Eine deutsche Partei, alla Berlinale il film che racconta la tragicomica autodistruzione di AfD, il partito sovranista tedesco

Alla 72esima Berlinale un film documentario racconta dall’interno tutte le contraddizioni di Alternative für Deutschland, il partito populista e sovranista tedesco.

Non è affatto semplice realizzare un documentario su un partito politico senza, il più delle volte, annoiare mortalmente lo spettatore. Ancora più arduo è riuscire a mantenere una marcata neutralità rispetto a ciò che si sta raccontando. Il regista Simon Brücke con Eine Deutsche Partei (Un partito tedesco) è riuscito in questa complessa impresa realizzando un film documentario su Alternative für Deutschland (Afd) il partito di estrema destra, sovranista e populista tedesco. Il film è stato presentato all’interno della sezione Special della Berlinale ed è un ritratto abbastanza impietoso delle dinamiche interne ad Afd un partito che professa la difesa di un’identità nazionale ma che, alla fine dei conti, neanche riesce ad averne una propria definita.

In Eine Deutsche Partei emergono tutte le contraddizioni all’interno del partito

Come già scritto, Brückener riesce a realizzare un film completamente ‘neutro’, seguendo sia alcuni membri del partito che simpatizzanti di tutte le età in un periodo che va dal 2019 fino al 2021. Il fatto di osservare semplicemente il tutto, senza intervenire in alcun modo, è sicuramente uno dei pregi più grandi del film. Per le due ore di durata del documentario – che scorrono via in un batter d’occhio – tutti i protagonisti non fanno che ripetere il mantra “Afd è una vittima dei media che montano ad arte campagne diffamatorie contro di noi”. Peccato che Eine Deutsche Partei faccia capire che i primi sabotatori del partito, sono i militanti di Afd stessa. È tragicomico osservare le discussioni tra i maggiori esponenti del partito che non si trovano d’accordo neanche sugli obiettivi principali che un partito come AfD si prefigge di raggiungere.

Una scena di Eine deutsche Partei diretto da Simon Brückner ©Spicefilm

Una scena di Eine deutsche Partei diretto da Simon Brückner ©Spicefilm

Sintomatici di queste opposte visioni interne sono due particolari episodi del film. Il primo è quando tre esponenti regionali discutono sui musulmani che vivono in Germania. Da una parte abbiamo un signore anzianotto che dichiara come i  musulmani siano liberi di professare il proprio credo, ma a casa loro. Dall’altra un suo compagno di partito che sostiene come, invece, religioni diverse debbano comunque convivere in Germania: corto circuito totale. Il secondo episodio riguarda le discussioni a proposito delle restrizioni adottate dal Governo tedesco per contenere la pandemia da Covid-19. Anche in questo caso vediamo un parlamentare – abbastanza ignorantello a dire il vero – che porta avanti le famose posizioni negazioniste che ormai siamo abituati a sentire da due anni a questa parte. Di contro un altro membro di AfD, un medico, che apostrofa il collega dicendo che tutte le sue affermazioni sono “s****zate”. Non sono semplici differenti, e comprensibili, visioni di uno stesso problema, ma sono posizioni completamente contrapposte che il documentario porta a galla e che fanno intuire allo spettatore come AfD sia un partito destinato all’estinzione.

Una scena di Eine deutsche Partei di Simon Brückner ©Spicefilm

Una scena di Eine deutsche Partei di Simon Brückner ©Spicefilm

Eine deutsche Partei mostra anche il terrore dei ‘vecchi’ di fronte ai giovani militanti

Un altro degli aspetti più interessanti del film è il rapporto conflittuale tra gli esponenti più anziani di AfD e i membri di Junge Alternative für Deutschland la frazione che riunisce i giovani militanti di AfD dai 14 ai 35 anni. Se infatti i ‘padri’ vorrebbero seguire una linea più moderata (anche per riuscire a guadagnare più voti), i ‘figli’ sono imbevuti di un’ideologia sempre più assimilabile al pensiero neonazista. Una visione estrema che ha portato l’associazione giovanile a essere una ‘sorvegliata speciale’ da parte dell’Ufficio federale per la protezione della Costituzione. Brückener segue alcuni di loro tra scampagnate in macchina al ritmo di inni ultra nazionalisti, volantinaggio nelle strade e improbabili chiacchierate con rifugiati afghani del campo profughi di Lipa in Bosnia ed Erzegovina solo per assicurarsi che non attraversino i confini per arrivare in Germania. Alla fine due giovanotti della Junge Alternative si chiedono perché il loro partito sia crollato nelle preferenze degli elettori tedeschi. La risposta è molto semplice, basta che si guardino con attenzione Eine deutsche Partei.

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