Per il Tagesspiegel Roma è la città più sporca al mondo

Roma e il problema dei rifiuti. La città eterna è considerata dal giornale tedesco Der Tagesspiegel la più sporca al mondo.

La capitale italiana ormai da anni si trova a convivere con la problematica dello smaltimento dei rifiuti. I vari sindaci succeduti negli ultimi mandati non sono riusciti a trovare una soluzione per arginare la crescente piaga che rovina l’immagine di Roma. Un’immagine che riflette alcune delle difficoltà del nostro Paese, tanto da attirare negativamente l’attenzione dei giornali oltreconfine. Der Tagesspiegel, noto giornale tedesco, ha purtroppo definito Roma come la città più sporca al mondo. Che sia vero oppure no, ciò che è visibile agli occhi di tutti sono i cumuli di rifiuti che ricoprono lo spazio urbano della capitale. La cattiva gestione ha contribuito negli anni ad alimentare un diffuso malumore tra i cittadini, che sperano al più presto in una svolta significativa. Alla luce dei risultati delle ultime elezioni dell’ottobre scorso, ci si aspetta una risposta concreta dal nuovo sindaco Roberto Gualtieri. Si tratta di una grande responsabilità per il primo cittadino di Roma, che ha promesso sin da subito di provvedere a ripulire la città entro Natale.

Il piano di Gualtieri fatica a decollare

Almeno inizialmente, il piano di pulizia da circa 40 milioni varato dal nuovo sindaco Roberto Gualtieri sembrava promettere bene. Con il passare delle settimane però, si sono intraviste all’orizzonte le prime difficoltà ed ora, il piano arranca. Come anticipato durante la campagna elettorale, l’iniziativa del sindaco entrante prevedeva l’inizio a partire dal primo novembre, con il supporto di circa mille operatori e con 4000 passaggi di pulizia straordinaria. La realtà è che ripulire Roma è più difficile del previsto e si teme ora che si possa ripetere lo stesso scenario già visto in passato. L’unica discarica di emergenza dell’AMA di Rocca Cencia, situata a pochi chilometri dal GRA, era già stracolma. Inoltre, l’attività logistica dei camion era in difficoltà, dal momento che non giungevano istruzioni per gestire i carichi di spazzatura. Come se non bastasse, a peggiorare la situazione si è aggiunto lo sciopero indetto dagli operatori ecologici.

L’ombra di un fallimento

Da quando nel 2013 è stata chiusa la discarica di Malagrotta, la città non sa dove smaltire i rifiuti dei cittadini romani. Una metropoli come Roma produce 4700 tonnellate di immondizia al giorno e non ha neppure un inceneritore attivo. La soluzione sarebbe quella di costruire un proprio inceneritore, ma non è dello stesso avviso l’attuale sindaco, così come non lo era nemmeno Virginia Raggi. Ormai da anni quindi, la città non solo esporta quotidianamente i suoi rifiuti nelle altre regioni del Belpaese, ma anche all’estero, ad esempio nella vicina Austria. Una pratica folle che non ha solamente un riscontro ecologico terribile, ma ha pure un forte peso economico per le casse della capitale. “L’esportazione dei rifiuti”, di cui Roma non può esserne fiera, costa infatti ogni anno 150 milioni di euro e la promessa del sindaco Gualtieri, di ripulire la città entro Natale, rischia di non avverarsi.

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In copertina: Rifiuti Roma ©Berlino Magazine