In Germania con la nuova legge 10 mila euro di multa se riveli il sesso della persona
La Germania ha approvato una nuova legge su l’autodeterminazione. Basterà un’auto-dichiarazione per cambiare sesso anagrafico e nome. Sono previste anche multe salate nel caso venga divulgato il sesso precedente della persona
Il primo novembre 2024, in Germania, entrerà in vigore la nuova legge sull’autodeterminazione. Sarà possibile già dal 1 agosto presentare le domande per il cambio del nome e del sesso anagrafico. La nuova legge, Selbstbestimmungsgesetz, sostituirà la vecchia Transsexuellengesetz che risale al 1980. Questa era una legge che prevedeva pratiche umilianti e invasive per la persona che decideva di cambiare sesso anagrafico e nome, come le perizie psicologiche o le decisioni di un tribunale.
Dal primo novembre, quindi, le persone trans, intersessuali e non binarie potranno cambiare sesso anagrafico e nome presentando una semplice domanda all’ufficio dello stato civile, senza necessità di perizie o approvazioni giuridiche.
Per tutelare i percorsi di transizione, la nuova legge impone una multa pecuniaria di 10 mila euro per chiunque divulghi il sesso precedente della persona in questiona, senza il suo consenso o senza specifiche giudiziarie.
La proposta di legge è stata presentata dalla colazione di maggioranza (socialdemocratici, verdi e liberal democratici) ed è stata approvata da la Commissione per la Famiglia, gli Anziani, le Donne e la Gioventù con i voti favorevoli dell’estrema sinistra Die Linke. La legge è passata con una maggioranza di 372 voti favorevoli contro 251 contrari e 11 astensioni. L’Unione Cristiano Democratica si è fermamente opposta, esponendo le sue preoccupazioni riguardo i possibili abusi della legge nei confronti dei minori allineandosi così, un po’ lateralmente, alle critiche solitamente avanzate dalla destra sul tema.
Dall’estrema destra all’estrema sinistra sono state presentate mozioni che, però, non hanno ottenuto la maggioranza. I due promotori della legge sono il Ministro della Giustizia Marco Buschmann (FDP) e la Ministra della Famiglia Lisa Paus (Verdi), che hanno voluto sottolineare, attraverso questa legge, l’importanza dei diritti umani in un percorso di autodeterminazione per quello che concerne l’identità di genere.
Come funzionava la vecchia legge Transsexuellengesetz del 1980
La Transsexuellengesetz è stata la prima legge specifica a tutelare il cambio di genere e del nome anagrafico in Germania. Nata nel 1980, la legge ha avuto sempre una natura divisiva. Inizialmente attuata per tutelare i processi di transizione, la legge si è scontrata con la procedura che la caratterizza. Questa è stata accusata di essere invasiva e disturbante per la persona che decideva di affrontatele il cambio di genere. Erano richieste, infatti, secondo la legge due perizie psicologiche e una decisione giudiziaria per la modifica del sesso anagrafico e del nome. Processo criticato e additato come umiliante ed eccessivamente costoso.
Con il passare degli anni la Corte Costituzionale Federale ha dichiarato incostituzionali diverse parti della legge. Ciò ha portato i legislatori a trasformarla per adattarla alle necessità sociali di questo specifico periodo storico.
La storia dietro al cambio del nome e del sesso anagrafico
Successivamente alla Transsexuellengesetz, la Corte Costituzionale Federale ha iniziato a modellare la legge in virtù del periodo storico e alle conseguenti necessità sociali.
Nel 2013 la Corte ha inizialmente considerato il terzo genere (divers) nei documenti ufficiali, permettendo così di identificarsi istituzionalmente non nella scelta “binaria” tra maschio e femmina. A suggellare ciò, nel 2017 arriva una storica sentenza. Questa afferma che le persone intersessualità devono avere il diritto di registrarsi con un genere diverso. Ciò ha consentito, poi, nel 2018 di ufficializzare l’adozione del genere “divers”.
Nel 2020 sono state avanzate molte proposte di legge per cambiare la vecchia Transsexuellengesetz. Questo ha portato alla nuova legge che entrerà in vigore l’1 novembre 2024 in cui sono presenti importanti cambiamenti che tengono conto del percorso fatto come istituzione tedesca sul tema e del contesto storico.
La Selbstbestimmungsgesetz presenta importanti cambiamenti
La nuova legge ha apportato cambiamenti importanti rispetto alla precedente. La legge ha eliminato le perizie psicologiche. Questo consente un processo meno burocratico e più rispettoso della dignità della persona, rispettando l’intimità della scelta, prima personale e poi sociale.
Viene anche eliminato il coming out forzato attraverso l’introduzione di norme che multano fino a 10 mila euro chiunque divulghi il sesso precedente della persona. Ciò se avviene senza il consenso della persona interessata oppure al di fuori di specifici casi giuridici.
I minori di 14 anni, invece, continueranno a necessitare del consenso dei genitori o dei tribunali familiari. I minori sopra i 14 anni potranno presentare domanda per il cambio del nome e del sesso anagrafico autonomamente mantenendo però il consenso genitoriale o del tribunale in questione.
Sacrificare la burocrazia a favore della “Persona”
Nonostante la Germania sia all’avanguardia sul tema dell’autodeterminazione, ha sentito il bisogno di trasformare una legge che aveva norme ormai poco attuali. Il tema, infatti, non è molto cambiato. È cambiato tanto, invece, il ruolo della burocrazia nel processo che porta una persona ad autodeterminarsi. La domanda, prima della nuova legge, era sempre accompagnata da perizie psicologiche e decisioni giuridiche. Ciò non consente alla persona di mantenere un “basso profilo” dato l’iter troppo istituzionalizzato. La nuova legge sembra essere più attenta alle modalità con le quali gli uffici si interfacceranno al pubblico cambiando, così, anche il posizionamento istituzionale. Legittimando la privacy come elemento fondamentale dietro ogni percorso di transizione, la Germania ne riconosce il valore culturale prima che sociale e politico. Se non vi è una comunità che accoglie, le scelte individuali devono essere rispettate come tali. La Germania è brava a far rispettare le regole, qualsiasi esse siano. Lo è meno per quanto riguarda l’approccio umano che, però, con questa legge, sembra aver preso una direzione diversa che rompe la schematicità dietro il rapporto pubblico-istituzione al fine di garantire la persona prima della burocrazia.
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Immagine di copertina: Pixabay