Lubmin, la cittadina tedesca simbolo del Nord Stream che ora si deve reinventare
L’8 novembre 2011 veniva inaugurato a Lubmin il gasdotto Nord Stream 1. Ora che gli equilibri geopolitici sono cambianti la cittadina si deve reinventare
Con il cambio degli equilibri geopolitici e la nuova politica energetica tedesca il porto industriale di Lubmin si preparerà per ricevere le forniture di GNL (gas naturale liquefatto) da Stati Uniti e Medio Oriente. La domanda di GNL riflette la grande inversione di rotta europea sulla politica energetica del 2022. Si è passati, infatti, da una quasi totale dipendenza dal gas russo ad una netta riduzione degli approvvigionamenti delle forniture, a causa del taglio da parte del Cremlino.
Il GNL come soluzione per garantire la sicurezza energetica
Sebbene le forniture di GNL siano incerte – e attualmente costose – rappresentano la migliore speranza dell’Europa (e la Germania) per la sicurezza energetica dopo che l’invasione russa dell’Ucraina ha sconvolto i mercati globali. Per la Germania, anche questa trasformazione inizia a Lubmin.
Secondo il sindaco di Lubmin, Axel Vogt, il futuro della città è legato a progetti con l’idrogeno. In via temporanea però il GNL è la soluzione migliore per garantire sicurezza energetica per l’Europa.
Nord Stream sotto attacco
Secondo gli investigatori, dall’indagine svolta a seguito degli attacchi di fine settembre, è molto probabile che il gasdotto sia stato manomesso, in più zone sono state infatti trovate tracce di esplosivo.
Oggi Lubmin e l’impianto Nord Stream sono sottoposti a severi protocolli di sicurezza. Infatti, da quando i gasdotti Nord Stream sono stati oggetto di un sospetto sabotaggio a settembre, la cittadina di Lubmin è chiusa e sotto controllo. Ha infatti una vitale importanza strategica per gli equilibri geopolitici ed energetici della Germania e dell’Europa: sono proprio qui importanti infrastrutture e i rigassificatori che garantisco all’Europa parte dell’energia disponibile, la sua salvaguardia deve essere quindi garantita.
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Immagine di copertina: ©Kremlin.ru, CC4.0 da Wikipedia