Come la comunità gay aiutò la caduta del muro di Berlino
Il ruolo della comunità gay nel far crollare dall’interno la Germania dell’est comunista sta ricevendo una nuova attenzione negli ultimi decenni
Mostre d’arte, film e tour della città accendono nuovi riflettori sulla comunità LGBTQ, catturando l’immaginazione delle generazioni nate dopo il crollo del Muro di Berlino il 9 novembre 1989. L’esperto d’arte Stephan Koal ha curato una retrospettiva dell’artista Jürgen Wittdorf per quello che sarebbe stato il suo novantesimo compleanno. La mostra allo Schloss Biesdorf durerà fino al 10 febbraio 2023.
Jürgen Wittdorf
Wittdorf è stato un eccezionale grafico e disegnatore. Ha studiato all’Accademia d’Arte di Lipsia ed è stato uno studente magistrale all’Accademia delle Arti di Berlino. Successivamente, ha lavorato come artista freelance a Berlino Est. Gran parte delle sue opere sono di proprietà dello Studio Galerie Berlin: nature morte, disegni di nudo, paesaggi e animali.
Wittdorf divenne famoso per le sue xilografie negli anni ’50 e ’60. In particolare spiccano i portfolio “Cycle Animal Mothers” (1958), “Cycle of Youth” (1961) e il “Cycle Youth and Sport” (1964). In quest’ultima opera diventa visibile il rapporto con la propria omosessualità. La sua svolta come artista nella DDR è avvenuta grazie al suo modo di rappresentare i giovani, che non venivano idealizzati come lavoratori o agricoltori, ma come persone alla ricerca di desideri e bramosia.
Il ruolo di Wittforf nella comunità gay
Nato nel 1932, Wittdorf è stato un membro di lunga data del partito SED al governo della Repubblica Democratica Tedesca (DDR), e viveva di commissioni ufficiali per la sua arte. La Germania dell’Est ha depenalizzato il sesso gay nel 1968, un anno prima della Germania Ovest, ma è rimasto un serio tabù sociale. Tuttavia, anni prima di quella riforma, Wittdorf si era già spinto oltre con opere “lussuriose” rappresentanti corpi di giovani nudi, riuscendo a farle etichettare per realismo eroico socialista.
Un’opera esemplificativa è una stampa presente all’Accademia dello Sport di Lipsia, che raffigura atleti che si insaponano insieme sotto le docce. Karin Scheel, direttrice artistica del Palazzo Biesdorf, afferma: “Nella DDR queste erano solo rappresentazioni di atleti, oggi lo vediamo in modo completamente diverso: sotto queste impronte c’è qualcosa di enorme che ribolle sotto la superficie”.
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L’omosessualità all’ombra del regime
L’omosessualità all’ombra del muro non godeva di particolari simpatie. Al contrario: il Ministero per la Sicurezza di Stato (Stasi) teneva d’occhio ogni cittadino ‘sospetto’, pronto a impegnarlo in qualità di collaboratore ed informatore ufficioso. L’omosessualità non solo non era ben vista, era addirittura dichiarata incompatibile col “vero socialismo”.
Ciò nonostante, il 15 gennaio 1973, a Berlino Est viene fondata la Homosexuelleninitiative Berlin (HIB), cioè l’Iniziativa Omosessuale Berlinese, la prima associazione organizzata di lesbiche e gay in tutto l’ex blocco sovietico. I membri dell’associazione, guardati a vista dalla Stasi, si incontravano soprattutto in case private e discutevano sulle possibilità di migliorare la situazione delle persone LGBT nel regime.
Wittdorf ha affermato che il ruolo delle persone LGBTQ nella tormentata clandestinità della Germania orientale è stato a lungo “sottovalutato”. A quattro anni dalla morte, il lavoro di Wittdorf oggi sta vedendo una rinascita: parte di questo rinnovato interesse deriva da una comprensione contemporanea del “coraggio” richiesto alle persone LGBTQ durante il regime. “I gay erano una parte importante di una sottocultura incredibilmente eccitante, insieme a gruppi sovrapposti di intellettuali, fedeli, ambientalisti e abusivi che alla fine si sono riversati nelle strade durante la rivoluzione pacifica della Germania dell’Est”, ha detto il curatore della mostra Stephan Koal.
Leggi anche: Coming Out, il film DDR sui gay presentato a Berlino il 9 novembre 1989
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Immagine di copertina: da Pixabay