La cultura tutta berlinese degli Späti, cibo e sbronze a buon mercato
Tutto quello che c’è da sapere sugli Späti berlinesi, i mini-market di quartiere che caratterizzano la città
Durante un viaggio a Berlino non vi sarà sicuramente mancata l’occasione di passeggiare lungo le sue strade e imbattervi in una delle istituzioni più famose e amate della città: gli Späti. Se invece non avete ancora avuto la possibilità di visitare la città, l’incredibile popolarità di questi mini-market sarà una piacevole sorpresa.
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Formalmente conosciuti come Spätkauf, possono essere un supermercato, un luogo di incontro, un internet cafè, un panificio, una farmacia, un ufficio postale e un negozio di articoli da regalo, tutto in uno. Per molti, gli Späti sono considerati un’istituzione berlinese essenziale. E perché non dovrebbero esserlo? Hanno in gran parte sostituito le Eckkneipe – i famosi pub che un tempo erano un punto di ritrovo nelle strade di Berlino – come luogo di incontro del quartiere. Questi negozi sono così amati dai residenti locali che i berlinesi combattono da anni contro la regola secondo cui i negozi devono rimanere chiusi la domenica, nel tentativo di mantenere aperto il loro piccolo negozio di fiducia.
Se visto un po’ più da vicino, ogni Späti ha la sua personalità che riflette il suo proprietario, la clientela e la posizione all’interno della città. Mentre la selezione di base dei prodotti tende a rimanere la stessa, con una vasta gamma di snack e bevande a prezzi stracciati, ci sono quelli che si differenziano a seconde delle preferenze delle persone che vivono nel proprio kiez (zona della città). Secondo il sito web ufficiale della città, ci sono circa 1.000 Späti nei quartieri centrali di Berlino e sono presenti in quasi tutte le strade.
Späti è l’abbreviazione moderna di un’antica invenzione della DDR: il punto vendita “in ritardo”.
Le origini degli Späti risalgono al 1950, quando gli “Spätverkaufsstellen” (letteralmente: “punti vendita in ritardo”) aprirono per soddisfare le esigenze dei molti lavoratori notturni che non avevano possibilità di fare la spesa al termine del proprio turno di lavoro. Erano perciò negozi che vendevano beni di uso quotidiano al di fuori del normale orario di apertura. La prima versione dell’amato Späti era visto come un simbolo di quanto fosse moderno e progressista lo stato. Un esempio, insomma, di come il socialismo della Germania orientale stesse offrendo “la via moderna”. Secondo il quotidiano Berliner Zeitung, più di 100 negozi di questo tipo erano sparsi in giro per Berlino prima della caduta del Muro. Quando nel 1989 il Muro di Berlino è caduto, il numero di questi piccoli negozi è esploso rapidamente sia a est che a ovest. Oggi, mentre il concetto di “negozio in ritardo” esiste in altre aree della Germania, è questa storia che li rende unicamente berlinesi.
Un punto di incontro nell’anonimato della capitale
Al giorno d’oggi gli Späti sono anche un ritrovo di quartiere e un’attrazione turistica. Nel corso degli anni, questi piccoli negozi sono diventati una parte vitale della quotidianità berlinese. Uno Späti e i propri kiez lavorano in tandem, sostenendosi l’un l’altro: non c’è da stupirsi che molti berlinesi abbiano un debole per il loro Späti di fiducia. Questa connessione con la comunità e il quartiere da luogo a punti di incontro dove tutti i ceti sociali entrano in contatto.
Gli Späti attirano residenti e turisti allo stesso modo. Non è raro ascoltare conversazioni tra la gente del posto e i negozianti che condividono i dettagli intimi della loro vita. Possono essere considerati un punto di incontro e socialità per le persone che vivono nell’anonimato di una capitale. Molti di essi allestiscono all’esterno per i propri clienti tavoli e sedie dove passare una piacevole serata in compagnia (e a un buonissimo prezzo). Nella mia esperienza personale si tratta di spazi in cui è possibile incontrare estranei provenienti da ogni parte del mondo e, in alcuni casi, creare una connessione più profonda e costruire amicizie durature. Fermatevi a bere una Berliner Kindl per la modica cifra di 1 euro e trenta e godetevi lo spettacolo!
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Immagine di copertina: foto di Ana Iramain