Quando Leonard Bernstein diresse l’orchestra davanti al Muro suonando l’Inno alla libertà

Nel Natale del 1989, a un mese circa dalla caduta del Muro, Leonard Bernstein diresse un violento inno alla libertà per celebrare una svolta epocale nella storia e nella musica

Il 25 dicembre 1989, mentre era in corso l’unificazione della Germania, uno dei più grandi direttori d’orchestra di tutti i tempi, Leonard Bernstein, americano di famiglia ebreo-polacca, dirige la Sinfonia n. 9 di Ludwig van Beethoven allo Schauspielhaus di Berlino Est in un concerto trasmesso in mondovisione, trasformando l’Inno alla gioia in un Inno alla libertà.

Schiller, Beethoven e Bernstein

Il quarto, e ultimo, movimento della Sinfonia n. 9 di Beethoven si conclude con le parole del poeta tedesco Friedrich Schiller tratte dalla poesia An die Freude , meglio conosciuta come “Inno alla gioia”, chiusa corale al capolavoro di Beethoven.  Con Bernstein “Freude” (gioia) divenne “Freiheit” (libertà): per celebrare la caduta del muro in maniera memorabile, il direttore scelse di sostituire, nel movimento finale della Nona, l’inno alla gioia con l’inno alla libertà, una grande conquista e simbolo di gioia per molti tedeschi. Sembra che, in realtà, lo stesso testo poetico di Schiller nascondesse un accenno alla libertà ma, in tempi dispotici, utilizzare questa parola e invocare un sentimento comune,  poteva essere rischioso.

Bernstein, cittadino ad honorem

Il legame di Bernstein con Berlino inizia nel 1959 quando, solo due anni prima dell’erezione del Muro, diresse la New York Philharmonicin tournée. Nel 1979, poi, diresse la Sinfonia n. 9 di Mahler con la Berliner Philarmoniker e, per tutti gli anni ’80, usò la sua influenza artistica e politica per dirigere le orchestre di tutto il mondo su entrambi i lati del Muro, alla Philharmonie a Ovest e alla Schauspielhaus a Est. Dopo il concerto del 1989 , Bernstein si diresse verso ovest per scolpire la propria sezione del muro di Berlino. Alla stampa tedesca, lì riunita, dichiara:

Questo è il Natale più felice della mia vita. Sento che questo è un momento mandato dal cielo per cantare ‘Freiheit’ ovunque la partitura indichi la parola ‘Freude’. Se mai c’è stato un momento storico per correre un rischio accademico in nome della gioia umana, è proprio questo, e sono sicuro che abbiamo la benedizione di Beethoven.

 

 

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Attorno a Leonard Bernstein vige un’aurea sacra, sia nella storia della musica, sia nella storia della riunificazione tedesca. Per rendergli omaggio, il 20 dicembre esce su Netflix il film “Maestro” con le star del cinema Carey Mulligan e Bradley Cooper.

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