Stalinallee, storia della strada “cancellata” di Berlino

Stalinallee, la storica strada berlinese. Dall’ ascesa come eden sovietico alla sua distruzione dopo la morte di Stalin.

Stalinallee é la strada berlinese che va da Alexanderplatz fino a Frankfurter Tor. La via rappresenta un punto cruciale nella storia di Berlino, soprattutto nel dopoguerra. Ridotta in macerie durante la seconda guerra mondiale, un team di architetti la ricostruì negli anni 50, in piena Guerra Fredda. Ispirata al realismo e al classicismo socialista dell’Unione sovietica, fu intitolata a Stalin in occasione del suo 70° compleanno nel 1949. La Stalinallee intendeva testimoniare la supremazia del Partito Socialista Unitario della Germania (SED) sugli avversari occidentali. Hermann Henselmann fu a capo della squadra di architetti che progettarono la via, arricchendola di novità all’avanguardia per l’epoca: palazzi lussuosi, ascensori, acqua calda e riscaldamento centralizzato. L’architetto, tuttavia, fu costretto a sospendere il lavori dal 1958, con l’inizio della de-stalinizzazione di Berlino. Nel 1961 il nome della via fu sostituito con quello attuale: Karl-Marx-Allee.

Il grande progetto socialista

L’obiettivo socialista mirava ad affermare la supremazia della Repubblica Democratica Tedesca anche attraverso opere architettoniche maestose. La DDR credeva così di disincentivare la continua migrazione dei suoi cittadini verso Berlino ovest. Il grande disegno socialista prevedeva una grande area metropolitana per offrire appartamenti alla classe operaia oltre a diversi servizi quali negozi, cinema e centri commerciali. Cosi facendo si sarebbe dimostrato agli operai che la DDR aveva molto di più da offrire rispetto alla parte occidentale della città. La Stalinallee, precedentemente denominata Große Frankfurter Straße, era il primo grande progetto di sviluppo urbano della DDR. La via intendeva ospitare grandi eventi, parate e marce militari. Progettata sul modello del palazzo Weberwiese, prevedeva palazzi dotati di tutti i confort e facciate decorative. Per prendere ispirazione, la squadra di architetti visitò diverse città sovietiche per emulare le tecniche di costruzione e riprodurle nel nuovo progetto berlinese.

Ben presto é svanito il sogno dell’eden sovietico

La progettazione e la realizzazione del grande ‘Boulevard sovietico’ fu vissuta con grande euforia. Ogni cittadino di Berlino Est contribuiva ai lavori, speranzosi di ottenere un appartamento nel paradiso urbano socialista. Il SED non aveva lasciato nulla al caso. Giornali e manifesti celebravano continuamente le nuove costruzioni, come nel film ‘The New Apartment’. Ben presto il sogno di un eden terrestre venne meno. I grandi palazzi subirono un rapido deterioramento a causa di infiltrazioni, perdite dai tetti e spifferi dalle grandi vetrate.  La costruzione dei palazzi era infatti avvenuta in maniera troppo rapida ed affrettata. A danneggiare ancor di più le nuove strutture furono i materiali dallo scarso valore. Era infatti molto comune il riutilizzo di macerie dalla guerra. Molti palazzi persero addirittura le piastrelle esterne. Oggi tutti i palazzi dell’allora Stalinallee sono diventati patrimonio storico. Dopo la loro vendita, hanno subito delle ristrutturazioni grazie a fondi privati.

Viaggio su Stalinallee

La Stalinalee percorre Berlino per circa due kilometri e si sviluppa da Friederichshain al Mitte. Gli edifici sono stati realizzati con una combinazione di due stili architettonici molto in voga al tempo. Il modello principale è lo stile “torta nunziale”, tipicamente sovietico. Mentre la parte occidentale del viale prevedeva uno stile più moderno, con costruzioni e blocchi prefabbricati. Il cambio di stile avvenne nel 1959, quando ci fu la necessità di modernizzare la strada per l’ormai obsoleto stile “a torta nuziale”. Il The Paris Review ha definito i nuovi edifici della Stalinallee come «monumentali, travolgenti nella loro grandezza e consistenza, con tegole su tegole di forza ornamentale e decadente. Non decadente, davvero: le case degli Stalinallee erano ‘Palazzi dei Lavoratori’, disponibili a un prezzo estremamente ragionevole, tutto in nome dell’uguaglianza. E all’inizio, dicono le persone, lo erano davvero.»

La Stalinallee: teatro di una rivolta operaia

Durante la sua costruzione la Stalinallee fu scena di una grande rivolta operaia. Migliaia di lavoratori organizzarono uno sciopero. Ben presto si trasformò in una rivolta politica per denunciare le loro condizioni economiche e lavorative. Il governo schierò enormi carri armati e soldati per reprimere la manifestazione provocando 125 vittime in poche ore. Da quel giorno la strada è diventata il luogo simbolo per celebrare il Primo Maggio. Dopo la riunificazione della Germania, si discusse a lungo per cambiare ancora il nome della strada, ma alla fine si è deciso di mantenere Karl-Marx-Allee.

La statua di bronzo dedicata a Stalin

Durante il terzo Festival Internazionale degli Studenti e della Gioventù del 1951, la delegazione russa consegnò ai rappresentanti governativi della Berlino socialista una statua di bronzo raffigurante Stalin. La statua, alta 4.80 metri, fu collocata proprio nella strada a lui dedicata. Nel 1961 venne però fusa da alcuni lavoratori dopo che il XX Congresso del Partito Comunista approvò la progressiva de-stalinizzazione. Oggi è possibile vedere alcuni resti della mastodontica statua al Café Sibylle lungo Karl-Marx-allee, dove sono esposti l’orecchio e una parte dei baffi di Stalin. In alternativa, ci si può recare al Tierpark, dove si trovano  delle statue raffiguranti una tigre e un bisonte, entrambe realizzate con il bronzo fuso della statua di Stalin.

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Fonte copertina: Bundesarchiv , (c) German Federal Archives