Cosa succederà se a Berlino vincerà il sì al referendum sull’esproprio alle agenzie immobiliari
A Berlino il 26 settembre si vota anche per il Referendum sull’esproprio degli appartamenti gestiti dalle grandi società immobiliari
Domenica 26 settembre i berlinesi andranno a votare per eleggere il successore della Cancelliera Angela Merkel e anche il sindaco della città. Ma non solo. Gli abitanti della capitale saranno chiamati ad esprimersi anche su una questione piuttosto controversa: il referendum sull’esproprio degli appartamenti di proprietà di alcuni colossi immobiliari. Se vince il Sì, il Senato di Berlino potrebbe votare una proposta di legge che determinerebbe l’esproprio di oltre 200.000 unità abitative in proprietà ad agenzie immobiliari come Vonovia o Deutsche Wohnen. Queste abitazioni passerebbero poi di proprietà ad un ente pubblico.
Cosa succede se vince il Sì
Perché passi il referendum sull’esproprio è necessario raggiungere una maggioranza semplice. Tuttavia, la proposta deve ottenere anche l’approvazione di almeno il 25% degli aventi diritto di voto per poter essere discussa in Senato. Oltre a questo, gli ostacoli politici e legali sono molteplici. Anche in caso di vincita, trattandosi di un referendum consultivo, la proposta sull’esproprio diventerebbe legge solo se i partiti al governo si trovassero d’accordo. Ad oggi, SPD (al governo cittadino) e tutti i principali partiti d’opposizione non appoggiano il progetto. Anche dal punto di vista legale ci sono dei problemi. Infatti, c’è ancora disaccordo tra gli esperti di diritto riguardo alla costituzionalità della potenziale legge. Questo significa che se la proposta dovesse passare, dovrà essere sottoposta alla Corte Costituzionale.
Le conseguenze pratiche dell’esproprio
La vincita del Sì, oltre ad avere un impatto considerevole sui guadagni delle agenzie immobiliari, mostrerebbe i suoi effetti più favorevoli sulle fasce di popolazioni di basso e medio reddito. La proposta infatti prevede l’espropriazione di proprietà in mano a società immobiliari che posseggono almeno 3000 unità abitative, non andando così a ledere compagnie di piccola dimensione. Queste società sarebbero poi ricompensate dallo Stato con una somma più bassa del prezzo di mercato. I beneficiari della proposta, però, sarebbero essenzialmente la maggior parte dei berlinesi, i quali hanno visto crescere esponenzialmente i prezzi degli affitti negli ultimi anni. Se il referendum non dovesse passare, dunque, potrebbe provocare frustrazione e sconforto in larghe fasce della popolazione della capitale.
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Immagine di copertina: Berlino da Pixabay CC0