Guida alle sezioni ‘collaterali’ della Berlinale 2022, il Festival del cinema di Berlino che inizia a breve

di Maria Rita Garofalo

Come ogni anno la Berlinale non offrirà solo film in competizione per l’Orso d’oro ma un ricchissimo programma che comprende anche corti, libri e pellicole che riflettono su importanti temi della nostra attualità. Vi raccontiamo il programma delle sezioni ‘collaterali’ della nuova edizione del Festival del cinema internazionale di Berlino

Si avvicina il tempo della Berlinale, che si svolgerà dal 10 al 20 febbraio, e tutti gli appassionati di cinema residenti a Berlino si stanno già informando su cosa si potrà vedere tra le diverse location scelte in questa edizione all’insegna del virus Omicron. Un tempo ostile per chi era abituato a vedere i film in presenza e rischia anche quest’anno di trovare pochissimi posti disponibili nelle sale scelte dal direttivo del Festival più importante d’Europa insieme a Cannes. Ma cosa bolle in pentola tra le sezioni collaterali del Festival? Partiamo dai corti.

Sezione Berlinale Shorts: le più importanti tematiche della nostra attualità sviscerate in 30 minuti

“Con il loro stile, i registi dei cortometraggi della Berlinale ci invitano a vedere il mondo attraverso i loro occhi”. Queste le parole della responsabile di sezione Anna Henckel Donnersmarck che aggiunge:

“Per quanto diversi possano essere i film, tutti affrontano il nostro presente in maniera schietta e sincera. Credo che parlare di argomenti complessi ci permetta di affrontare la complessità della vita stessa.”

I film danno un quadro molto dettagliato della realtà in 30 minuti circa. Temi importanti di attualità vengono affrontati alla Berlinale:

  • #MeToo,
  • L’effetto dei social media,
  • Il rapporto uomo-natura,
  • I danni globali causati da conflitti politici e culturali

Nel programma Berlinale Shorts faranno la loro apparizione volti noti e meno noti del cinema. Ecco alcuni ospiti presenti quest’anno in questa sezione: Radu Jude (Orso d’oro 2021 per il miglior film), Atsushi Wada (Premio della giuria dell’Orso d’argento 2012 sezione cortometraggio), Leonor Teles (Orso d’oro 2016 per il miglior cortometraggio, quest’anno come direttore della fotografia). Yann Gonzalez in veste di produttore, Deepak Rauniyar, la fotografa Evgenia Arbugaeva, l’attore Antonio Marziale e alcuni esponenti che si sono fatti un nome nel mondo dell’arte: Sky Hopinka, Lois Patiño e Gerard Ortín Castellví. La giuria internazionale dei cortometraggi della Berlinale è composta dall’artista italiana Rosa Barba, dall’esperto di cortometraggi tedesco Reinhard W. Wolf e dal regista indiano Payal Kapadia. Tra i 21 film in concorso, selezioneranno i vincitori dell’Orso d’oro per il miglior cortometraggio, dell’Orso d’argento (cortometraggio) e del candidato per gli European Film Awards.

Sezione Forum: maggiore consapevolezza della storia

Quest’anno ci sarà un Forum Special composto da nove programmi cinematografici. Una parte è dedicata agli undici cortometraggi e lungometraggi che continuano la serie “Fiction Bescheinigung”, inizialmente lanciata durante il Berlinale Summer Special e poi proiettata sul grande schermo al CİNEMA TRANS TOPIA. Questo filone approfondisce i collegamenti tra cultura, cinema e razzismo e il loro effetto nella società attuale cercando di dar voce ai registi di colore emergenti in Germania e puntando i riflettori su un capitolo della produzione cinematografica tedesca che è stato ingiustamente trascurato.

