Accordo raggiunto sul salario minimo in UE. Una panoramica degli Stati membri

La legislazione concordata mira a garantire che i salari minimi in tutti i Paesi dell’UE garantiscano standard di vita dignitosi per i lavoratori

Con un accordo raggiunto lunedì sera, i negoziatori del Parlamento e del Consiglio europeo hanno raggiunto un accordo provvisorio per fissare salari minimi adeguati negli Stati membri dell’UE, come previsto dalla legge nazionale e/o dai contratti collettivi. La nuova normativa si applicherà a tutti i lavoratori dell’UE che hanno un contratto di lavoro o un rapporto di lavoro. I Paesi dell’UE in cui il salario minimo è tutelato esclusivamente tramite contratti collettivi non saranno obbligati a introdurlo né a rendere tali accordi universalmente applicabili.

Salari minimi adeguati

L’accordo prevede che i 27 Stati membri dovranno valutare se i loro salari minimi legali – il salario più basso consentito dalla legge – siano adeguati a garantire un tenore ti vita dignitoso. Tale valutazione dovrà essere effettuata tenendo conto delle specifiche condizioni socio-economiche, del potere d’acquisto e degli sviluppi della produttività nazionale a lungo termine. La stima di adeguatezza potrà essere stabilita attraverso l’istituzione di uno specchio di beni e servizi a prezzi reali.

Al momento ventuno dei 27 Stati membri dell’UE hanno istituito un salario minimo legale, il quale il 1 gennaio 2022, variava da 332 euro al mese in Bulgaria a 2.257 euro al mese in Lussemburgo. I livelli salariali nei sei Stati membri che non hanno stabilito un salario minimo legale – Austria, Cipro, Danimarca, Finlandia, Italia e Svezia – sono determinati attraverso la contrattazione collettiva nazionale.

Una panoramica in UE

Il salario minimo è la retribuzione di base per i lavoratori di differenti categorie stabilita per legge. Non può essere in alcun modo ridotta da accordi collettivi o da contratti privati. È in sostanza, una “soglia limite” di salario sotto la quale il datore di lavoro non può scendere. I salari minimi sono generalmente presentati come aliquote salariali mensili per la retribuzione lorda, cioè al lordo della detrazione dell’imposta sul reddito e dei contributi previdenziali a carico del lavoratore dipendente; queste detrazioni variano da paese a paese.

Sulla base del livello del salario minimo mensile lordo nazionale espresso in euro, gli Stati membri dell’UE interessati possono essere classificati in tre gruppi differenti.

  • Salario minimo nazionale superiore ai 1500€ al mese. Rientrano in questo gruppo: Lussemburgo (2.257€), Irlanda (1.775€), Paesi Bassi (1.725€), Belgio (1.658€), Germania (1.621€) e Francia (1.603€).
  • Salario minimo nazionale superiore a 1000€ al mese – ma inferiore a 1500€. Rientrano in questo gruppo: Spagna (1.000€) e Slovenia (1.074€).
  • Salario minimo nazionale inferiore a 1000€ al mese. Rientrano in questo gruppo: Portogallo (823€), Malta (792€), Grecia (774€), Lituania (730€), Polonia (655€), Estonia (654€), Repubblica Ceca (652€), Slovacchia (646€), Croazia (624€), Ungheria (542€), Romania (515€), Lettonia (500€) e Bulgaria (332€).

I valori nella tabella soprastante sono riferiti al 1° gennaio 2022, non tengono quindi conto delle variazioni avvenute durante l’arco dell’anno. Il salario minimo considerato in Germania, ad esempio, è di 9,82 l’ora. Dal 1 ottobre, con l’aumento approvato dal governo tedesco guidato da Olaf Scholz (SPD), la Germania sarà il secondo Paese per salario minimo legale più alto, seconda solo al Lussemburgo.

Germania

Il salario minimo in Germania è stato introdotto nel 2015. Era allora 8,50 € l’ora e da quel momento è aumentato progressivamente fino a raggiungere 9,82 € l’ora il 1° gennaio 2022. Ora è destinato ad aumentare a 10,45 € l’ora il 1° luglio 2022 e a €12 dal 1 ottobre.

