B.Z. spiega come scrivere un CV per il mercato del lavoro berlinese
Vorresti lavorare a Berlino? Ecco alcuni consigli per rendere il tuo CV appetibile per il mercato del lavoro berlinese
Berlino è quella città meravigliosa, piena di opportunità, in cui tanti si trasferiscono per cercare il lavoro dei sogni. Certo le possibilità sono tante, ma anche la competizione è alta. Per ogni annuncio ci sono moltissimi candidati. Come fare dunque per spiccare tra la folla di aspiranti lavoratori? Il Curriculum Vitae rappresenterà la vostra salvezza. Infatti, il CV è il cartellino con cui ci presentiamo al colloquio e quindi deve essere non solo impeccabile dal punto di vista formale, ma deve anche risultare accattivante agli occhi del recruiter che sfoglia pagine e pagine di CV ogni giorno. Ecco quindi i consigli dei Career Coach più famosi della Germania!
1. La foto, la grafica e qualche trucchetto: l’occhio vuole la sua parte
Per quanto non sia sempre richiesta, mettere una propria foto all’interno del vostro CV vi darà un vantaggio in più rispetto a chi sceglierà di non usarla. Infatti il vostro viso renderà subito più “umano” il foglio che il recruiter avrà davanti. In particolare, il Career Coach Svenja Hofert consiglia di aggiungere una fotografia all’application nel caso in cui il lavoro per cui ci si candida preveda molti contatti con clienti. In ogni caso, la foto dovrebbe essere la più neutra possibile. “Non puoi usare una foto di te in giardino, a meno che non ti candidi per fare il giardiniere” ha affermato Hofert. Insomma ogni dettaglio è importante. In tal senso anche la grafica del vostro CV può avere un ruolo importante. Usate per esempio pochi colori e non scegliete tonalità sgargianti. Evitate anche il classico foglio di Word in bianco e nero, ma attraverso i colori cercate di porre l’attenzione sui vostri punti di forza! Utilizzate per esempio strumenti come quelli offerti da Canva, pieno di modelli di curriculum pronti all’uso, dalla grafica accattivante e perfetta per ogni occasione (per ulteriori dettagli sul design del CV, clicca qui).
2. Cosa scrivere?
La domanda sembra banale, ma non lo è. Oltre alle esperienze lavorative pregresse e al grado di istruzione, realizzate una breve presentazione del vostro profilo. Mettete in luce in poche righe cosa sapete fare e quali sono i vostri punti forza. Cercate poi di valutare le vostre competenze e evidenziate soprattutto quelle che pensate possano essere affini per l’azienda per cui vi state candidando. Infine, Jürgen Hesse consiglia di inserire anche gli hobby all’interno del vostro CV: in questo modo il recruiter potrà conoscervi anche come persona al di là delle competenze lavorative. “Il responsabile delle risorse umane” dice l’esperto “non vuole solo sapere se sei un professionista competente, ma anche che tipo di carattere hai. E questo può intuirlo se specifichi hobby e interessi”. Dunque, se scriverai che nel tempo libero ami giocare a calcio con gli amici, è possibile che il recruiter capisca che sei una persona attiva, estroversa e che ami stare in gruppo; invece se specificherai che il tuo hobby è la pittura, emergerà che sei una persona creativa. Hesse, però, avverte: non tutti gli hobby possono essere segnalati. Infatti se nel tempo libero si è impegnati in manifestazioni che puntano a proteggere i diritti degli animali, dice, è meglio evitare di menzionare la cosa. Bisogna scrivere soltanto degli hobby più classici e tradizionali, che non abbiano sfumature politiche o vi mettano in cattiva luce.
