I non vaccinati in Germania costretti alla quarantena avranno lo stipendio sospeso

In tutta la Germania i lavoratori non vaccinati in quarantena preventiva non riceveranno lo stipendio. La decisione presa a settembre è entrata in vigore dal 1 novembre.

La decisione di sospendere lo stipendio ai dipendenti non vaccinati in quarantena è ora ufficiale e attiva su tutto il territorio tedesco. Dal 1 novembre, chi si assenta dal lavoro per osservare un periodo di quarantena – in seguito ad un contatto con un positivo o ad un viaggio in un Paese a rischio – non riceverà più risarcimenti se non è vaccinato. La riunione tra il Ministro Federale della Salute Jens Spahn e i suoi colleghi dei 16 Stati per accordarsi sull’argomento è avvenuta a settembre. Hanno sottolineato che è stata semplicemente applicata la legge esistente sul controllo della diffusione del virus. Essa contiene già delle eccezioni per le persone non vaccinate. In particolare, afferma che il diritto ad un risarcimento statale non sussiste se la quarantena poteva essere evitata con la vaccinazione. O se il viaggio in un Paese a rischio era un “viaggio evitabile”. Ovviamente, la revoca dell’indennità statale non riguarda coloro che non possono vaccinarsi per motivi medici.

Perché il governo tedesco ha deciso di sospendere lo stipendio ai non vaccinati in quarantena

Prima che la misura entrasse in vigore, i dipendenti in quarantena continuavano a ricevere lo stipendio dal datore di lavoro, che veniva poi risarcito dallo Stato. Ora però, i non vaccinati dovranno fare i conti con un’assenza dal lavoro non pagata. Il vaccino non è obbligatorio, ma chi sceglie di non farlo deve prendersi “la responsabilità di gestire le conseguenze finanziarie”, come ha affermato il Ministro Spahn. Ha poi aggiunto: “Non si tratta di fare pressione, ma di correttezza nei confronti di chi si è vaccinato. Perché gli altri dovrebbero pagare perché qualcuno ha deciso di non farlo?” La campagna vaccinale tedesca ha coperto ormai gran parte della popolazione: il 73,4% dei cittadini tra i 18 e i 59 anni ha ricevuto entrambe le dosi. Dal momento che la quarantena non è quasi più richiesta ai vaccinati, ci sono tutti i presupposti per ridurre le assenze dal lavoro e le perdite finanziarie. La misura, comunque, non influenzerà in nessun modo l’indennità di malattia: chi contrae il virus, vaccinato o no, continuerà a ricevere lo stipendio.

Il datore di lavoro può chiedere informazioni sullo stato vaccinale dei dipendenti?

L’applicazione delle norme anti-Covid sul lavoro può generare dubbi e dibattiti. In questo caso, per verificare se un dipendente ha diritto al risarcimento durante il periodo di quarantena, l’azienda potrebbe avere la necessità di chiedere informazioni sul suo stato vaccinale. Può farlo? Dipende. Il sito del Ministero federale della salute tedesco risponde che, nonostante il datore di lavoro abbia un interesse legittimo, la situazione va valutata caso per caso. In determinate strutture i lavoratori hanno l’obbligo di comunicare se sono vaccinati o guariti dal Covid. Queste strutture comprendono: asili nido, scuole e istituti di formazione, case di cura, campi estivi, ospedali e cliniche, strutture penitenziarie, ambulatori, studi in cui si effettuano tatuaggi e piercing ed enti pubblici.

Tutti coloro che hanno un impiego nei luoghi appena citati, compresi i lavoratori interinali, devono fornire le informazioni sul proprio stato vaccinale qualora il datore di lavoro lo ritenga necessario per prevenire la diffusione del virus. Sono tenuti, se richiesto, anche a mostrare il certificato di avvenuta vaccinazione. I dati raccolti da coloro che gestiscono queste strutture hanno lo scopo di organizzare il personale in modo che possano sempre essere osservate le misure igieniche adeguate. Infatti, il datore di lavoro potrebbe decidere di cambiare l’incarico del dipendente non vaccinato, per evitargli contatti con il pubblico.

 

In copertina: CC0 Public Demain, Foto di Braňo da Unsplash

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