Alla Berlinale un film sull’assurda dispersione delle ceneri di Pirandello

Il film di Paolo Taviani, Leonora addio, sarà l’unica pellicola italiana in concorso al Festival internazionale del cinema di Berlino

Alla Berlinale di quest’anno, che inizierà il 10 febbraio, l’unico film italiano in gara sarà Leonora addio di Paolo Taviani. La pellicola rappresenterà il nostro Paese e uscirà successivamente nelle sale il 17 febbraio. Leonora addio racconta l’inverosimile e travagliato viaggio delle ceneri di Luigi Pirandello da Roma ad Agrigento e la successiva sepoltura avvenuta 15 anni dopo la sua morte. Con questa pellicola Luigi Pirandello torna così nella sua amata Berlino dove passò parte della sua vita.

Il ritorno di Taviani alla Berlinale e il suo nuovo film in onore di Pirandello

Alla Berlinale di quest’anno ci sarà quindi il ritorno di Paolo Taviani, con il film Leonora addio. Taviani, infatti, aveva già partecipato a questo concorso con il fratello Vittorio nel 2012 aggiudicandosi l’Orso d’oro con il film Cesare deve morire. Purtroppo, il fratello è scomparso nel 2018 e Paolo Taviani, quest’anno, parteciperà da solo. Nonostante il titolo del film sia quello di una celebre novella di Pirandello del 1910, la pellicola si ispira, invece, all’aria del Trovatore di Giuseppe Verdi. La trama del film si snoda quindi intorno all’assurdo viaggio delle ceneri di Pirandello per poi concludersi con una delle sue ultime novelle, Il chiodo. Questo racconto è stato scritto da Pirandello poco prima che la polmonite lo conducesse ad una morte inaspettata nel 1936, e si ispira ad un fatto di cronaca avvenuto in America. La novella racconta di un giovane emigrato italiano ad Harlem, quartiere di New York, che viene accusato di aver ucciso a sangue freddo con un chiodo una bambina di otto anni.

La vita di Pirandello in Germania

Nella vita di Pirandello la Germania ha avuto un ruolo molto importante. L’esilio volontario di Pirandello inizia a Bonn, dove si laurea in fonetica e morfologia del dialetto di Agrigento, sua terra natale. Aveva 22 anni quando si trovava a Bonn e qui espresse subito la sua grande ammirazione per il teatro tedesco. Pirandello infatti trovava il teatro e gli attori tedeschi disciplinati e di grande tecnica. Questa è stata la sua prima permanenza in Germania.

Il secondo esilio volontario di Pirandello in Germania inizia nell’autunno 1928 e finisce nel 1930. La salita al potere del fascismo in Italia portò nuove regole anche per quanto riguarda il teatro e Pirandello non rispecchiandosi in queste limitazioni decise di tornare in Germania, a Berlino, per cercare nuove ispirazioni per la sua arte. Qui lo scrittore siciliano si inserì nella cultura e nella vita tedesca. Frequentò molti spettacoli e cabaret iniziando a trovare nuove ispirazioni per il suo teatro. Pirandello qui manifestò subito la sua ammirazione per uno dei migliori registi del periodo, Max Reinhardt. Infatti si ispirò molto a questo regista, tanto che decise di dedicargli la versione tedesca di Questa sera si recita a soggetto. Questa produzione però, farà calare il sipario sull’esperienza berlinese di Pirandello dato che non ebbe il successo sperato e  ciò spinse Pirandello a tornare in Italia.

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Immagine di copertina: Leonora Addio di Paolo Taviani