Alla Berlinische Galerie una mostra affronta il ruolo della moda e dell’arte come specchio della società
Articolo di Arianna Sesia
MODEBILDER KUNSTKLEIDER: FOTOGRAFIE, MALEREI UND MODE 1900 BIS HEUTE. Immagini di moda – Vestiti d’arte: fotografia, pittura e moda dal 1900 a oggi
Il 18 febbraio 2022, alla Berlinische Galerie è stata inaugurata al pubblico “Modebilder Kunstkleider. Fotografie, Malerei und Mode 1900 bis heute”, una mostra dedicata alla moda, all’arte e alla fotografia, analizzate in quanto specchio della società e dei suoi cambiamenti nel corso del tempo, curata da Annelie Lu(e)tgens. La Berlinische Galerie è un museo di arte contemporanea sito Kreuzberg, in Alten Jakobstrasse. Fu fondata nel 1975 con lo scopo di riunire e promuovere l’arte berlinese del tempo, ma inizialmente aveva sede a Charlottenburg. Rimase senza sede per dieci anni, dal 1994 al 2004, fino a quando non fu trasferita nella location in cui si trova tutt’ora. È suddivisa in più piani, quello superiore è dedicato alla collezione permanente, che vanta opere del movimento Dada di Berlino e delle Avanguardie est-europee e artisti del calibro di Liebermann e Dix.
Al piano inferiore invece vengono solitamente allestite le mostre temporanee, come quella attuale, che sarà possibile visitare fino al 30 maggio 2022. Lo scopo della mostra, con le parole della sua curatrice, è quello di: “investigare il dialogo tra immagine e abito nel corso del tempo e fare luce sulla relazione tra artisti e moda”. Il focus è quindi l’analisi dei capi vestimentiari nelle opere d’arte, la relazione tra artisti e moda e infine la moda come strumento di arte contemporanea.
Anna Muthesius e la rivoluzione delle forme
La protagonista della prima sala è Anna Muthesius, con il suo iconico abito di seta rosso risalente al 1903. La creazione, morbida e sinuosa con le spalline cadenti, è il riflesso delle istanze propugnate dalla stilista: basta corsetti troppo stretti, gli abiti devo accompagnare i corpi femminili, non costringerle e soffocarle.
Gli anni ’20 e le illustrazioni di moda
Si passa poi agli anni ’20, momento cult per le illustrazioni di moda, che si fanno largo nei neonati fashion magazine. Questo tipo di riviste sono anche un ottimo mezzo di guadagno e di espressione per donne come Lieselotte Friedlaender e Jeanne Mammen. Quest’ultima ebbe successo a Berlino grazie alle sue illustrazioni ad acquarello su scene di socialità quotidiana del tempo, che pubblicava su Simplicissimus, rivista satirica, e Ulk.
Il surrealismo
E poi il surrealismo, con la sua carica sovversiva. Per la mostra l’artista contemporanea Alexandra Hopf ha riprodotto i pantaloni bianchi di Raoul Hausmann, che l’artista era solito indossare durante le sue performance come gesto di libertà di scelta e di ribellione, contro un’etichetta che prestabiliva cosa fosse lecito indossare e cosa no.
Non solo una nuova donna, ma anche un nuovo uomo, nelle immagini e nei capi: maggiore flessibilità e libertà di movimento, anche grazie alle influenze dello sportswear americano. Il gentelman non è più intrappolato nei suoi stessi abiti, ma mette al primo posto il confort.
La Berlino post-guerra
Ancora Berlino, post-guerra, che emerge grazie all’iconica fotografia di Herbert Tobias: 1954, le rovine sono ovunque, ma su di loro torreggia la modella Irmgard Kunde vestita con un abito del designer tedesco Heinz Oestergaard.
L’anima anticonformista di Berlino
Berlino anticonformista, che si rifiuta di cedere alla massificazione imperante e collabora a progetti che definiscano i concetti di moda e arte, grazie al “fabrikeneu”, il circolo di Claudia Skoda a Kreuzberg e i “nuovi selvaggi” con la loro spettacolarizzazione degli accessori.
Gli anni 70-80 sono invece il momento della Berlino Queer che riscopre gli abiti come strumento di empowerment. La ritrae il fotografo Rolf von Bergmann e la veste il costumista Tabea Blumenschein.
La Berlino contemporanea
Infine la Berlino contemporanea, in cui la moda diventa, nelle mani di Alexandra Hopf, un modo per ricostruire le storia: come per i modelli di abbigliamento dei Modernisti e dei Costruttivisti e dei Futuristi. Wiebke Siem si concentra invece sull’utilizzo dei materiali per creare cappelli scultura.
Non perdertela! Fino al 16/02 l’ingresso è per tutti di 6 euro.
Informazioni utili
La Berlinische Galerie: Alte Jakobstraße 124 – 128, 10969 Berlino
Periodo: –
Orari d’apertura: lunedì e da mercoledì a domenica dalle ore 10.00 alle 18.00 (chiuso il martedì).
Costo ticket: giornaliero 10€. Biglietto giornaliero ridotto 6€. Ingresso gratuito fino a 18 anni.
Mail e numero: bg@berlinischegalerie.de / +49 (0)30-789 02-600
Maggiori informazioni al seguente link
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