“Da Brindisi alla Germania qui ho portato friselle, street food pugliese e cioè cibo tradizione e cultura”
Dalla Puglia fino alla Germania: la storia di Francesco Solazzo e della sua “La Frisa” come street food
Francesco Solazzo, 33 anni, è nato a nato a Campi Salentina (LE) ma vive ormai da 10 anni in Germania, con base a Francoforte sul Meno. È il creatore del progetto “La Frisa”, un truck di street food pugliese dedicato in particolare alle friselle. Ai suoi clienti non vende solo cibo tipico, ma racconta una storia che sa di tradizione e cultura: “Si tratta di cucina povera salentina. I pescatori, lavorando molte ore in mare, portavano del pane duro che successivamente bagnavano con acqua di mare per ammorbidirlo. Poi aggiungevano quello che avevano con sé, come pomodori, capperi e alici. Da lì nasce uno dei piatti iconici pugliesi: la frisa.” Il suo intento è quello di esportare la cultura culinaria tipica del Salento in Germania. “In molti qui non conoscono la Puglia, tramite le friselle e altri piatti tipici cerco di far conoscere le nostre tradizioni e promuovere la mia regione.” E tra i progetti futuri spera di poter creare un app per sostenere le piccole imprese del Sud Italia, tramite la quale potranno vendere i loro prodotti genuini e tradizionali.
Da San Pietro Vernotico (BR) a Stoccarda passando per Roma
“Sono nato a Campi Salentina (LE) ma cresciuto a San Pietro Vernotico, un paesino in provincia di Brindisi. Dopo aver iniziato a lavorare all’età di 14 anni, ho iniziato a studiare presso l’IPSSAR di Brindisi specializzandomi in sala e in cucina. Ho abbandonato gli studi ma ho deciso di concluderli qualche anno dopo tramite corsi serali.”
Da qui inizia il racconto del suo percorso che lo ha portato dal Salento fino alla Germania. A 16 anni abbandona la Puglia e decide di spostarsi verso una città più grande e con più opportunità: Roma. “Roma è stata fondamentale perché mi ha aperto le porte all’internazionalità. Mi sono scrollato di dosso la mentalità che un piccolo paesino ti lascia in eredità.” Così fino ai 23 anni vive la capitale, facendo molte esperienze nel mondo della ristorazione, senza lasciare da parte però le sue passioni come le lingue e il teatro.
Infatti si iscrive all’Accademia di canto, ballo e recitazione di Cinecittà Campus. “Il teatro mi ha cambiato totalmente, dandomi la possibilità di esplorare me stesso e di mettermi nei panni degli altri; Roma mi ha aperto le porte all’internazionalità e da qui ho iniziato ad interessarmi anche alla comunicazione.” Francesco, infatti, parla 3 lingue e ne comprende ben 6: inglese, tedesco, italiano, portoghese, spagnolo e francese.
Sentendo di nuovo il bisogno di cambiamento, decide di trasferirsi nel settembre del 2012 al di fuori dei confini nazionali e approda a Stoccarda, dove inizia a lavorare per lo zio in un ristorante. Successivamente, si sposterà a Francoforte sul Meno per seguire la sua ragazza, e anche qui trova un’occupazione in un noto ristorante della città.
L’ambiente lavorativo tra Italia e Germania
“La differenza tra il mondo del lavoro italiano e quello tedesco è netta.” Queste sono state le sue prime impressioni lavorando in un contesto differente da quello italiano. “La prima cosa in cui differiscono è l’organizzazione, infatti la puntualità e l’ordine sono parole chiave all’interno dei locali. Ma non solo. Il datore di lavoro si pone in modo diverso verso il lavoratore, sempre con rispetto e soprattuto dando molta considerazione. Qui in Germania si trovano molte più opportunità lavorative, anche se non si parla bene la lingua o si è stranieri, cosa che in Italia non avviene. E anche a livello di guadagni, le paghe sono sicuramente più equilibrate rispetto all’Italia.”
Francesco Solazzo ha cambiato diversi lavori nel corso degli anni in Germania, occupandosi anche di organizzazione eventi e progetti culturali. Ma non ha pensato, per ora, ad un possibile ritorno in Italia “Anche dopo qualche progetto non andato a buon fine, ho comunque deciso di restare in Germania, al massimo ho pensato di cambiare città, anche se Francoforte ormai è la città dove mi sento più a casa perché qui ho anche molti amici. Non nascondo che l’Italia mi manca spesso, ma pensando alle difficoltà che ho avuto, tornerei solo se avessi un impiego nel teatro o nel cinema: questo mi motiverebbe molto.” Infine, nel 2019 Francesco ha ottenuto un contratto di lavoro con la Deutsche Bahn, per il quale si sente molto fortunato, affiancando sempre però il progetto de “La Frisa”.
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“La frisa è la mia risposta etico-morale all’alimentazione onnivora che invade lo street food internazionale”
La frisella oltre ad essere è un piatto tipico della tradizione pugliese è anche vegano, preparato da Francesco solo con prodotti italiani freschi e di stagione. “Il kebab è venduto nelle strade di ogni città e vorrei cercare di ottenere in futuro la stessa popolarità per la frisa. Anche perché, essendo vegano, è più sostenibile rispetto a molti altri piatti tipici dello street food. Il kebab è partito da Berlino per poi diffondersi in tutto il mondo. Ma anche la pizza o lo pasta sono piatti ormai molto diffusi e vorrei vedere anche la frisella venduta ad ogni angolo del globo. Nel mio piccolo vorrei cercare di combattere la tendenza della cucina di strada di vendere piatti che contengono carne o altri derivati animali.”
Francesco Solazzo ha diversi progetti per in futuro, ma tra questi c’è un piccolo sogno in particolare che riguarda l’Italia: “Mi piacerebbe creare un app che abbia la funzione di vetrina per i piccoli produttori locali italiani, per favorire la promozione della nostra terra in Europa. Molti prodotti tipici italiani meritano maggiore attenzione da parte dei consumatori internazionali, per la loro qualità e genuinità.” Infine, aggiunge “Il sogno più grande rimarrà sempre quello di lavorare come attore nel mondo del cinema.”
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Immagine di copertina: ©Francesco Solazzo