Un reperto archeologico in terracotta rubato a Terracina è stato ritrovato a Berlino

Una maschera in terracotta “torna a casa”. Il reperto archeologico rubato da Terracina, è stato ritrovato a Berlino

A Berlino è stata rinvenuta una maschera in terracotta risalente al IV secolo A.C, alta appena 9 centimetri e larga poco più di 6. È stato un cittadino tedesco residente in Baviera a contattare l’Ambasciata d’Italia a Berlino. L’uomo ha dichiarato di essere in possesso di questo piccolo gioiello da almeno 70 anni, quando sua moglie l’avrebbe ricevuta in dono da un ragazzo di Terracina durante la sua gioventù. Capiamo quale è il valore di questo reperto. Non ha solo un valore di testimonianza storica.

Tradizionalmente si è palesato il peculiare desiderio dell’uomo di vedersi dal di fuori attraverso una maschera ed eventualmente di “vestirsi” di essa. La maschera interroga l’uomo che la osserva di sé stesso, sul bisogno che ha di auto-rappresentarsi e di perpetuarsi nel tempo. Testimonia il mistero dell’essere umano che si ri-produce per conoscersi, senza ri-conoscersi. Ebbene, la ragione per cui la maschera ha percorso chilometri verso Nord non è di carattere antropologico o artistico. O forse sì, nel senso che mostra la mente umana che sfugge spesso a ragionamenti logici lineari e pone gli oggetti fuori dal proprio contesto naturale. L’episodio del dono della maschera esula da questo bisogno.

Il reperto archeologico di Terracina è stato donato 70 anni fa ad una donna tedesca

Il bene è stato rubato per motivazioni bizzarre. Non è stato riconosciuto come un bene culturale ma come gli è stato attribuito un valore “seduttivo“. Una donna tedesca ha ricevuto in dono da un ragazzo di Terracina la suddetta maschera come pegno d’amore. Lei ha accettato il reperto e lo ha portato in Germania. Si è sposata con un uomo residente in Baviera e la coppia ha posseduto la maschera per 70 anni finché il marito della donna ha deciso di denunciarne il possesso alle autorità competenti.

Il 5 aprile 2024 i carabinieri che controllano la Tutela delle Opere in Italia si sono occupati di riportare in Italia il reperto. È stato consegnato nelle mani del sindaco di Terracina, Francesco Giannetti, e dell’Assessore alla Cultura Alessandra Feudi ed è stato preso in custodia dall’Amministrazione Comunale. Sarà ora la Soprintendenza a inventariare l’opera e studiarla. Ancora non è certa la sua esatta datazione e possibilmente anche la sua provenienza.

Altri furti d’arte a Terracina e dintorni

Partiamo da Terracina e poi allarghiamoci nel Lazio per capire che il fenomeno del furto di opere d’arte non è fatto solo per amore. Spesso i reperti sono di origine romana. Il famoso architrave recuperato nel 2011 era in vista in una famosa gelateria di Roma. Il fenomeno del furto di opere d’arte è molto diffuso nel Lazio in generale e non coinvolge solo reperti archeologici. Nel maggio 2017, una banda specializzata in furti di opere d’arte accede alla chiesa di Sant’Erasmo a Gaeta dove vengono asportati una teca contenente la reliquia del santo e un urna con le ossa di Sant’Erasmo. Nel corso dell’indagine sono state documentate ricettazioni di opere indebitamente uscite dalle province di Napoli, Latina, Frosinone, Firenze, Bolzano, Roma, Potenza, Avellino e Salerno. Se escludiamo Firenze e Bolzano, l’area in cui si sono concentrati i furti nel basso Lazio e nel sud Italia.

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