3. La lunghezza del CV: meglio non dilungarsi troppo
A questo punto, bisogna ricordare che tutte queste informazioni vanno condensate. Mettiamoci nei panni del recruiter: dovrà leggere centinaia di CV ogni giorno e dopo poco è facile perdere la concentrazione! Meglio che il curriculum dunque sia il più breve possibile e metta in evidenza i punti più importanti per la posizione per cui ci si candida. Bernd Slaghuis consiglia di cercare di redarre un curriculum non più lungo di una pagina, soprattutto se si è giovani con poca esperienza. Soltanto dopo aver maturato anni di lavoro e aver raggiunto grandi obiettivi professionali ci si può permettere di dilungarsi ulteriormente. Slaghuis ha proposto una regola pratica per orientarsi: il numero di pagine del curriculum può corrispondere alla prima cifra della vostra età. In altre parole: per i ventenni in genere dovrebbero essere sufficienti due pagine, mentre i cinquantenni possono utilizzarne anche cinque. In ogni caso l’esperto suggerisce di non applicare la regola in modo sistematico: una volta considerato qual è il massimo di pagine compilabili, non è necessario riempirle per forza tutte quante. L’importante è che il CV risulti organico e che ogni esperienza ricopra più o meno il medesimo spazio.
4. Referenze!
Anche le referenze possono costituire quel quid in più che potrebbe permettervi di essere scelti dal recruiter. Tuttavia, bisogna ricordare che i responsabili delle risorse umane hanno occhi ovunque e da piccoli dettagli riescono a captare grandi verità. La consulente legale Britta Clausen nel podcast “Ihr Recht” specifica che all’interno delle referenze o delle presentazioni è bene rispettare un certo vademecum di regole non scritte. Per esempio, se si desidera scrivere che nelle mansioni precedenti si andava d’accordo con tutto il team di lavoro, è corretto menzionare per primi i propri superiori, poi i colleghi e infine clienti. Se fossero citati per primi i colleghi, il recruiter potrebbe capire che tra il candidato e i capi non corresse buon sangue. Se colui che vi redige una referenza poi utilizza la frase “Ha sempre fatto uno sforzo… Si è sempre impegnato…” , sappiate che si tratta di una critica. Infatti il significato è saltanto apparentemente positivo: la frase vuol dire che, per quanto ci abbiate provato, non siete riusciti a soddisfare i requisiti richiesti. Ogni dettaglio diventa cruciale!
5. Nascondere i buchi temporali
Avete dei buchi temporali all’interno del vostro curriculum che non hanno una spiegazione e credete possano farvi sfigurare? Di nuovo Jürgen Hesse ha un consiglio per voi. Infatti propone di redarre il curriculum per aree tematiche ed evitare la scansione temporale. In questo modo si metteranno in luce soltanto le competenze e le conoscenze che avete acquisito in determinati ruoli.
6. Candidatura spontanea: dimostra passione e coraggio
Vorreste lavorare in una particolare azienda, ma non ci sono posizioni vacanti da molto tempo? Non temete: potete optare per la candidatura spontanea! Ci sono però delle regole preziose che è bene tenere a mente. L’elemento chiave per le candidature spontanee è presentarsi come la persona ideale per quel determinato ruolo. Insomma dovrete suscitare il desiderio del recruiter, in modo che possa concedervi un colloquio. Innanzitutto bisogna studiare attentamente l’azienda, la sua immagine e i suoi competitor. Poi bisogna far emergere in che modo potreste rappresentare una risorsa irrinunciabile. Quale valore aggiunto potete dare? Dimostrate di conoscere l’azienda, come si muove nel settore e fate percepire la vostra passione: sicuramente non passerete inosservati! Parola di Slaghuis!
7. Quando arrivano risposte negative, non disperare
Anche se avete seguito pedissequamente i consigli degli esperti non è detto che le cose vadano bene. Non demordete però. Continuate a modificare il vostro curriculum in modo da renderlo sempre più accattivante, dalla grafica ai contenuti. Inoltre se avete sostenuto anche un colloquio vis à vis, cercate di ripensare alla discussione con il recruiter: cosa potreste migliorare? Anche il fattore caso influisce. Magari il vostro CV è finito alla fine del plico di documenti da visionare o competevate con candidati super qualificati. Alle volte capita. Ma non abbattetevi, fate emergere il vostro potenziale!
Leggi anche: Guida per realizzare un buon curriculum per la Germania
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Immagine di copertina: Curriculum Vitae, Pixabay, CC0.