione su quali siano i limiti accettabili per le manifestazioni di solidarietà politica nel panorama culturale europeo.

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