Il museo della Stasi di Berlino racconta la storia dell’organizzazione di spionaggio e sicurezza della Germania Est

Sulla Ruschestraße, il Museo della Stasi racconta la storia dell’organizzazione di spionaggio e sicurezza della Germania Est proprio lì dove un tempo aveva sede il suo quartier generale

Un luogo che non passa di certo inosservato quello del Museo della Stasi. Una volta Headquarters della Stasi – l’organizzazione di spionaggio e sicurezza della Germania Est – questo enorme edificio che occupa un intero isolato è oggi uno dei musei imperdibili di Berlino. Suddiviso in tre piani, riprende in ogni stanza e corridoio il sapore austero della ex Berlino Est. I mobili e le pareti in legno lucido, le carte topografiche e le casseforti blindate che nascondevano i documenti, sono solo alcuni degli oggetti caratteristici di questo museo.

Il primo piano del museo della Stasi

 

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Già a partire dai corridoi è possibile vedere slogan, manifesti e cartelloni di propaganda utilizzati per rendere note le attività della Stasi. Entrando all’interno delle stanze si osservano, invece, microspie, cavi, ricetrasmittenti e oggetti di vario genere che spaziano dall’abbigliamento all’elettronica. Questo primo piano è stato dedicato interamente ai rapporti tra i servizi segreti orientali e la società all’interno della quale si muovevano. Per questo motivo ci sono numerose relazioni e documenti che dimostrano quali fossero le politiche di cooperazione e controllo messe in atto dalla Stasi ogni giorno. Radio, libri e qualunque altro mezzo di comunicazione fosse disponibile era utile alla Stasi per diffondere, già in tenera età, l’ideologia socialista.

Il secondo piano

 

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Poco, se non nulla, è cambiato in questo piano dal 15 gennaio 1990. Un gruppo di attivisti si introdusse nel palazzo con lo scopo di preservare gli archivi e la documentazione della Stasi, che altrimenti sarebbero andate distrutte dalle forze sovietiche. Nel museo della Stasi, tra le stanze dall’arredamento minimalista – austero, direbbero alcuni –, è possibile visitare anche quella dell’ultimo ministro Erich Mielke.

Terzo ed ultimo piano

 

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Questo ultimo piano del museo della Stasi è dedicato ai movimenti di opposizione al regime. Dalle illustrazioni alle mappe della città in cui sono indicate le zone in cui si trovavano più “appartamenti-spia”. Ma anche lettere e archivi che raccontano le storie delle vittime: bambini, donne e uomini torturati e uccisi perché oppositori politici, quindi nemici del sistema. Oppure, perché erano sospettati di essere spie.

La Stasi aveva non pochi dipendenti

 

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Alcune ricerche effettuate negli anni Novanta hanno stimato un numero da brividi: i dipendenti della Stasi erano circa 91.000. A questi, si aggiungevano altri 100.000 informatori e collaboratori che non vivevano in Germania o in altri paesi socialisti. I cittadini, dunque, erano costantemente osservati e per questo la loro vita subì pesanti conseguenze. Un vacillare continuo tra speranza di un futuro migliore e paura della quotidianità, perché tutti potevano essere accusati, e tutti potevano essere informatori, spie.

Visitare il museo della Stasi

È possibile usufruire di una visita guidata d’introduzione alla mostra ogni lunedì, mercoledì, venerdì e sabato (in lingua tedesca alle ore 13.00, in lingua inglese alle ore 15.00).

Indirizzo: Ruschestraße 103, 10365 Berlin

Orari d’apertura: dal lunedì al venerdì dalle ore 10.00 alle 18.00 / sabato, domenica e festivi dalle ore 11.00 alle 18.00

Per acquistare i biglietti e conosce le riduzioni disponibili, visitate il sito web ufficiale del Museo della Stasi di Berlino.

 

 

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Immagine di copertina: Marie in Berlin / Screenshot from the YouTube video