Lo Charité di Berlino ha ucciso più di 1000 cavie per un grave rischio contaminazione
L’ospedale Charité di Berlino ha ucciso circa 1.200 animali da laboratorio a causa di rischi di contaminazione dal batterio Coxiella. La decisione è stata presa dopo un consulto con le autorità cittadine
L’ospedale Charité di Berlino ha ucciso circa 1.200 piccoli roditori in un laboratorio di prova dopo che erano stati rintracciati dei contaminanti del batterio Coxiella nella zona in cui gli animali erano tenuti. La Coxiella è asintomatica negli animali, ma può causare la febbre Q negli esseri umani. I sintomi della febbre Q sono tipicamente simili a quelli dell’influenza, quindi febbre, brividi e stanchezza. La contaminazione, inoltre, è possibile tramite il contatto con gli animali e l’inalazione di polvere o goccioline. Il batterio, infatti, non è trasmissibile da uomo a uomo.
L’ospedale ha attualmente chiuso l’area in cui è stato trovato il batterio ed effettuerà ulteriori ricerche fino a quando non riuscirà a decontaminare completamente la zona. Prima di prendere la decisione di uccidere gli animali l’istituzione ospedaliera si è consultata con l’ufficio statale di Berlino per la salute e gli affari sociali e altre autorità cittadine, dichiarandosi dispiaciuta e rammaricata.
Il batterio Coxiella e la febbre Q, già in passato diverse contaminazioni
La decisione di uccidere le piccole cavie è stata presa a malincuore dall’ospedale, che si è infatti dichiarato rammaricato. L’operazione era però necessaria per evitare una contaminazione dal batterio Coxilella tra gli esseri umani, come era già accaduto qualche mese fa. Proprio allo Charité lo scorso settembre, infatti, 15 scienziati avevano contratto la febbre Q. I sintomi non sono molto diversi da quelli di una normale influenza, come febbre, cefalea, malessere e dolori agli arti, ma può diventare pericolosa per le donne incinta, le quali potrebbero subire aborti spontanei. Fortunatamente, però, la trasmissibilità da persona a persona è impossibile.
I test sugli animali in Germania
I test sugli animali sono legali in Germania, purché vegano effettuati con i metodi conformi alla legge sul benessere degli animali, promulgata nel 1927. Gli esperimenti, inoltre, possono essere condotti solo se sono necessari a prevenire, diagnosticare e trattare malattie negli esseri umani o negli animali. Negli ultimi anni i test in Germania sono però aumentati, e le associazioni per il benessere degli animali, come la German Animal Welfare Foundation hanno più volte spinto il governo a trovare metodi di ricerca scientifica alternativi. La stessa Unione Europea ha vietato i test sugli animali per i cosmetici dal 2009, e da settembre il Parlamento si sta muovendo per accelerare la transizione verso un sistema di ricerca che non utilizzi gli animali. In alternativa, un obiettivo importante per i legislatori dell’UE è quello di ridurre al minimo la sofferenza degli animali quando il loro uso non può essere evitato.
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Immagine di copertina: animali da laboratorio da Pixabay CC0