Il pifferaio magico, perché la fiaba sui bambini morti in Sassonia avrebbe un fondo di verità

Il pifferaio magico, la fiaba dei Fratelli Grimm,  nasconde del macabro?

La fiaba il pifferaio magico di Hamelin narrata e tramandata per secoli potrebbe essere una storia vera. Qual’è la ragione sconosciuta, per la quale il pifferaio sacrificò i 130 bambini?

Una memoria che non scompare

L’originale storia dei fratelli Grimm narra di un uomo che, presso la cittadina di Hamelin, si propone di disinfestarla dall’invasione di topi. L’uomo, vestito con capi sgargianti e con in mano un flauto, si mette a disposizione con la sua musica per scacciare i topi conducendoli al fiume Weser. Il giorno seguente, il pifferaio, si reca dal capo del borgo per riscuotere la somma promessa, mille monete d’oro. Quest’ultimo, però,  propone al giovane solo 50 monete descrivendo il lavoro svolto dal pifferaio come poco serio e frettoloso. Il pifferaio, adirato, minaccia il borgomastro e va via la notte seguente. Riprende a suonare il flauto e, attirando l’attenzione di tutti i bambini della città, li conduce con la sua melodia in una caverna. Un bambino, rimasto indietro, è l’unico che si è salvato. É andata veramente così? È solo una storia per bambini o tutto questo è si è verificato realmente?

Il calvario dei bambini di Hamelin

Dietro questa storia per bambini, si potrebbe nascondere una cruda verità. Una cronaca locale, riporta sul muro di una casa un’iscrizione risalente al 1600:

ANNO 1284 AM DAGE JOHANNIS ET PAULI WAR DER 26. JUNI – DORCH EINEN PIPER MIT ALLERLEY FARVE BEKLEDET GEWESEN CXXX KINDER VERLEDET BINNEN HAMELN GEBOREN • TO CALVARIE BI DEN KOPPEN VERLOREN

Anno 1284, nel giorno di San Giovanni e Paolo, il 26 giugno – un pifferaio con abiti variopinti adescò 130 bambini nati ad Hameln che furono persi al calvario del Koppen

La vetrata di una chiesa, distrutta nel XVII secolo, sita nella piazza di un mercato, ci mostra nella sua raffigurazione il pifferaio all’interno della montagna nella quale conduce i bambini. La vetrata non è più presente ma ci è giunta una raffigurazione di essa attraverso dei documenti.

Altri testi, risalgono al 1384 e riportano la dicitura “Sono trascorsi 100 anni da quando i nostri figli se ne sono andati” ed anche un manoscritto che ci è pervenuto, datato al XV secolo, si riferisce ai 130 bambini scomparsi il 26 giugno del 1284.

Tra le memorie citate, esiste una “terza prova” ovvero il divieto si suonare ancora oggi musica nella via “Senza tamburi”.

Dalle raffigurazioni, dai testi, dalle iscrizioni, dalla storia di questa fiaba per bambini, ciò che molti lettori e studiosi si chiedono ancora oggi è che fine abbiano fatto i bambini scomparsi nella montagna che, però, non sono scomparsi dalla memoria delle persone.

L’illusione dei bambini in una notte di libertà

I bambini  affascinati dal pifferaio, come un mago col flauto, vengono condotti con la melodia lontano da casa.

L’illusione nella favola è visibile poiché viene mistificato il concetto di salvezza finale come, ad esempio, il caso del bambino che resta indietro salvandosi. Ciò si contrappone all’azione infima del pifferaio che, attraverso la musica, inganna i bambini conducendoli nella grotta senza possibilità di ritorno.

Non è la fiaba più conosciuta ma, sicuramente, quella più chiacchierata. La domanda che molti esperti, appassionati di fiabe, persone comuni, si pongono tutt’oggi, è la seguente: che fine hanno fatto i bambini giunti alla montagna? I fatti accaduti sono quelli raccontati, dalla fiaba dei Fratelli Grimm? Cosa si nasconde dietro a tutto questo?

Il fatale destino dei bambini

Tra le varie teorie ipotizzate dagli storici, c’è chi afferma che i bambini siano morti durante la peste nera; chi pensa siano stati arruolati per una crociata o che i bambini siano stati condotti alla festa di mezza estate.

I bambini sono l’unico punto focale di tutte le varie congetture e, secondo le iscrizioni del portale e i testi riportati, certamente sono scomparsi.

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Immagine di copertina: Pixabay