Wilmina, l’hotel di Berlino che un tempo era una prigione
Nel cuore di Berlino Ovest, a Charlottenburg, si trova l’hotel Wilmina, un’ex prigione femminile abbandonata
L’edificio, costruito nel 1896, era inizialmente un tribunale penale e una prigione. Durante la Seconda Guerra Mondiale, divenne poi una prigione per donne ostili al regime nazista e fino al 1985 fu utilizzato come centro di detenzione minorile e ufficio del catasto.
Abbandonato per più di vent’anni, nel 2010 l’edificio venne acquistato da una coppia di architetti, Armand Grüntuch e Almut Grüntuch-Ernst, che hanno deciso di ristrutturare l’edificio e convertirlo in un hotel. Nel 2022, dopo 10 anni di lavori, l’hotel ha finalmente aperto le porte.
La coppia di architetti ha cercato di creare spazio che offrisse lusso e comfort agli ospiti, senza però cancellare l’eredità storica dell’edificio. Nell’aprile 2024 l’hotel Wilmina ha ricevuto una chiave Michelin, l’equivalente della stella Michelin per gli hotel e ha vinto il premio tedesco per la sostenibilità per l’architettura.
La ristrutturazione dell’edificio
Il progetto di ristrutturazione è stato pensato per invertire il significato originario del luogo. L’edificio, che un tempo era sinonimo di asocialità, distruzione, spersonalizzazione, è stato trasformato in un luogo di comunità, convivenza, comunicazione e incontro.
L’obiettivo degli architetti era quello di preservare l’autenticità della struttura, rispettando la sua storia, ma allo stesso tempo trasformandola in un ambiente moderno e accogliente. Gli spazi di una prigione, secondo l’architetto Grüntuch-Ernst, non sono poi così distanti da un monastero o un hotel.
L’edificio che un tempo ospitava il tribunale è stato trasformato nell’Amtsalon, uno spazio culturale dedicato a eventi e attività artistiche. Il cuore pulsante dell’hotel è il grande giardino centrale, un angolo di natura che si è sviluppato spontaneamente negli anni in cui l’edificio è stato abbandonato. L’asfalto è stato sostituito da aiuole e piante rampicanti, creando così un’oasi verde.
L’hotel invece è stato realizzato nell’edificio che un tempo ospitava la prigione. La vecchia struttura è rimasta quasi del tutto intatta, mantenendo anche alcuni dettagli come le porte delle celle.
Prigioni che diventano hotel: un fenomeno in espansione
L’hotel Wilmina non è un caso isolato. In tutto il mondo edifici penitenziari sono stati converti in hotel di lusso o strutture culturali. Un esempio celebre è il Four Season Hotel di Istanbul, situato in un ex carcere ottomano.
La ristrutturazione di edifici storici, oltre a preservare il patrimonio culturale, offre anche un’alternativa sostenibile alla demolizione e alla costruzione di nuove strutture. Mantenere in vita edifici dal valore storia e architettonico, adattandoli a nuove esigenze può essere più economico e più rispettoso dell’ambiente rispetto alla demolizione e alla costruzione di nuove strutture.
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