A Berlino una dottoressa 77enne ha venduto centinaia di Covidpass falsi (il prezzo? 180€)
Berlino: si sospetta che una dottoressa abbia falsificato numerosi Covidpass
La polizia ha perquisito lo studio e l’appartamento di una dottoressa berlinese, sospettata di aver rilasciato dei Covidpass falsi in cambio di denaro. La sospettata è una donna di 77 anni che lavora nel distretto di Wilmersdorf. Lo scorso mercoledì 26 gennaio, gli agenti della Polizia di stato e il pubblico ministero della procura di Berlino hanno perquisito il suo studio e il suo appartamento. Gli inquirenti hanno sequestrato delle prove, tra cui delle etichette sospette, probabilmente falsificate per i certificati di vaccinazione. Come dichiarato nel rapporto della Polizia di stato, la donna è sospettata di aver rilasciato numerosi Covidpass a persone che in realtà non erano state vaccinate contro il COVID-19. Il compenso sembrerebbe essere di almeno 180 euro per ognuno di essi.
A cosa servono i falsi certificati
Grazie a questo escamotage, gli acquirenti avrebbero potuto utilizzare i falsi Covidpass per ottenere i certificati di vaccinazione digitali in farmacia. In questo modo, nonostante la mancata vaccinazione, avrebbero potuto assicurarsi l’accesso a istituzioni culturali, ristoranti, grandi magazzini, negozi e altri esercizi simili. Infatti, al momento, a causa delle nuove restrizioni dovute all’ingente numero di contagi in Germania, l’accesso a questo tipo di attività è consentito solo a persone completamente vaccinate o guarite, secondo la regola 2G.
Un possibile collegamento con la criminalità organizzata
Da mercoledì sono in corso indagini per sospetto di emissione di falsi certificati sanitari ai sensi della sezione 278 del codice penale tedesco. Come hanno ulteriormente annunciato gli inquirenti, le indagini riguardano anche un possibile collegamento tra la donna e la criminalità organizzata. L’indagine è stata avviata in seguito ai sospetti da parte di alcuni farmacisti che hanno notato il numero eccessivo di vaccinazioni. La donna sarebbe indagata con l’accusa di aver rilasciato certificati sanitari falsificati. Si tratta di un reato punibile con la reclusione, come recita la già citata sezione 278 del codice penale: “I medici e altro personale medico autorizzato che, pur sapendolo, rilasciano un certificato errato relativo allo stato di salute di una persona ad uso di un’autorità o di una compagnia di assicurazione, incorrono in una pena di reclusione per un periodo non superiore a due anni o in una multa”.
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Immagine di copertina: foto di fernandozhiminaicela, da Pixabay