Storia e leggenda della Pastiera Napoletana
L’origine della Pastiera napoletana, simbolo della tradizione pasquale. Anche a Berlino si celebra la sua importanza
*di Antonietta Pezzullo
La pastiera napoletana è tra i dolci più conosciuti e apprezzati non solo in Italia, ma anche all’estero. Infatti, a Berlino Ich Cucino, nell’edizione 2017-2018, ha organizzato dei corsi dedicati alla cucina italiana per insegnare la preparazione della torta. La Pastiera resta un simbolo radicato nella tradizione pasquale, che con le sue uova diventa un segno imprescindibile di Nuova Rinascita.
L’origine storica della Pastiera napoletana
Le sue origini risalgono al XVI secolo, inizialmente una torta mista tra dolce e salato, come dimostra la ricetta riportata nel Lo scalco alla moderna di Antonio Latini. Il trattato pubblicato a Napoli tra gli ingredienti prevedeva non solo la ricotta e il grano, acqua rosa muschiata, uova, ma anche il parmigiano, i pistacchi, il sale e il pepe.
In seguito l’impasto viene modificato in versione dolce, nel convento di San Gregorio Armeno dalle suore. E nel 1837 la pastiera appare come la conosciamo oggi nel ricettario Cusina casarinola all’uso nuosto napolitano di Ippolito Cavalcanti. Il nome potrebbe derivare dal termine pasta, diffuso in Campania. Inoltre, esistono delle varianti nella preparazione legate alle tradizioni locali, come l’aggiunta della crema e cioccolato o del riso, invece del grano e della ricotta.
Secondo un’antica leggenda, la pastiera è associata alla sirena Partenope, che vive nelle acque di Posillipo e il Vesuvio, incantando gli abitanti con le sue melodie. In cambio la popolazione offre ogni anno alla sirena: la farina, il grano, le uova, la ricotta, l’acqua di fiori d’arancio e lo zucchero. Tutti ingredienti che poi Partenope con l’aiuto degli Dei, unisce creando la Pastiera. Comunque, anche se l’idea della sirena che impasta sembra improbabile, la storia piace e la pastiera pure. Tanto da meritare il riconoscimento di Prodotto Agroalimentare Tradizionale Campano.
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Ingredienti della Pastiera napoletana
Per fare la pasta frolla, sul tavolo da cucina occorrono 350 g di farina, 175 g di burro o strutto, 140 g di zucchero, due uova intere e scorza di un’arancia. Per il ripieno invece devono essere lavorati assieme 350 g di ricotta vaccina, 250 g di zucchero, 300 g di grano precotto, 200 ml di latte, due uova intere, un tuorlo, 150 g di canditi (cedro e arancia), due cucchiaini di acqua di fiori d’arancio, scorza di due arance, scorza di un limone e infine un pizzico di sale.
*Antonietta Pezzullo lavora come Bibliotecaria presso il Pontificio Collegio Maronita (RM). Autrice di una raccolta di poesie: Orizzonti di nebbia, premiato nel 2011 al concorso nazionale letterario Opera Uno. Ha pubblicato un racconto edito con Caosfera I neuroni alla riscossa (2014), Un abusivo nel mio letto con Aracne Editore (2019), Mario brano presente nella antologia letteraria Illegittima Offesa: sguardi letterari sulla guerra, (2022). Scrive per IlFormat.info quotidiano online, sulla pagina culturale. Prossima pubblicazione: 16 mesi per un giorno d’amore: scarso.
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