«Gli italiani all’estero iscritti AIRE potranno vaccinarsi in Italia»

Intervista alla senatrice Laura Garavini (Italia Viva), tra le promotrici di un’iniziativa molto importante per gli iscritti AIRE

«Gli italiani residenti all’estero, ovvero iscritti all’AIRE, che si trovano temporaneamente in Italia potranno vaccinarsi». Così la  Laura Garavini, modenese di nascita, ma dal 1989 in Germania, nel 2018 eletta nel 2018 nelle file del PD  nella circoscrizione Estero/Europa, ci spiega al telefono dopo la decisione del governo italiano. «Mi sono spesa personalmente. Mi sembra giusto dare loro la possibilità di potersi vaccinare in Italia così da tutelarli al meglio dal rischio di contagio per la loro sicurezza e per quella di chi vive vicino a loro. Ci sono diversi connazionali iscritti all’Aire che si trovano in Italia proprio a seguito dell’emergenza Covid. Che si siano trasferiti per assistere parenti malati, o perché, collocati in smart-working, hanno scelto di lavorare a distanza tornando nel comune di origine o, ancora, perché hanno perso il loro lavoro all’estero e hanno pensato di rientrare, sarebbe un’ingiustizia precludergli la possibilità di vaccinarsi. Non solo:potrebbe addirittura trasformarsi in un pericolo per la salute pubblica.»

 

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Iscritti AIRE che si vaccinano in Italia: a chi è rivolta la normativa

La misura è stata pensata per agevolare chi, trovandosi attualmente in Italia, non potrebbe rientrare nel paese di residenza estera per vaccinarsi. Naturalmente non c’è un impedimento formale per gli Aire che si trovano all’estero. Il buon senso, però, consiglia a ogni persona di vaccinarsi nel Paese in cui si trova, compatibilmente con le norme locali. Spostarsi in questo momento significa esporsi al contagio e diventare potenziale vettore del virus. Sarebbe un controsenso partire per vaccinarsi e, potenzialmente, ammalarsi o contagiare i nostri cari.

Iscritti non AIRE, ma residenti all’estero (ad esempio, se in Germania, hanno fatto l’ Anmeldung): cosa fare

Nel caso in cui un nostro connazionale sia domiciliato in Germania può comunque usufruire del vaccino in Italia. Per sintetizzare: se non si è registrati all’Aire e si è in possesso della tessera sanitaria nazionale ci si può prenotare in Italia

La normativa e rischi di rallentare la campagna vaccinale già programmata in Italia

Non ci sono rischi, non almeno se tutti useranno il buon senso. Ossia se si vaccinerà in Italia chi, effettivamente, si trova sul territorio nazionale e non ha possibilità di vaccinarsi nel paese di residenza estera.

Come usufruire del servizio

In linea generale la nuova ordinanza del generale Figliuolo, commissario all’emergenza Covid, spiega che il Sistema Sanitario genererà per gli iscritti all’Aire uno specifico codice per la vaccinazione anti-Covid e lo comunicherà agli enti locali. In fase di prenotazione e iniezione saranno poi le regioni e le province autonome a verificare che tutti i dati siano corretti, grazie alle informazioni messe a disposizione proprio dal Sistema Sanitario. L’ordinanza del commissario Figliuolo prevede che potranno usufruire della vaccinazione in Italia, se qui temporaneamente presenti, anche i dipendenti delle istituzioni europee, gli agenti diplomatici e il personale tecnico-amministrativo delle missioni diplomatiche e il personale di enti e organizzazioni internazionali. Ulteriori dettagli saranno pubblicati prossimamente su questo sito. Gli Aire possono fare domanda in base alle tempistiche e modalità previste nella loro regione di domicilio. Ogni regione sta seguendo dei propri canali di prenotazione, prevalentemente on line, e proprie tempistiche. L’unico modo per prenotarsi è attendere che sia il proprio turno anagrafico nella propria regione di origine e procedere in base a quanto previsto territorialmente.

Sulla possibilità di vaccinarsi per i tedeschi residenti in Italia

Possono se sono residenti in Italia e registrati nel servizio sanitario nazionale, e cioè con un numero di tessera sanitaria. Potranno prenotare la vaccinazione nel momento in cui toccherà al loro scaglione

Italia e Germania: le rispettive campagne vaccinali

E’ difficile azzardare paragoni. Ogni Paese ha presentato forme e diffusioni diverse del virus e ha reagito di conseguenza. La sanità tedesca ha senza dubbio dimostrato, soprattutto nella prima fase, di saper reagire al meglio grazie alla telemedicina, alla medicina del territorio e agli ingenti investimenti fatti nel recente passato, nel campo dell’innovazione tecnologica sanitaria. Su questi aspetti è necessario che anche l’Italia compia passi importanti, al fine di evitare in futuro ulteriori difficoltà delle terapie intensive.

Italia e Germania, le recenti restrizioni: in Italia si è scelto di aprire tutto, in Germania di chiudere ancora di più.

Condivido le riaperture. Come esponente di Italia Viva mi sono espressa in Parlamento affinché si riparta con  le attività. Gradualmente. In sicurezza. Ma si riparta. Prese le dovute precauzioni, per la massima tutela della salute, non possiamo lasciare che i danni economici diventino incontrovertibili.

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