Il Berghain non è più nella top 10 dei migliori club al mondo

Il Berghain precipita al dodicesimo posto nella Top 100 dei migliori club al mondo. Fra l’istituzione berlinese e il Boothaus di Colonia uno scarto di sette posizioni

Dj Magazine ha decretato la nuova Top 100 dei migliori club al mondo, lasciando delusi gli ammiratori del Berghain di Berlino, vera e propria istituzione nella produzione e diffusione della musica elettronica. I recenti risultati pubblicati dalla rivista britannica hanno infatti portato l’attenzione sul Hï Ibiza (1°, Spagna), club spagnolo avanzato di tre posizioni rispetto alla classifica dello scorso anno, l’Echostage (2°, USA) e il Green Valley (3°, Brasile); al quarto e al quinto posto si trovano invece il Printworks London (Inghilterra) e il Bootshaus (Germania). Garanti della causa tedesca nella Top 100 sono inoltre il Watergate (35°) e il Tresor (50°). Soltanto agli inizi di luglio si è tenuto il Rave The Planet – evento in cui gli amanti del genere techno hanno chiesto che questo venisse riconosciuto come patrimonio culturale – e ciò può essere sintomatico della rilevanza che il responso dei dj può avere per il popolo tedesco. Sicuramente più soddisfatti gli Stati Uniti che vantano ben sedici club all’interno della classifica.

 

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Quando una classifica non basta

Non è dato sapere quali siano state le motivazioni che hanno confinato il Berghain solo alla dodicesima posizione. È difficile pensare che l’emergenza Covid-19 possa avere influito, considerando che il lento declino ha avuto inizio già nel 2010. Proprio l’anno prima il Dj Mag aveva consacrato il club berlinese con un primo posto. È pur vero che l’ex Ostgut ha guadagnato dal 1998 una serie di riconoscimenti – si pensi al prestigioso premio Berliner Bär, assegnato dalla casa editrice Axel Springer nel 2012 – che oggi oscurano i risultati della classifica britannica. Non tutti i club di fama mondiale possono inoltre vantare di offrire delle serate che, da parte della Corte delle finanze, sono riconosciute come veri e propri eventi culturali. Per questa ragione, dal 2016 il Berghain non è soggetto alla normale imposta sulle vendite, ma all’aliquota ridotta. La qualità della musica che viene prodotta da artisti di calibro internazionale e i membri che costituiscono il collettivo del club berlinese – fra questi, il fotografo e buttafuori tedesco Sven Marquardt – mantengono quindi intatta l’aura che sembra avvolgere le mura dell’ex impianto di teleriscaldamento.

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Immagine di copertina: Berghain, © Michael Mayer da Flickr