Tanti artisti boicotteranno il Pop-Kultur Festival di Berlino perché l’ambasciata d’Israele è tra i partner
Arrivato alla sua ottava edizione il Pop-Kultur Festival di Berlino deve affrontare una campagna di boicottaggio, come avvenuto in tre edizioni precedenti. Il coinvolgimento dell’ambasciata di Israele non piace agli artisti.
È pronto a partire, nonostante le difficoltà, il Pop-Kultur Festival che si terrà al Kulturbrauerei di Berlino dal 24 al 26 agosto. Più di cento eventi sono in programma, per celebrare la cultura pop mondiale in tutte le sue forme.
Come nelle tre edizioni pre-Covid, però, anche quest’anno il festival ha attirato l’attenzione di BDS Movement, l’organizzazione a sostegno della Palestina. L’azione di boicottaggio, innescata dalla collaborazione del Festival con l’ambasciata israeliana, ha comportato il ritiro di alcuni artisti e costretto gli organizzatori del Festival a rilasciare un comunicato ufficiale.
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La ragioni del boicottaggio
Concerti, dj set, film, arte, talk e tanto altro sul tema della scena musicale pop presente e futura. Si toccheranno inoltre argomenti molto attuali come integrazione, inclusione e uguaglianza di genere in modo non convenzionale, talvolta anche provocatorio, come promesso dagli organizzatori. La grande macchina del Pop-Kultur Festival, però, sembra incepparsi ancora una volta come accaduto in passato sul tasto dolente che è la collaborazione con l’ambasciata di Israele di Berlino. Quest’ultima, infatti è una delle tre istituzioni che supportano economicamente gli artisti presenti alla manifestazione, e che arrivano da tutto il mondo.
Come nel 2017, 2018 e 2019, l’organizzazione BDS Movement, che mira all’isolamento dello Stato di Israele nella speranza che al popolo palestinese vengano garantiti diritti e protezione, sta portando avanti una campagna di boicottaggio. Sembra anche che la collaborazione con l’ambasciata israeliana sia stata fatta passare volontariamente sotto silenzio. I promotori dell’azione hanno così contattato diversi degli artisti in calendario per chiederne il ritiro. Alcuni hanno effettivamente aderito all’iniziativa, ma sul sito del festival è comparsa una dichiarazione ufficiale per spiegare cosa sta succedendo.
La risposta del Pop-Kultur Festival
Il 23 agosto sul sito del festival è stato pubblicato un lungo comunicato per spiegare cosa sta succedendo, quali sono gli artisti che si sono ritirati e la posizione del Festival in tutta la vicenda.
In sintesi gli organizzatori hanno fatto sapere che lavorano da sempre con tutti i paesi riconosciuti dallo stato tedesco e che nessuno sponsor o partner interviene nell’organizzazione e nella programmazione dei singoli eventi. Le sovvenzioni si limitano a coprire le spese di viaggio e soggiorno degli artisti. Nel comunicato si legge inoltre che si rispettano le decisioni di tutte le persone coinvolte, ma anche che il dialogo è il mezzo più costruttivo per risolvere i conflitti.
Per finire, tutti gli artisti sarebbero stati informati sia della collaborazione dell’ambasciata d’Israele, sia delle precedenti campagne di boicottaggio, prima di firmare il contratto.
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Immagine di copertina: foto di Magda Ehlers