“Ein anderes Land” – Ebrei ai tempi della DDR
Presentazione della mostra “Ein anderes Land – Another country” al Museo Ebraico di Berlino
Alla conferenza stampa dedicata alla mostra “Ein anderes Land” svolta in data 6 settembre 2023 è stata presentata la prima grande mostra sulle esperienze ebraiche vissute ai tempi della DDR, raccontate attraverso una prospettiva tutta giudaica. L’idea centrale del progetto è stata concepita nel 2020, ma ora finalmente sta prendendo forma. La domanda centrale che viene da chiedersi e che percorre l’intera mostra è: cosa voleva dire essere ebreo ai tempi della DDR?
Una mostra storico-culturale incentrata sull’esperienza ebraica
La mostra temporanea “Ein anderes Land” sarà visitabile dal giorno 8 settembre 2023 al 14 gennaio 2024, e con una prospettiva incentrata sull’attore, guarda alle esperienze ebraiche nella Germania dell’Est e va oltre il periodo della Wende fino all’immediato presente. La mostra espone anche alcune testimonianze di persone ebree che hanno vissuto quegli anni, attraverso delle installazioni di film, documentari, fotografie, e illustrazioni biografiche. L’intera mostra viene riportata con una prospettiva soggettiva ed emozionale: elementi testuali che raffigurano il tema dell’esistenza degli ebrei, disegni realizzati da bambini, il tema dell’esilio e immagini della restaurazione della sinagoga ebraica di Berlino in Orangienburger Straße, accompagnate dalle storie delle famiglie.
Cosa voleva dire essere ebreo nella DDR?
L’attenzione della mostra “Ein anderes Land” è rivolta ai testimoni contemporanei e alle loro storie personali. I curatori della mostra hanno fatto in modo che la gente si interrogasse su: “Cosa ha spinto gli ebrei a tornare nella DDR? Cosa significava essere ebrei nella DDR? Qual era il rapporto degli ebrei con l’ordine statale?“
Dopo l’esperienza della Shoah, infatti molti ebrei erano uniti da un desiderio comune: costruire uno Stato antifascista con la DDR – “un nuovo Paese“, una “Germania migliore“, come alcuni di loro hanno detto durante la conferenza stampa. Erano fuggiti dalla Germania prima del nazismo e tornati nella zona di occupazione sovietica dopo il 1945, erano sopravvissuti ai campi di concentramento o alla clandestinità. Nella mostra si raccontano le loro esperienze di esilio, la loro sopravvivenza e la loro remigrazione. Il desiderio di tanti era continuare a professare la loro religione e rimanere fedeli alle loro idee. “Sono un ebreo tedesco e voglio rimanere in Germania”, queste sono le parole riportate dal padre di una partecipante alla conferenza sulla mostra “Ein anderes Land”.
Antisemitismo: un confronto tra ieri e oggi
Una interessante domanda posta da un partecipante alla conferenza stampa sulla mostra “Ein anderes Land” svolta al museo ebraico mercoledì mattina è stata: “Qual’è l’interpretazione dell’antisemitismo oggi? Cos’è ora l’antisemitismo e come si rappresenta?”
Il termine antisemitismo significa letteralmente “pregiudizio o odio nei confronti del popolo ebraico“, termine che si è esemplificato in maniera estrema con l’Olocausto attuato tra il 1933 e il 1945. Ma siamo sicuri che oggi certi atti di odio si siano estirpati? Ogni giorno avvengono più di due atti di antisemitismo, da insulti, minacce, fino alle aggressioni fisiche. L’anno scorso a Berlino i casi denunciati sono stati 948, e in 98 si sono avute lesioni. La tolleranza verso queste persone, così come verso gli omossessuali, sono una questione ancora aperta. E non solo in Germania, in tutto il mondo.
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