Morte di Benedetto XVI, padre Georg brucia le ultime lettere e nomina gli eredi

Eredità di Benedetto XVI: Gänswein nomina i 5 eredi ma sono minacciati di risarcimento 

Nelle scorse settimane, Gänswein, ha citato i cinque i beneficiari dell’eredità del defunto Papa Benedetto XVI. Le lettere, inviate da Georg Gänswein e dirette agli eredi, risultano in corso e si attende una risposta. Gli eredi, se decidessero di accettare, si faranno anche carico di una causa per danni da una vittima di abusi. Padre Georg, nel frattempo, distrugge le carte private di Papa Benedetto attuando le ultime volontà del testamento di quest’ultimo.

L’eredità sospesa e le lettere distrutte

Padre Georg Gänswein, nominato esecutore testamentario e confidente di Papa Benedetto XVI, domenica 19 marzo a fine di una visita parrocchiale, ha donato alla Chiesa di Roma Santa Maria Conservatrice, una veste del defunto Papa, deceduto lo scorso 31 Dicembre all’età di 95 anni.

Adesso tocca a lui, in qualità di amministratore, di redigere per iscritto i documenti che citerebbero i 5 eredi per chiedere se accetteranno i beni. 

“Tra i beni si annoverano solo cosa potrebbe essere ancora nell’account, non includendo il reddito derivante dalle opere letterarie del defunto o dai suoi effetti personali”. Si tratterebbe solo di denaro di quando Ratzinger era docente di Teologia a Ratisbona. Tra le disposizioni emesse dal Papa emerito vi è anche la richiesta di distruggere le sue carte private. Le lettere private, fa sapere Padre Georg, sono state distrutte e restano solo degli appunti ora depositati alla fondazione di Ratisbona. 

I 5 eredi accetteranno l’eredità?

Secondo la tematica testamentaria del Vaticano, se un Papa muore pur essendo in carica, i suoi beni vengono conservati dalla Chiesa Cattolica. Il Papa emerito, in questo caso, risulta sia in pensione e senza erede diretto.

Papa Benedetto non ha nominato nessun erede, di conseguenza, l’arcivescovo Gänswein, esecutore testamentario ed ex confidente, ha cercato il parente più prossimo dichiarando:”Ad un certo punto mi sono accorto che c’erano ancora dei parenti, e per me è stato interessante. Inizialmente pensavo fossero in vita solo due cugini e invece ci sono in tutto cinque parenti. Visto che Benedetto XVI non ha indicato esplicitamente un erede fa testo sia la legge del Vaticano che quella italiana che indica il dovere di individuare i legittimi eredi”

Padre Georg Gänswein, in qualità di esecutore testamentario, ha dichiarato che Papa Benedetto XVI non ha nominato un erede e per tale motivo entra in gioco la successione legale “Questo è regolato dalla legge vaticano-italiana. Le lettere ai possibili eredi sono in corso”.

L’accusa sul silenzio di Benedetto

La “quaestiones” della causa, che il tribunale di Traunstein sta trattando, è stata esposta da una persona vittima di abusi, contro l’arcidiocesi di Monaco e Frisinga. Le vittime hanno accusato il silenzio del Papa emerito verso il caso in questione. L’ipotesi è che abbia taciuto su un prete pedofilo, nella località di Garching an der Alz, nell’arcidiocesi di Monaco e Frisinga; al tempo coordinata da Ratzinger.

E’ stato riferito che ” Il tentativo della vittima di abusi punta a riaprire i casi di pedofilia già prescritti attraverso una causa civile per risarcimento danni. Se il tribunale dovesse accoglierla, il Papa emerito potrebbe dover rispondere della sua presunta omertà davanti a un conclamato prete pedofilo”.

Nell’ipotesi in cui, alla vittima, venga concessa una richiesta di risarcimento dei danni, anche gli eredi potrebbero essere perseguiti pecuniariamente a condizione che non abbiano precedentemente rifiutato l’eredità.

Il rinnovamento nella continuità

Oltre a lasciare un’eredità di una cifra proficua, ci ha tramandato anche una grande eredità teologica ed un testamento spirituale. 

Ratzinger ha studiato filosofia e teologia a Frisinga e a Monaco nel 1951 e, nello stesso anno, è stato consacrato sacerdote. 

Dopo vari incarichi di teologia fondamentale e dogmatica, la sua arringa, pronunciata di fronte all’Accademia Cattolica Bavarese: “Perché io sono ancora nella Chiesa?”, destò interesse e tanto rumore. 

Professore e promulgatore di varie pubblicazioni teologiche è stato il punto chiave del Concilio Vaticano Secondo. Benedetto XVI ha pronunciato il “Discorso alla Curia Romana, in occasione della presentazione degli auguri natalizi”, giovedì 22 dicembre 2005. Questo ci propone un’interpretazione di continuità storica nel concetto di  “rinnovamento nella continuità”.  Non vi è rivoluzione nell’ “ Ermeneutica riforma nella continuità” che ha ispirato il pontificato di Papa Giovanni Paolo II, di cui Benedetto XVI è ritornato a sottolineare la problematica dentro le nozioni dottrinali ecclesiastiche. 

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