La Germania batte l’Italia nella speciale classifica di Preply 2021

Preply, piattaforma per la ricerca di tutor e corsi linguistici, ha stilato una classifica dei migliori paesi europei in cui studiare una lingua straniera pur restando in patria

No, stavolta il calcio non c’entra. E in fondo non è nemmeno una sfida, perchè non c’è nessun titolo in palio, neanche la gloria. Piuttosto si tratta solo di capire chi, fra i 27 paesi dell’Unione Europea, ottiene i migliori risultati in termini di apprendimento di una nuova lingua entro i confini nazionali. È questo lo scopo della ricerca realizzata da Preply: individuare i paesi più virtuosi dove è più facile studiare o perfezionare un idioma diverso dal proprio pur restando in patria. E in fondo, i risultati finali non sono propriamente incoraggianti per entrambi. La Germania resta a galla, l’Italia precipita.

I criteri di valutazione utilizzati da Preply

La ricerca statistica realizzata da Preply, piattaforma di studio digitale che permette di collegare da remoto studenti e tutor, anche tramite chat, fotografa l’Europa in base a sette aree di indicatori elaborati mediante standardizzazione statistica e raggruppati come segue: plurilinguismo, formazione mediante la scuola primaria, accesso allo studio di lingue straniere tramite tecnologia digitale, sottitoli/voiceover/doppiaggio dei prodotti audiovisivi, diversità linguistica, lingue ufficiali nazionali e lingua straniera più parlata. Lo studio fotografa un’Europa del nord più performante con un paese outsider che sale al primo posto sul podio: si tratta del Lussemburgo. Scopriamo brevemente alcuni aspetti prima di delinare il quadro di Italia e Germania.

Il Lussemburgo domina la classifica

Il Lussemburgo vanta un plurilinguismo piuttosto radicato, probabilmente per ragioni storico-sociali legate alle dominazioni centenarie dei colossi vicini, Francia e Germania, che nei secoli hanno abitudinariamente inglobato l’attuale paese nei rispettivi imperi. In pratica è scontato che i cittadini siano abituati a conoscere e parlare più idiomi, tant’è che il Lussemburgo vanta tre lingue ufficiali nazionali: lussemburghese, francese e tedesco. Inoltre, il 100% dei bambini inizia a studiare una nuova lingua dalla scuola primaria con ottimi risultati e, sebbene internet sia il motore di conoscenza del millennio, il 98,4% dei lussemburghesi utilizza una TV in casa essenziale per accedere a prodotti audiovisivi con sottotitoli, doppiaggi o voiceover che facilitano l’apprendimento lessicale e l’ascolto. Per la cronaca, Svezia seconda in graduatoria, Danimarca terza.

La Germania è sorprendentemente undicesima mentre l’Italia si classifica al penultimo posto

La Germania arranca. Undicesima posizione per la Germania che registra alte percentuali in due indicatori: 85% per quanto concerne il multilinguismo e 92,8% per la diversità linguistica, dati che confermano l’eccezionale fermento di minoranze sparse su tutto il territorio e la necessità dei governi che si succedono negli anni di dover attuare politiche intelligenti di coesione sociale per evitare l’implosione del paese. Dati piuttosto bassi, 25%, per quanto concerne sottotitoli, doppiaggio e voci fuori campo in lingua. Finiamo con l’Italia: penultima in Europa. Il dato migliore resta il 95,3%, valore che indica la percentuale di bambini che inizia a studiare una seconda lingua a scuola pur registrando un calo di qualità in termini di conoscenza negli anni successivi. Molto, insomma il terreno da recuperare. A partire dal sito ufficiale del Governo, consultabile solo in italiano.

 

Foto copertina di StockSnap da Pixabay

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