Vivo d’Arte, il concorso per artisti italiani all’estero del Ministero degli Esteri
Il Ministero degli Affari Esteri promuove un concorso dedicato agli artisti italiani che risiedono stabilmente all’estero
Un concorso per italiani all’estero capaci di immaginare uno spettacolo che unisce danza, teatro e musica e sia allo stesso tempo capace di unire la loro cultura con quella del paese di residenza: si intitola Vivo d’arte ed è promosso dal Ministero degli Affari Esteri in collaborazione con la Fondazione Romaeuropa. Possono partecipare solo under 36 da più di un anno stabilmente all’estero. Come si legge nel regolamento, è necessario presentare un’opera originale di creazione contemporanea che sia sviluppata nelle discipline di teatro, danza e musica. Tema del progetto è la contaminazione tra con la cultura italiana e quella del paese di residenza. L’opera vincitrice sarà rappresentata in prima nazionale alla prossima edizione del prestigioso Romaeuropa Festival, che si terrà nella capitale italiana dal 14 settembre al 21 novembre 2021.
Il Premio prevede:
– Copertura delle spese relative alla creazione e produzione dello spettacolo vincitore, dietro
presentazione di un budget – costi, fino a un massimo di 10.000 euro lordi;
– Cachet, spese di viaggi, ospitalità, trasporti, per diem e diritto d’autore e musicale alla SIAE
I dettagli per partecipare
Gli artisti che candideranno il proprio progetto per Vivo d’Arte dovranno:
a) essere di nazionalità italiana;
b) essere iscritti all’AIRE da almeno un anno alla data di scadenza del presente bando;
c) non avere compiuto i 36 anni di età alla data di scadenza del presente bando;
d) essere comprovati artisti operanti nei settori specifici del teatro, della danza o della musica contemporanee nell’accezione più estesa del termine;
e) presentare opere originali di creazione contemporanea sviluppate nelle discipline di teatro, danza e musica, che sviluppino il tema della contaminazione – incontro con la cultura del paese di residenza e prevedano l’eventuale coinvolgimento di artisti locali;
f) presentare un budget – costi di creazione e produzione del progetto di spettacolo fino ad un massimo di Euro 10.000 lordi;
g) prevedere il coinvolgimento di un numero massimo di otto persone nel progetto, incluso eventuale personale tecnico secondo i massimali economici previsti nell’allegato B. Non saranno coperti trasporti scenici, ma solamente eventuali bagagli extra;
h) concedere totale liberatoria a Romaeuropa e al MAECI per le attività di promozione, comunicazione ed archivio del materiale inviato e di eventuali materiali, elaborati da sé o da terzi, connessi al progetto candidato e presentato nell’ambito della presente iniziativa e di autorizzare a effettuare e trasmettere gratuitamente registrazione audiovisive integrali della sua immagine e degli esecutori coinvolti, delle sue musiche, della sua voce ed in generale delle sue prestazione artistiche rese in occasione del suddetto spettacolo ivi compreso delle prove e del backstage di detto spettacolo nonché delle interviste da lui/lei rilasciate per Roma da mandare in onda e online sui canali all’atto individuati da Romaeuropa e/o dal MAECI per le proprie finalità d’istituto, ivi inclusi per quanto riguarda il MAECI il portale “italiana. lingua cultura creatività nel mondo”, i propri canali social istituzionali, ulteriori piattaforme proprietarie o partner quali “ITsART”
Un modo per valorizzare l’arte italiana all’estero
Il concorso, arrivato alla sua terza edizione, mira a valorizzare la creatività e le capacità degli artisti italiani che lavorano all’estero. Attraverso i progetti, si spera inoltre di favorire collaborazioni e contaminazioni tra i nostri connazionali e la cultura dei paesi di residenza. Per questo motivo è possibile anche coinvolgere degli artisti locali. La scorsa edizione ha visto come vincitore Valerio Zanini con lo Studio Ninja Guru. Il gruppo, con base a Graz (Austria), aveva presentato uno spettacolo dal titolo “She”, definito come una “performance coreutica aumentata”. Un’esibizione ibrida sicuramente all’avanguardia, che si proponeva di fornire il ritratto di una donna tramite il dialogo tra coreografia e tecnologie digitali. Servendosi del tracking dei gesti e di algoritmi per il riconoscimento, lo Studio Ninja Guru aveva trasformato i movimenti in forme e suoni.
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Copertina: ©Pixabay – ©romanen – CC0