Il parco di Tempelhof: viaggio nella vita e nella guerra berlinese
L’aeroporto che ha vissuto diverse guerre, oggi è il parco dei berlinesi che non vogliono cedere all’edilizia sfrenata
Voluto dal Terzo Reich per poter manifestare la grandezza della Germania al mondo, il vecchio aeroporto di Berlino ha chiuso nel 2008 perché ormai troppo piccolo per poter ospitare i moderni aeroplani. Tempelhof è stato testimone e protagonista di alcuni degli eventi più significativi del ‘900. Dai primi esperimenti di volo all’unico campo di concentramento berlinese, da luogo di atterraggio per gli aiuti Alleati durante la guerra fredda fino a centro di accoglienza per i rifugiati siriani nel 2016. Ecco come quello che doveva essere il più grande aeroporto del mondo secondo i desideri di Hitler è diventato simbolo di vita e guerra.
Le origini di Tempelhof
L’ex aeroporto deve il suo nome a un antico villaggio medievale sorto a ridosso della corte dei cavalieri Templari intorno al 1200. In effetti Tempel significa templare e hof vuol dire fattoria, corte. Una volta soppresso l’ordine guerriero nel 1300, l’insediamento rimase attivo grazie al lavoro contadino degli abitanti. Successivamente il re soldato Federico Guglielmo I lo convertì a luogo per le parate militari all’inizio del 1700.
Da questo momento in poi l’insediamento si caratterizzò per le sue funzioni militari, come esercitazioni e parate. Allo stesso tempo, però, fu in grado di attirare i berlinesi che andavano a godersi il sole e a curiosare nella poco invitante “Schlangenpfuhl”, ovvero Piscina dei Serpenti. Già quindi in tempi non sospetti il parco acquisì alcune delle caratteristiche per cui viene ancora oggi utilizzato dai moderni abitanti di Berlino, come per esempio attività sportive e picnic.
L’aviazione sperimentale e il primo progetto aeroportuale nel periodo nazista
A fine ‘800 la Prussia installò il primo distaccamento di dirigibili dell’esercito a Tempelh0f. In seguito il conte von Zeppelin sperimentò insieme ad altri scienziati la creazione di dirigibili sempre più performanti. Ha così inizio la storia dell’aeroporto, nel quale Orville Wright fece una dimostrazione delle macchine volanti inventate da lui e suo fratello, stabilendo nuovi record.
Aperto temporaneamente negli anni ’20, è però con l’ascesa del nazionalsocialismo che l’aeroporto di Tempelhof assume la forma che ha oggi. L’architetto del regime Sagebiel progettò una costruzione con una notevole importanza architettonica e che divenne uno dei volti propagandistici del regime hitleriano. Tuttavia, a causa dell’inizio della guerra, alcune parti dell’aeroporto non furono completate, come per esempio le torri da cui il pubblico avrebbe potuto vedere tutta la grandezza del Terzo Reich sotto forma di spettacoli aerei.
È durate questo periodo che parte dell’edificio diventa prima una prigione della Gestapo e poi unico campo di concentramento a Berlino. Qui furono imprigionati e torturati quasi 10 000 uomini, tra cui oppositori politici, ebrei, omosessuali e rom. All’interno della struttura c’era anche un campo di lavori forzati, dove i prigionieri provenienti dai paesi occupati nell’est europa costruirono gli aeromobili per il regime tedesco.
Dalla guerra fredda…
Finita la seconda guerra mondiale, gli Alleati, che non avevano bombardato l’aeroporto di Tempelhof consci del fatto che gli sarebbe tornato utile nel contesto post-bellico, iniziarono ad usarlo come base per i collegamenti con l’Ovest. Durante il blocco stradale e ferroviario imposto dall’URSS, l’aviazione militare statunitense e britannica creò un ponte aereo per portare generi di prima necessità come cibo, combustibile e medicinali alla popolazione di Berlino. Ancora si ricorda come i bambini aspettassero entusiasti le “bombe di caramelle”, ovvero piccoli paracaduti con pacchetti di dolci lanciate dagli Alleati.
…ad oggi
Se vi capiterà di passeggiare intorno alle mura dell’edificio potrete vedere, insieme alle aquile del regime scolpite nella roccia, i buchi di proiettili ora ricoperti. Addentrandovi dentro la vecchia struttura noterete non solo la stazione di polizia, ma anche i rifugi antiaereo dove la popolazione si metteva al riparo durante la guerra.
Ma ciò che potrete apprezzare maggiormente sarà l’immenso parco. Creatosi nelle ex piste di atterraggio, dal 2010 è diventato parte integrante della vita cittadina. Oltre a praticare varie attività sportive come il volley, il pattinaggio o lo skateboard, potrete organizzare picnic e barbecue, grazie agli appositi bidoni dove buttare le ceneri ancora calde. In inverno potreste anche imbattervi in qualche rievocazione storica dove gli appassionati si vestono dei costumi tipici e combattono a suon di spade finte.
Infine si possono vedere da lontano le case temporanee dove i rifugiati, prima siriani e oggi ucraini, vivono insieme alle loro famiglie. Chi è scappato dalla guerra può imparare la lingua, frequentare la scuola e imparare un mestiere per poi integrarsi nella società tedesca, tempo un anno.
Un ultima curiosità! Se siete appassionati di calcio vi farà piacere sapere che l’edificio a fine Ottocento era la sede della prima squadra di calcio berlinese, il BFC Frankfurt 1885 e il BFC Germania 1888 il più antico club di calcio ancora esistente.
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Immagine di copertina: Pixabay