La selezione dei film è stata elaborata da Enoka Ayemba e Biene Pilavci, supportati da Karina Griffith, Jacqueline Nsiah, Can Sungu e dal comitato di selezione del Forum. I corti sono stati divisi in sei programmi, dove viene fatta menzione di alcuni importanti titoli del passato: Fremd; Yaban (2007) di Hakan Savaş Mican, con protagonista la meravigliosa Sema Poyraz; In der Wüste (1987), lungometraggio di Rafael Fuster Pardo che tratta di due artisti squattrinati nella Berlino ancora divisa; Dreckfresser (Dirt for Dinner, 2000) di Branwen Okpako, un documentario su un agente di polizia nero nella Sassonia post-riunificazione; il film-saggio Die leere Mitte (The Empty Center, 1998) e Normalität 1-10 (Normality 1-X, 2001), entrambi di Hito Steyerl, infine un film del periodo da studente di Raoul Peck, Merry Christmas Deutschland oder Vorlesung zur Geschichtstheorie II (1985). Agli undici titoli “Fiktion Bescheinigung” si aggiungono altri tre film, opere storiche ora disponibili in stampe appena restaurate. Ou les nègres marrons de la Liberté (Indie occidentali) di Med Hondo del 1979 esplora la tratta transatlantica degli schiavi, la situazione nelle Antille francesi e le politiche di immigrazione. La cura per l’estetica entra in contrasto con lo stile sfarzoso tipico del musical, generando una visione grottesca. Il lungometraggio di Borhane Alaouié Beirut Al Lika (Beirut the Encounter) non è meno attuale, anche se è stato girato nel 1981. Una giovane donna sta per lasciare la città segnata dalla guerra civile per recarsi in America, senza sapere quanto durerà la sua permanenza. Un giovane vorrebbe rivederla prima che parta, se non fosse per i blocchi stradali, le intercettazioni telefoniche e gli ingorghi. Nel realizzare questo malinconico schizzo di addio, Alaouié non poteva immaginare che la situazione sarebbe stata la stessa del 2021 per molti libanesi.
Infine, Forum dà anche uno sguardo alla propria storia, Il ritratto cinematografico di Alice Agneskirchner Komm mit mir in das Cinema, è dedicato a Ulrich e Erika Gregor. Con estratti di film, frammenti d’archivio e interviste, la regista berlinese esamina le biografie e il notevole impatto di questi due leggendari curatori cinematografici senza i quali Forum non esisterebbe.

Forum Expanded: più vicini al suolo

Nel suo film “Kumbuka”, Petna Ndaliko Katondolo si confronta ancora una volta con l’eredità delle immagini coloniali: due registi congolesi tentano di montare un documentario olandese in cui appaiono come protagonisti. Nd Aliko Katondolo si rifà a una storia vera per esaminare il cinema africano. Il modo in cui gli stereotipi coloniali e razzisti sono onnipresenti è esplorato da Musquiqui Chih Ying nella sua installazione The Lighting, che attinge sia ai media digitali che analogici. Attraverso la Wismut AG, Alex Gerbaulet e Mareike Bernie si esamina un pezzo della storia nucleare tedesca a Sonne Unter Tage, ripercorrendo allo stesso tempo una storia politica della Germania divisa, basata sui giacimenti di uranio trovati in Turingia e Sassonia. Tracce dell’estrazione dell’uranio si possono trovare anche nelle province canadesi, insieme a vacche sacre e zombi adolescenti, nel film saggio “Surface Rites” di Parastoo Anoushahpour, Faraz Anoushahpour e Ryan Ferko. La regista e performer Liz Rosenfeld ci propone anche uno scenario futuristico in White Sands Crystal Foxes: allo Zeiss-Großplanetarium di Prenzlauer Berg, mostrerà una fantasia queer ambientata in un’epoca in cui le volpi sono l’unica specie ancora in grado di riprodursi e dalle secrezioni umane si ottengono cristalli pieni di energia. Una lettura performativa dell’artista amplia la proiezione del film.

Prospettiva del cinema tedesco

Per la prima volta nel 2022 il programma presenterà, oltre a sei registe donne e un regista uomo, i talenti di Perspektive nei settori del documentario. Verranno analizzati non solo la parte creativa ma anche gli aspetti più tecnici come l’uso della macchina da presa, del montaggio, la produzione e la scenografia. Linda Söffker, responsabile di sezione, ha arricchito Perspektive negli ultimi dodici anni con la sua grande competenza e determinazione e ha sviluppato ulteriormente questo ramo.