Italia

In Italia è regolamentata dalla legge la pensione minima, mentre non vi è ancora un normativa che stabilisca il salario minimo legale. I salari dei lavoratori sono fissati dalla contrattazione fra le parti sociali, ovvero accordi collettivi tra sindacati e aziende – che variano, appunto, in base al settore. Stando alla stima del CNEL (Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro) attualmente sono in vigore 888 contratti collettivi nazionali. Non è inoltre obbligatoria la stipula di contratti collettivi, infatti, esistono imprese e tipologie di contratti di lavoro individuali in cui non è applicabile nessun contratto collettivo.

Ipotizzando un salario minimo di 9 euro lordi l’ora, come diverse proposte in Parlamento, ci sarebbe (dati Inps) il 18,4% di lavoratori sotto questa soglia. Quota che scende al 13,4% se la soglia fosse di 8,5 euro e al 9,6% se a 8 euro. A oggi, comunque, proprio a causa di una mancata legiferazione in Italia l’11,7% dei lavoratori dipendenti riceve un salario inferiore ai minimi contrattuali – dati dell’ultimo report di “In-work poverty in the EU”. In ragione di tali dinamiche, alcune forze politiche, ancora prima del raggiungimento dell’accordo europeo in merito, avevano proposto l’introduzione di un salario minimo nazionale. L’obiettivo è superare lo schema dei contratti collettivi e disciplinare la soglia minima degli accordi tra privati.

Francia

Il salario minimo in Francia è attualmente fissato a 10,85 € lordi l’ora e 8,85 € netti e si applica a tutti i settori. Sulla base di 35 ore lavorative settimanali, il salario minimo mensile corrisponde a un importo lordo di 1.645 euro e a un importo netto di 1.302 euro. Ciò porta il salario minimo annuo a € 19.747,00 lordi e € 15.631,75 netti.

Austria

Anche in Austria non vi è un salario minimo legale, tuttavia la vasta rete di accordi collettivi negoziati tra sindacati e Camera di Commercio implicano che la maggior parte dei dipendenti riceva un salario minimo di fatto. I contratti collettivi sono stipulati su base settoriale, comportando quindi delle variazioni nei vari ambiti lavorativi. Tuttavia, il governo federale e le parti sociali hanno concordato nel 2017 che il salario minimo lordo mensile non dovrebbe essere inferiore a 1.500 euro per tutti i settori.

Spagna

La Spagna rientra tra i 21 Paesi membri che ha regolamentato la retribuzione minima. Il 9 febbraio  il governo spagnolo guidato da Sánchez ha alzato il salario minimo a 1.000 euro. Questo aumento è arrivato dopo un accordo con i partner di governo della coalizione: il partito di sinistra Unidos Podemos, e due delle principali organizzazioni sindacali del Paese, Comisiones Obreras (CC.OO.) e Unión General de Trabajadores (UGT). Questo potrebbe non essere l’ultimo aumento del salario minimo. L’obiettivo del governo è collocare il salario minimo a fine legislatura, nel 2023, al livello del 60% del salario medio.

Portogallo

In Portogallo il salario minimo è stato introdotto per la prima volta un mese dopo il colpo di stato dell’aprile 1974. Tra il 2015 e il 2022 è passato da 505 a 705 euro, con un incremento del 39,6%. L’attuale governo socialista si è impegnato ad aumentarlo a 750 euro nel 2023.

Quadro europeo

Nel novembre 2017, il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione hanno proclamato il Pilastro europeo dei diritti sociali per mantenere la promessa europea di prosperità, progresso e convergenza. Il principio 6 del Pilastro, relativo ai “salari”, richiede salari minimi adeguati e la definizione di salari trasparenti e prevedibili, secondo le prassi nazionali e nel rispetto dell’autonomia delle parti sociali. L’Agenda strategica per il periodo 2019-2024, concordata dal Consiglio europeo nel giugno 2019, ha sollecitato l’attuazione del pilastro a livello nazionale e dell’UE. Recentemente, il 28 ottobre 2020, la Commissione europea ha adottato una proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio su salari minimi adeguati nell’Unione europea. In questi giorni il Parlamento e il Consiglio europeo hanno raggiunto un accordo provvisorio per fissare salari minimi adeguati negli Stati membri dell’UE.

Leggi anche: Germania: dal 1 ottobre salario minimo di 12 euro l’ora. In UE solo il Lussemburgo fa meglio

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Immagine in evidenza da Pixabay