Pochi militari, in Germania si discute sul se reintrodurre la leva obbligatoria
Si riapre nuovamente il dibattito sulla reintroduzione della leva militare obbligatoria in Germania. Le opinioni
A un anno dall’inizio della guerra in Ucraina, la Germania prende atto della propria mancanza di equipaggiamento e personale militare qualificato. Si riaccende per questo il dibattito sulla reintroduzione della leva obbligatoria. Potrebbe veramente aiutare a risolvere il problema? Ad oggi, per molti partiti politici il dibattito sembrerebbe essere unicamente teorico. La miccia della discussione è stata accesa dalle parole di Boris Pistorius (SPD), dal 19 gennaio nuovo ministro alla difesa del governo Scholz. Nelle settimane scorse, il ministro aveva infatti definito un errore la sospensione del servizio militare obbligatorio in vigore nel 2011. Lo stesso ministro, però, durante la visita alla Bundeswehr ad Augustdorf ha dichiarato: “La leva obbligatoria non ci aiuterebbe affatto nei prossimi due o tre anni”.
Le dichiarazioni a favore
Oltre al ministro della difesa, che nonostante le ultime dichiarazioni è fermo nella sua posizione, anche Patrick Sensburg, legislatore dell’Unione cristiano-democratica (CDU) di centro-destra, ritiene che l’abolizione del servizio militare obbligatorio sia stata un errore. Il 24 marzo 2011 è stato l’unico membro del suo partito, allora al potere, a votare contro la sospensione. “Non è sufficiente se possiamo difendere solo uno o due Stati con una Bundeswehr troppo piccola e troppo poco equipaggiata”, suggerisce Sensburg. “Certo, la leva obbligatoria costa, la difesa nazionale costa. È una decisione che dobbiamo prendere politicamente: vogliamo essere in grado di difendere il nostro Paese?”
Un piano politico? Mica tanto
Il Ministero della difesa dichiara che non è al momento in discussione alcun piano politico per reintrodurre la leva militare obbligatoria. Nonostante la drastica riduzione delle forze armate federali, che nel giro di due decadi ha visto diminuire il numero di soldati da oltre 317.000 ad approssimativamente 100.000, una portavoce del ministero dichiara alla Deutsche Welle che “in caso di tensione o di difesa, potrebbero essere arruolati fino a 60.000 riservisti. In questo modo, la Bundeswehr è in grado di adempiere ai suoi compiti di difesa nazionale e dell’alleanza insieme alle forze armate dei nostri partner della NATO”.
Le problematiche fattuali alla reintroduzione delle leva
Per il commissario alla Difesa Eva Högl, il dibattito sul servizio militare obbligatorio è per questo un “dibattito teorico“. Il ministro delle Finanze Christian Lindner, alla guida neoliberali Liberi Democratici (FDP), nella coalizione di governo, lo ha liquidato come una “discussione sui fantasmi”.
“Questo dibattito sul servizio militare obbligatorio viene fuori di tanto in tanto, ma non ha molto a che fare con la realtà attuale”, afferma il deputato Wolfgang Hellmich (SPD), membro della commissione della difesa Bundestag. Questo perché, spiega a DW, “significherebbe investire miliardi nell’introduzione o nel ripristino di strutture che non ci sono più”. Come Sensburg e Pistorius, Hellmich pensa che la sospensione della coscrizione sia stata un grosso errore. Ma, come la maggior parte dei critici, anche lui considera le problematiche fattuali alla reintroduzione del servizio militare obbligatorio a dodici anni di distanza.
Non ci sono uffici distrettuali per lo screening medico, né attrezzature militari per addestrare i coscritti, né istruttori per farlo. Non c’è un piano per introdurre il servizio militare per i circa 700.000 giovani uomini e donne che compiono 18 anni ogni anno e che sarebbero quindi tenuti a prestare servizio. E per rimettere in moto l’apparato di leva occorrerebbero ingenti contributi.
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Immagine di copertina: da Pixabay