Auschwitz ©Bundesarchiv, B 285 Bild-04413 / Stanislaw Mucha / CC-BY-SA 3.0 https://de.wikipedia.org/wiki/KZ_Auschwitz-Birkenau#/media/File:Bundesarchiv_B_285_Bild-04413,_KZ_Auschwitz,_Einfahrt.jpg

Perchè il 27 gennaio si celebra la Giornata della Memoria

Dal 2005 la giornata del 27 gennaio è stata scelta per ricordare i milioni di vittime della barbarie nazista. Ma perchè proprio questo giorno?

Il 1 novembre del 2005 l’Assemblea generale delle Nazioni Unite, con la risoluzione 60/7, decise che ogni 27 gennaio si sarebbe celebrata la Giornata della Memoria. In quel giorno, in tutto il mondo, si sarebbero commemorate le vittime del genocidio nazista. Ma perchè fu scelto proprio il 27 gennaio? Quel giorno, nel 1945, l’Armata Rossa – mentre stava marciando verso la Germania – liberò i prigionieri superstiti del campo di concentramento di Auschwitz, il più grande campo di concentramento costruito dai nazisti. Il 27 gennaio è quindi la giornata scelta dai Governi di tutto il mondo per riflettere sulle atrocità commesse nel nostro passato, neanche tanto lontano a dire la verità. Per citare una frase di Mario Rigoni Stern – a proposito delle opere scritte da Primo Levi in cui descriveva la sua prigionia – «La memoria è necessaria, dobbiamo ricordare perché le cose che si dimenticano possono ritornare». E, soprattutto in questo periodo storico, questa sentenza deve farci riflettere.

La liberazione del campo di Auschwitz come simbolo della fine delle sofferenze per milioni di persone

Auschwitz non fu il primo campo di concentramento a essere liberato. La scelta di celebrare la Giornata della Memoria il giorno della liberazione di Auschwitz è stata sicuramente dettata da un fatto simbolico, dato che il campo era il più grande tra tutti quelli costruiti dai nazisti. Esso svolse un ruolo fondamentale nella tristemente famosa soluzione finale della questione ebraica il folle piano di massacro perpetrato dai nazionalsocialisti. Nel corso degli anni il campo di Auschwitz crebbe a dismisura con la costruzione di altre strutture satellite intorno a esso, Birkenau e Monovitz tra tutti. Nel campo non vennero barbaramente uccisi solo prigionieri di origine ebraica, ma anche omosessuali, prigionieri di guerra, oppositori politici e zingari. Gli storici stimano che, ad Auschwitz e nelle strutture collegate al campo, abbiano perso la vita quasi 2 milioni di individui, una macchina di morte tra le più efficienti costruite dai nazisti. Per loro, e per tutti coloro che sono stati barbaramente uccisi durante l’Olocausto, è stata istituita la Giornata della Memoria. Una data in cui, più di altri giorni, dobbiamo riflettere sulla malvagità di cui può essere capace l’essere umano

Con l’arrivo dell’Armata Rossa i nazisti cominciarono ad abbandonare i campi di concentramento

Mesi prima della liberazione di Auschwitz, i sovietici arrivarono nel campo di Majdanek, anch’esso in territorio polacco. Nonostante i nazisti avessero sgomberato il campo nel luglio del 1944 – consci del fatto che l’Armata Rossa sarebbe arrivata a breve e costringendo migliaia di prigionieri a intraprendere estenuanti marce della morte – i sovietici trovarono comunque alcuni sopravvissuti. Majdanek fu il primo campo di concentramento a essere liberato, sei mesi prima di Auschwitz e un anno prima di Mauthausen. I soldati dell’Armata Rossa, a Majdanek, trovarono le tracce degli orrori perpetrati dai nazisti. Videro le camere a gas, i forni crematori, le fosse comuni con migliaia di cadaveri. Lentamente i nazisti cominciarono ad abbandonare i campi di concentramento cercando prima di eliminare il più possibile le tracce delle atrocità commesse, senza successo. Tutto il mondo, già ferito profondamente dalla guerra, si rese conto delle nefandezze commesse dai nazisti in quegli anni. I resti dei campi di concentramento sono lì a ricordarcelo per sempre, un monito per non ripetere gli stessi errori.

Immagine di copertina: Auschwitz ©Bundesarchiv, B 285 Bild-04413 / Stanislaw Mucha / CC-BY-SA 3.0

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