Colonialismo, un’altra celebre strada di Berlino cambia nome

Nel quartiere multiculturale di Neukölln, una delle celebri strade di Berlino verrà ribattezzata con il nome di una famosa attivista

Martin Hikel, segnatario della lettera informativa del cambio nome di Wissmannstrasse, ha affermato che sono arrivate più di 400 proposte. Dopo un’attenta discussione, una giuria ha scelto il nome dell’attivista tanzaniana Lucy Lameck. La cerimonia di inaugurazione, alla quale parteciperà anche l’ambasciatore della Tanzania Abdallah Saleh Possi, si terrà il prossimo 23 aprile. Questa scelta riflette la politica, adottata già da qualche anno, volta a rinominare le strade dedicate a personaggi storici che hanno avuto un passato violento nel colonialismo tedesco. In questo caso, Wissmannstrasse era dedicata a Herman von Wissman, governatore dal 1889 dell’istituzione coloniale tedesca che controllava i moderni Ruanda, Tanzania e Burundi.

 

View this post on Instagram

 

A post shared by Oyoun (@oyounberlin)

Hermann von Wissmann: esploratore, governatore imperiale e figura da condannare

Nei suoi 52 anni di vita, Wissmann attraversò per ben due volte il continente africano. Mansione principale dell’esploratore, e governatore federale, fu di aiutare l’instaurazione di stabilimenti coloniali nella parte orientale dell’Africa. Fra il 1884 e il 1886, eseguì numerosi viaggi per conto di Leopoldo II, con lo scopo di esplorare la navigabilità del fiume Kasai e raggiungendo nuovamente Zanzibar e il lago Tanganica. Tuttavia, non sono le sue esplorazioni ad averlo reso noto. Nel 1888, ricevette l’incaricato di reprimere una ribellione di commercianti di schiavi e stabilire il controllo tedesco sulla moderna Tanzania. Nel 1895, dopo un breve periodo di dimissioni, tornò in Africa orientale con l’incarico di governatore imperiale. Il suo contributo nell’Africa tedesca dell’est ha visto la metodica soppressione delle ribellioni degli odierni Tanzania, Burundi e Ruanda. Le violente operazioni di colonialismo, condotte dallo stesso Wissmann, portarono al massacro di migliaia di persone. La sua reputazione era tanto terribile da essere nota anche tra gli stessi ufficiali tedeschi.

 

View this post on Instagram

 

A post shared by Joscha Bruckert (@joschabruckert)

Lucy Lameck, attivista e politica

Lucy Lameck (1934-1993) fu una un’attivista e politica della Tanzania che, nel 1960, divenne prima deputata della Tanzania indipendente. La Lameck, nata in una famiglia di contadini, dopo essersi formata come infermiera, accettò un lavoro di segretaria. Fra il 1955 e il 1957 lavorò per la Kilimanjaro Native Cooperative Union, dove iniziò a interessarsi attivamente alla politica. Il suo coinvolgimento e le sue attività le permisero di vincere una borsa di studio per studiare “Politica” al Ruskin College di Oxford. Nel frattempo, colse l’opportunità di passare un semestre alla Western Michigan University, negli Stati Uniti. Iniziò così un tour, finanziato dalla confraternita della Delta Sigma Theta, nelle comunità afroamericane per studiare le differenze economiche tra Stati Uniti e Tanganica. Al suo ritorno in Africa, fra il 1962 e il 1965, ricoprì – per la prima volta nella storia per una donna – l’incarico di sottosegretaria delle Cooperative e dello Sviluppo Comunitario. Nelle elezioni della nuova Tanzania del 1965, si candidò e vinse un seggio nell’Assemblea Nazionale, andando a ricoprire sia l’incarico di vice ministro delle Cooperative e dello Sviluppo Comunitario, che quello di vice ministro della Sanità. Alla sua morte, nel marzo 1993, al suo funerale parteciparono il presidente di Zanzibar e il primo ministro della Tanzania. Oggi è ricordata per il suo impegno, in particolare per le donne, in Tanzania.

 

View this post on Instagram

 

A post shared by Oyoun (@oyounberlin)

Studia tedesco a Berlino o via Zoom con lezioni di gruppo o collettive, corsi da 48 ore a 192 €. Scrivi a info@berlinoschule.com o clicca sul banner per maggior informazioni

Non perderti foto, video o biglietti in palio per concerti, mostre o party: segui Berlino Magazine anche su Facebook, Instagram e Twitter

Immagine di copertina:Wissmannstraße.jpg/©WikimediaCommons/CC0