“È stata la figura principale per i registi e ha sfruttato ogni possibilità possibile per rafforzare il cinema tedesco. La ringraziamo per il suo continuo impegno, la sua dedizione al cinema tedesco e le auguriamo ogni successo nei suoi progetti futuri”.

Così commenta il duo del Direttivo della Berlinale Mariette Rissenbeek e Carlo Chatrian.

Books at Berlinale: dieci libri per un adattamento cinematografico

Il Berlinale Co-Production Market, in collaborazione con la Frankfurter Buchmesse, presenterà dieci libri per la sezione: “Books at Berlinale”. Durante l’evento, che dal 2006 presenta ogni anno nuove pubblicazioni, i produttori possono entrare in contatto con i detentori dei diritti cinematografici, editori e agenti letterari di fama internazionale. La presentazione avverrà online, moderata da Syd Atlas. I Libri di editori provenienti da Brasile, Camerun, Francia, Germania, Georgia, Israele, Paesi Bassi, Spagna, Svizzera e Regno Unito sono stati scelti tra oltre 190 proposte da più di 30 paesi. Le opere riflettono la diversità della scena letteraria internazionale e offrono un notevole potenziale di adattamento in formati cinematografici e seriali. Oltre ai libri nuovi o in uscita di autori come David Grossman, Nino Haratischwili, Monika Helfer, Bernhard Schlink ed Emma Stonex, i romanzi di Anne Eekhout, Esther García Llovet, Khuê Phạm e Micheliny Verunschk sono qui da scoprire. La selezione comprende un ampio spettro di generi, temi e prospettive con rilevanza e urgenza letteraria e sociale: ad esempio, l’autrice e attivista per i diritti umani Djaïli Amadou Amal dal Camerun denuncia i matrimoni forzati e la violenza contro le donne nel Sahel nel suo romanzo “Impatients” / “Gli impazienti”. Pubblicato in Francia, il romanzo bestseller ha acceso il dibattito e ha vinto numerosi premi. Il 15 febbraio si svolgerà un evento di matchmaking nell’ambito dell’iniziativa “Books at Berlinale”; qui, rappresentanti selezionati di editori e agenzie letterarie si uniranno ai produttori cinematografici in incontri online individuali. “Books at Berlinale” si svolgerà online il 14 e 15 febbraio nell’ambito del Berlinale Co-Production Market (12-16 febbraio). L’evento di matchmaking è organizzato in collaborazione con il Netherlands Film Fund. Le seguenti opere sono state selezionate per “Books at Berlinale” 2022:

● “The Riff-Raff” / “Die Bagage” (Monika Helfer, Germania), Carl Hanser Verlag / Sibylle Seidel Medienagentur, Germania
● “The Sound of the Jaguar’s Roar” / “O som do rugido da onça” (Micheliny Verunschk, Brasile), Companhia das Letras, Brasile
● “Mary” (Anne Eekhout, Paesi Bassi), De Bezige Bij, Paesi Bassi
● “More Than I Love My Life” (David Grossman, Israele), Agenzia Deborah Harris, Israele
● “The Granddaughter” / “Die Enkelin” (Bernhard Schlink, Germania), Diogenes Verlag, Svizzera
● “Spanish Beauty” (Esther García Llovet, Spagna), Editorial Anagrama, Spagna
● “Mancanza di luce” / “Das mangelnde Licht” (Nino Haratischwili, Georgia), Graf & Graf Literatur- und Medienagentur, Germania
● “The Lamplighters” (Emma Stonex, Regno Unito), Madeleine Milburn Literary, TV & Film Agency, Regno Unito
● “Impatients” / “Les Imppatientes” (Djaïli Amadou Amal, Camerun), Mediatoon Audiovisual Rights, Francia
● “Wherever You Are” / “Wo auch immer ihr seid” (Khuê Phạm, Germania), Pengui

 

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