Potsdamer Platz - Stazione fantasma © Amina El Ganadi

Un video mostra la stazione fantasma di Potsdamer Platz, Berlino, nel 1989

Potsdamer Platz, la stazione fantasma dal 1961 al 1989

Il video “S-Bahnhof Potsdamer Platz – Geisterbahnhof bis 1989” – realizzato da Max Gold utilizzando alcuni frammenti di video girati poco dopo la caduta del Muro di Berlino (novembre 1989) – offre una prospettiva interessante ed inedita sulla stazione fantasma di Potsdamer Platz.  Sotto la guida di alcune guardie della Germania dell’Est, il breve filmato porta all’interno della vecchia stazione chiusa. Le piastrelle, le colonne bianche e la scritta “Tannenberg-Fraktur” del nome della stazione risultano subito familiari, fatta eccezione per la stanza chiusa a chiave con lo spioncino da dove solitamente le guardie tenevano d’occhio i treni in transito. Il termine “stazione fantasma” veniva utilizzato a Berlino Ovest per indicare tutte quelle stazioni che erano fuori servizio a quel tempo. Potsdamer Platz è stata l’ultima delle stazioni fantasma della Berlino della Guerra Fredda a riaprire nel marzo 1992. Nel 1993, quattro anni dopo la caduta del Muro di Berlino, la stazione di Potsdamer Platz è stata riaperta per la linea U2. Presso la stazione della S-Bahn Nordbahnhof c’è un’interessante mostra sulle stazioni fantasma di Berlino, come parte del Memoriale del Muro di Berlino (Gedenkstätte Berliner Mauer). Oggi Potsdamer Platz è una delle stazioni metropolitane più visitate della capitale tedesca.

Potsdamer Platz: la storia

Potsdamer Platz venne quasi completamente distrutta durante la Seconda guerra mondiale. Solo Weinhaus Huth e le rovine dell’Hotel Esplanade sono rimaste in piedi nella piazza un tempo così vivace. Quando la guerra terminò, Potsdamer Platz divenne il “triangolo di confine” dove si incontravano i settori sovietico, britannico e americano. A quel tempo la piazza era anche sede di un fiorente mercato nero. L’introduzione del marco tedesco nei settori occidentali e l’inizio del blocco di Berlino nel giugno 1948 cambiarono radicalmente il quadro. Nell’agosto di quell’anno il confine tra il settore sovietico ed i contigui settori occidentali fu segnato con una linea sull’asfalto. Nell’aspettativa che la piazza sarebbe stata presto ricostruita, molti edifici vennero ricostruiti in modo “improvvisato”. Tuttavia, durante la rivolta popolare del 17 giugno 1953, questi edifici vennero nuovamente rasi al suolo. Il diffuso senso di instabilità che ne seguì, combinato con questioni politiche irrisolte, trasformò il quartiere in un’area marginale poco interessante per decenni. La costruzione del muro di Berlino nel 1961 segnò l’inizio di 28 lunghi anni di divisione. Potsdamer Platz divenne parte della zona di confine e il punto più ampio della “striscia della morte”. Quasi tutti gli edifici ancora in piedi in questa “terra di nessuno” furono abbattuti. Le rovine sul lato occidentale del muro furono acquistate dal Senato di Berlino e portate via a poco a poco. I resti del Prinz-Albrecht-Palais, del Vox-Haus, del Museo di Storia Naturale, dell’Haus Vaterland e persino della stazione ferroviaria Anhalter Bahnhof più a sud, furono tutti gradualmente trasferiti altrove.

Esterno stazione Potsdamer Platz © Amina El Ganadi

Esterno stazione Potsdamer Platz © Amina El Ganadi

Potsdamer Platz: Tunnel senza vie di fuga

Quando il muro fu eretto nel 1961, numerose stazioni della metropolitana di Berlino Est vennero chiuse e i loro ingressi bloccati per impedire alle persone di fuggire verso la parte ovest attraverso i tunnel. La stazione metropolitana di Potsdamer Platz si trovava proprio sotto la linea di confine. In quel periodo la stazione veniva utilizzata prevalentemente come parcheggio dei treni dalla compagnia di trasporti di Berlino Est BVB. Durante il periodo tra la costruzione del muro di Berlino e la riunificazione, per bloccare il passaggio alle persone in fuga verso Berlino ovest, il tunnel della metropolitana sulla linea 2 tra Potsdamer Platz e Gleisdreieck venne sigillato da un muro. I cavi elettrici per le operazioni ferroviarie vennero tagliati e i binari interrotti. L’interno della stazione, come ci mostrano le foto scattate da Robert Conrad  intorno al 1989, rimase pressoché inalterato da quando è stata chiusa il 13 agosto 1961. Nelle settimane e nei mesi successivi alla caduta del muro di Berlino molte stazioni fantasma vennero restaurate.

Stazioni fantasma

Berlino aveva stazioni fantasma per un semplice motivo: il Muro di Berlino. Quando venne eretto nell’agosto del 1961, ne seguirono i confini tracciati dalle potenze alleate e dall’Unione Sovietica. Poiché quei confini erano stati definiti in maniera del tutto arbitraria, non seguivano la geografia della città. Durante la notte, quando il Muro di Berlino fu eretto, alcune famiglie vennero separate, le strade tagliate a metà e la rete dei trasporti pubblici resa di fatto inutilizzabile. Come conseguenza di questa singolare divisione geografica, la linea S2 della S-Bahn insieme alle linee U-Bahn U6 e U8  si ritrovarono improvvisamente ad attraversare il territorio “nemico” per continuare il loro passaggio attraverso Berlino Ovest.

Interno Potsdamer Platz 2021 © Amina El Ganadi

Interno stazione Potsdamer Platz © Amina El Ganadi

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Immagine di copertina: Potsdamer Platz © Amina El Ganadi