Da Catania a Berlino, “Patria” un bellissimo show della Compagnia Zappalà
La Compagnia siciliana Zappalà approda a Berlino con “Patria”, trasmettendo un messaggio attuale e profondo al pubblico dell’Halle Tanzbühne
Residente a Catania presso la struttura Scenario Pubblico, lo scorso venerdì la Compagnia di danza Zappalà ha inscenato al teatro indipendente Halle Tanzbühne di Berlino l’esibizione “Patria” di Roberto Zappalà, che da trent’anni dà adito alle sue idee da coreografo mettendo in scena performance toccanti e profonde. Soprattutto negli ultimi tempi, il tema della patria si è rivelato centrale nel panorama internazionale e gli artisti siciliani sono riusciti ad interpretarlo avvalendosi di un linguaggio unico: il movimento dei corpi.
Il progetto
L’esibizione “Patria” andata in scena il 2 e 3 settembre, resa possibile dalla coreografa Toula Limnois, si inserisce come ospite in un progetto artistico più ampio che prende il nome di “Utopia – the European ensemble network for dance“, avviato in Europa. Lo scopo primario è quello di promuovere non solo la danza come un “lavoro d’insieme”, ma anche il dialogo europeo e il sostegno reciproco in questo campo.
Mai come ora il tema della patria si presenta come delicato e mutevole, poiché influenzato da fattori come la globalizzazione e l’immigrazione. In questo contesto, Roberto Zappalà, ideatore dell’esibizione insieme al regista Nello Calabrò, ha deciso di rappresentarlo in maniera del tutto originale. Molti dei lavori del coreografo traggono ispirazione da tematiche attuali, soprattutto sociali. Ad esempio, il progetto “Remapping Sicily”, da lui ideato nel 2007, tocca questioni attuali in merito a mafia e religione.
Quando la patria si sposta
La patria è da molti percepita come un’entità stabile e consolidata. Ma cosa succede quando non si riesce più a comprendere cosa veramente la contraddistingua? O quando, al posto di costruirvi una vita, si trascorre un’intera esistenza a cercarla? La citazione del critico letterario statunitense Richard Sennet riassume molto bene il concetto che sta alle fondamenta dell’intera esibizione: “la patria non è un luogo fisico, ma un bisogno che si sposta”.
Ed ecco che tutti i riflettori sono subito puntati su questi corpi, dissimili tra loro, che volteggiano sul pavimento dell’Halle Tanzbühne, sfiorandosi e intrecciandosi. Il tutto accompagnato da un sottofondo musicale in prevalenza tenebroso e inquietante che di tanto in tanto, lascia posto a melodie più vivaci. Un microfono, posto in un angolo della sala, fa risuonare le voci timide e insicure dei danzatori che, inizialmente, balbettano parole dell’inno francese. Sette corpi che, ripetutamente e con movimenti diversi, si allontanano e si avvicinano fluttuando nello spazio circostante, come veri e propri esuli.
Il linguaggio MoDem
Il linguaggio che da trent’anni unisce coreografo e ballerini prende il nome di MoDem, acronimo dell’espressione inglese “Democratic Movement”. Oltre a toccare la sfera della contemporaneità, questo linguaggio permette di infondere nel pubblico il senso unico di profondità che solo dei corpi in movimento sono in grado di trasmettere.
La performance di Anna Forzutti, Filippo Domini, Fernando Roldan Ferrer, Silvia Rossi, Joel Walsham, Valeria Zampardi ed Erik Zarcone ha sicuramente centrato l’obiettivo.
Studia tedesco a Berlino o via Zoom con lezioni di gruppo o collettive di Berlino Schule, corsi da 48 ore da 192 €. Scrivi a info@berlinoschule.com
Non perderti foto, video o biglietti in palio per concerti, mostre o party: segui Berlino Magazine anche su Facebook, Instagram e Twitter
Immagine di copertina: © Berlino Patria Compagnia Zappalà, foto di Dieter Hartwig