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Una squadra di calcio inglese ha deciso di offrire un viaggio ad Auschwitz ai suoi tifosi razzisti

«Non è negando l’accesso allo stadio ai razzisti che si risolve il problema, bisogna agire sulla loro educazione per contrastare il fenomeno»

Queste le parole dichiarate da Bruce Buck, il presidente della squadra di calcio londinese Chelsea Football Club, di seguito alle accuse di razzismo che hanno coinvolto la tifoseria del team. Il presidente vuole mandare i tifosi accusati di razzismo nel campo di concentramento di Auschwitz, luogo di sterminio della Germania Nazista durante la seconda Guerra Mondiale. Secondo Bruce Buck solo educando i tifosi verrà sconfitto il razzismo negli stadi criticando così la procedura standard che vieta l’accesso temporaneo ai trasgressori.

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Il proprietario ebreo Roman Abramovich a favore della decisione e le parole del presidente Bruce Buck

Roman Abramovich, il patron del team londinese si schiera in prima linea per sconfiggere l’antisemitismo che si cela tra gli spalti della squadra. Sostiene dunque l’iniziativa del suo presidente ritenendo l’azione un mezzo utile per istruire i tifosi del team evitando che fatti del genere ricapitino in futuro. Intanto,  Buck spiega la decisione della dirigenza del suo club: «In passato individuavamo i colpevoli e li mettevamo al bando per un massimo di tre anni, ora chi sbaglia lo facciamo ragionare, lo istruiamo e gli facciamo passare un po’ di tempo in centri specifici con lo scopo di insegnarli cos’è la diversità di razza e facendoli capire cosa hanno sbagliato».

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Nel 2015 quattro tifosi del Chelsea vennero condannati per razzismo

La sospensione avvenne a seguito di cori razzisti intonati da alcuni tifosi inglesi prima della partita di Champions League che vedeva il Chelsea giocare contro i francesi del Paris Saint-Germain. Nella metro quattro tifosi del Chelsea cantavano cori come: «We’re racist, we’re racist, and that’s the way we like it» intimando alcune persone di scendere dalla metro.

Photo: © LoggaWiggler CC0 

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