Ho passato il venerdì pomeriggio ad un rave a Tempelhof
Il rave di Neutrum una garanzia, Tempelhof una sicurezza, lo sgombero una certezza. Completamente bagnati ma tutti contenti
di Simone Speciale e Lorenzo Mollicone
Siamo ormai immersi nelle febbre estiva della techno. Talmente febbricitanti che gli eventi ci piovono addosso come fa il meteo incoerente di Berlino. Scopriamo che suonano i Neutrum, un collettivo a cui siamo affezionati, io in primis perché sono stati i primi che ho sentito suonare a Berlino, in uno dei loro magici rave.
Suonano al parco di Tempelhof, allo skate-park.
Esco dalla metro e vedo Lorenzo che parla con un tipo croato in giacca di pelle, jeans e camperos, che guarda Lorenzo come se gli avesse svoltato la vita. Lui sembrava appena uscito da un tunnel, noi cercavamo di entrarci, quindi alla seconda birra offertaci a vuoto, Lorenzo saluta di prepotenza e ci allontaniamo all’orizzonte.
Il sentiero, il rave, il vodka mate, un croato e un berlinese
Spati, vodka mate e mi tolgo la felpa, mentre continuiamo a camminare. Lorenzo conosce la strada, io me la ricordo solo in parti. Ci addentriamo in un boschetto, e sembra quasi preparatorio alla musica, immergersi nella foresta. Nei rave, soprattutto in Italia, per arrivare alla musica devi fare i chilometri in mezzo al nulla cosmico, la maggior parte delle volte. Ma sei sempre nella natura, o ci passi in mezzo. I club hanno estirpato questa cosa del percorso per raggiungere le casse. Noi stiamo in una via di mezzo.
Dopo un pò di alberi riconosco il cancello, poi le sdraio, poi il nulla ed ecco la musica. Un triciclo sovradimensionato, con l’impianto sopra. Una moto ape ecosostenibile, mobile ma senza dover essere immatricolata. L’impianto era vergognosamente spinto. La qualità dell’impianto a Berlino, deve essere sempre di alto livello.
Ci prepariamo a tuffarci nei meandri della pista quando veniamo stoppati da un tipo biondo, che intercetta uno spinello, e ci fa sedere intrattenendoci con un interessante discettazione sulla generica definizione che addita i club come sicuri.
È berlinese, ci parla del KitKat, ci scambiamo i contatti. Passano un po’ di chiacchiere quando mi alzo deciso a mettermi fronte cassa. Lui ci segue ma, in un plot-twist tutto personale, Lorenzo, decide bene di andarsi a sdraiare sul prato.
Io inizio a ballare, ma ci metto un po’ a sciogliermi. Mi sembra a che le persone introno a me siano un po’ rigide. Non è escluso che, magari, ad irrigidirmi, sono io.
Lo sgombero, la fuga, l’inseguimento, il diluvio con l’arca techno di “Noè-utrum”: il rave non dve finire
Vediamo la tempesta avanzare imperiosa di fronte a noi. La musica viene staccata per una decina di minuti e nesce il sospetto che stessero staccando per colpa dell’imminente pioggia. Da buoni italiani, mentre sono ancora tutti disorientati dalla assenza di musica, ci posizioniamo strategicamente sotto l’unica tettoia presente. Ci rendiamo conto con Lorenzo che, essendo tutti tedeschi, la fuga a causa precipitazioni è fuori discussione. A conferma di ciò, dopo un paio di minuiti riparte la musica.
Ci lasciamo trascinare da quell’euforia di chi percepisce il conto alla rovescia. Seguiamo il flusso, balliamo di gusto visto che i dj-set di Neutrum hanno sempre una qualità molto alta di sound, mixing e dinamica. Anche l’uso del commerciale, che disturba un po’ il nostro nuovo amico biondo, a me risulta affascinante e soddisfacente.
Arriva, però, la sicurezza di Tempelhof a soffocare l’entusiasmo, iniziando un tira e molla di stacca la musica, riattacca la musica, stacca la musica. Dato l’andirivieni della musica, viene deciso dal collettivo di sfruttare la struttura a triciclo dove è posizionata la station.
Da qui parte un mini parata che attraversa il parco. Ogni 10 metri che avanzavamo, la sicurezza ci intercettava. Un tiki taka tra on-off, che si conclude con l’intervento dei tre tipi più trucidi della comitiva, che iniziano una contrattazione diplotamitca che riesce a portarci fuori dal parco a suon di musica.
Se “ravvi” in faccia a Allah, poi finisci in moschea a ripararti dal nubifragio
Attraversato Tempelhof in una mini parade dietro la station musicale di Neutrum montata su un maxi tricliclo mobile (link video per vedere l’opera ingegneristica), usciamo in strada su Columbiadamm. Alla fine gli addetti alla sicurity del parco hanno avuto la meglio, costringendo la massa umana vogliosa di ballare a migrare verso Haseneide, altro noto parco di Berlino dove l’attività rave sembra essere più idonea.
L’attraversamento stradale della trafficata Columbiadamm è da manuale di educazione civica: una colonna ordinata di 500 persone danz-marcianti segue sulle strisce pedonali il carro con la musica, che in tutto ciò doveva spostarsi sul lato opposto della strada per circolare nel giusto senso di marcia. Sprazzi di socio-culturalità delle giovani generazioni berlinesi, che riescono a unire il divertimento sfrenato a un senso di rispetto sempre attento alla realtà pratica circostante, con il risultato di trasformare per qualche minuto due corsie stradali in una favolosa pista da ballo. I clacson dei veicoli in attesa di transito sembrano più approvare che lamentarsi.
Al controllo pervasivo dei tedeschi può sfuggire a volte però la dimensione spirituale, ed è così che la tanto precisa quanto caotica (musicalmente parlando) operazione di attraversamento stradale viene fatta precisamente al cospetto della bianca e gigante moschea Sehitlik Camii. La sua presenza, inizialmente forse colpevolmente ignorata, si rivelerà provvidenziale appena qualche minuto dopo, quando nemmeno la fitta vegetazione di Haseneide e le K-way di Decathlon riescono a reggere l’urto da nubifragio estivo. Tettoie e porticati marmorei della moschea si rivelano come gli unici ripari sostenibili; guai però a stare senza maglietta, bere alchol o fumare.
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