Il concerto di Colombre a Berlino

Giovedì 18 gennaio siamo state al concerto di Colombre al Barkett a Berlino e vi raccontiamo come è andata

Giovanni Imparato, in arte Colombre, si è esibito al Barkett a Berlino il 18 gennaio e abbiamo assistito alla sua performance. Quello che ci è rimasto più impresso è stata la genuinità e la semplicità dell’intera serata, l’atmosfera distesa, rilassata e viva che coinvolgeva allo stesso modo sia noi del pubblico, sia Colombre e gli altri artisti. Ma ora, vi raccontiamo come abbiamo vissuto questa intrigante esperienza.

L’arrivo al Barkett

Il concerto inizia alle 20.30 al Barkett, un bar intimo e accogliente nel quartiere di Schöneberg, zona sud-ovest di Berlino. Famoso per la musica live e, ovviamente, la birra, che più volte tornerà in questo racconto, è composto da una prima sala dove si trova il bancone e, più in fondo, da una stanza più piccola e nascosta, dove i cantautori e le band si esibiscono.

Entriamo poco prima delle 20.00 durante una serata fredda, nevosa e perfetta per rifugiarsi in un bar caldo e confortevole, dove ascoltare della buona musica. Oltrepassato il bar, ci avviciniamo alla sala predisposta per il concerto. La ragazza all’ingresso ci imprime il timbro sul polso e ci lascia accedere.

Riusciamo ad accapararci la “prima fila” a un metro dal palco, anche se di file è erroneo parlare: nella saletta non ci sono sedie o tavolini. I fan si raccolgono attorno al cantante con in mano una pinta di birra in un’atmosfera informale, raccolta e molto piacevole.

Francamente apre il concerto

Una volta entrate, ci accoglie sul palco una ragazza con la chitarra appesa al collo: si tratta di Francamente, cantautrice italiana residente a Berlino. Attivista impegnata nel queerness e nel femminismo, nasce nel 1996 e dal 2021 vive nella capitale tedesca per trovare nuove ispirazioni per la sua musica.

Una volta scelto l’inglese come lingua per parlarci, con solo due tedeschi in sala e tutti italiani, attacca. Tra riferimenti filosofici e pezzi come “Cattedrale”, titolo di uno dei suoi brani, canta in modo sagace di inclusione, amore libero e libertà dell’orientamento sessuale, facendo di ogni sua canzone un atto politico. Il tutto perfezionato dalle sue spiegazioni che introducono ogni testo, così da rendere l’intera esperienza ancora più completa.

L’abbigliamento è semplice: sneackers, pantoloni e t-shirt scuri, un cappellino sulla testa. Ciò che emerge sono le sue parole accompagnate dal suono della sua chitarra.

Il concerto

Francamente termina il suo concerto intorno alle 20.30 e scende unendosi al pubblico. Ed ecco arrivare Colombre, accompagnato dalla sua band: Ilaria “Boba” Ciampolini alle tastiere e voci, Giulia Formica alla batteria e Fausto Cigarini al basso e violino. Li vediamo spuntare da dietro, lato del pubblico. Hanno dovuto scavalcare, come se fossero parte dell’audience e, ad un certo punto, avessero deciso di salire sul palco. Stanno un po’ sotto il palco, si confrontano, ridono, si mostrano a vicenda le proprie t-shirt colorate con un ironico orgoglio, e salgono.

Anche lui, come Francamente, si assicura innanzitutto di parlare in una lingua compresa da tutti i presenti: “Quanti italiani qui?”. Quasi tutti rispondono all’appello, tranne, ovviamente, i due tedeschi di prima. Colombre però fa una scelta diversa: decide di parlare in italiano.

Una volta introdotta la sua band, inizia con Midollo, il primo brano di Realismo magico in Adriatico, il suo ultimo album uscito a marzo del 2023. La canzone, dalla chiave pop rispetto alla sua tendenza più indie, parla di una voglia di star bene, un bisogno di evadere in primis mentalmente. Colombre la canta con leggerezza e con sorriso in un ritmo vivace e sereno, che diventa presto orecchiabile, nonostante il tema non sia propriamente “leggero”; ma è questo ciò che rende la sua musica interessante ed è semplicemente facile immedesimarcisi.

Al termine della prima (o massimo seconda) canzone, Colombre si rivolge ai tecnici del suono per modificare alcuni piccoli dettagli dell’audio, in particolare dei bassi. Giulia, la batterista, subentra per chiedere di correggere qualcosa in merito alla batteria. A quel punto, Colombre, con tono dolce e scherzoso, chiede se anche gli altri compagni della band abbiano bisogno di ulteriori cambi e modifiche. L’intera interazione si svolge con delicatezza, sorrisi, scambi di battute, imprevisti e tanta ironia.

Man mano che procede il concerto, Colombre sembra accusare sempre di più il calore della piccola stanza riempita dai suoi seguaci, intensificato dal suo intenso coinvolgimento nelle esibizioni. Dopo brani come Più di prima, Adriatico e Durerebbe un’ora, intervallati da divertenti scambi col pubblico e qualche sorso di birra, Colombre è visibilmente provato, ma felice, soddisfatto.

Fine del concerto e le “due chiacchiere” con Colombre

Termina la scaletta, finisce il concerto. Il pubblico chiede di suonare un’ultima canzone, il cosiddetto bis, intonando il coro “se non suoni l’ultima noi non ce ne andiamo”. Il cantautore sceglie però di non proseguire ulteriormente, commentando che è giusto che finisca così, come se non volesse compromettere la spontaneità del momento, la naturalezza che si era creata… E probabilmente era anche molto stanco. Rilancia, però, invitando chiunque voglia ad una chiacchierata al bancone del bar, rigorosamente accompagnata da una birra rigenerante. Ovviamente, solo una volta che si riprende dalla performance.

Scende dal palco, completamente sudato e contento. Gli facciamo qualche domanda cui risponde con molta disponibilità e gentilezza, come se parlasse a degli amici. Ci dice che è la prima volta che suona a Berlino come Colombre, prima ci era stato con Calcutta e Maria Antonietta. Ci parla un po’ del tour, anticipandoci che la sera dopo avrebbe suonato a Bruxelles, per poi continuare con Monaco, Milano e altre date italiane. Gli chiediamo se è stancante spostarsi in così poco tempo da un posto all’altro. Probabilmente è l’adrenalina a tenerlo ancora sveglio. Alla nostra ingenua ipotesi, risponde con una battuta “beh in autostrada mica tanto!”, strappandoci una risata. In effetti sente l’adrenalina, ma solo prima di salire sul palco e comunque, facendo il cantautore, mette serenamente in conto che ci sono periodi più intensi di altri.

Le chiacchiere piano piano si esauriscono. Dopo aver intravisto gli altri componenti della band ed essere riuscite a fare i complimenti alla batterista Giulia, salutiamo Colombre, lasciandogli prendere quella meritata birra.

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